Blog | Leclerc, Baku e un amore tossico da sanare il prima possibile

Di: Simone Casadei
Pubblicato il 18 Settembre 2025 - 10:00
Tempo di lettura: 5 minuti
Blog | Leclerc, Baku e un amore tossico da sanare il prima possibile
Home  »  Blog

Il legame tra il monegasco e il tracciato azero, per quanto proficuo sul giro secco, non ha mai dato i propri frutti la domenica

Avete presente quel tipo di relazione in cui, per un motivo o per l’altro, uno dei suoi due componenti finisce per soccombere al proprio pari che diventa, di fatto, il suo manipolatore? Senza innalzarci a tali livelli, per descrivere il rapporto che intercorre tra Charles Leclerc e il tracciato di Baku si può comunque partire da una base simile, se prendiamo in considerazione i fantastici risultati dei sabati azeri del monegasco e li confrontiamo con quelli assai meno soddisfacenti delle domeniche.

Prima di addentrarci nelle statistiche legate esclusivamente alla F1, è doveroso fare un passo indietro, precisamente nel 2017. Per la seconda volta, il Circus si reca a Baku per l’ottavo appuntamento del proprio Mondiale. La categoria principale, in quel fine settimana, vivrà uno dei suoi Gran Premi più caotici e movimentati, tra incidenti, rimonte folli, falli di reazione e arrivi in volata. Prima di tutto ciò, però, c’era stato spazio per un altro capolavoro. Non formato tanto dall’azione in pista, quanto dal significato che ciò che in pista è successo.

In F2, un giovane Charles Leclerc si apprestava a vivere il weekend più difficile della sua carriera. Poco prima di volare in Azerbaijan, all’inizio della settimana del 19 giugno, suo padre Hervé era venuto a mancare dopo una lunga malattia. Un dolore che non ci si porta sulle spalle con facilità e che non sparisce per una vita intera, figuriamoci in una manciata di giorni. Nonostante il lutto, l’allora diciannovenne pilota della Ferrari Driver Academy si diresse ugualmente a Baku, per disputare il fine settimana di F2. Il dolore di Charles lo rese invincibile nella tre giorni azera: Pole Position al venerdì, vittoria in gara 1 e secondo posto in gara 2, quest’ultimo dopo essere scattato ottavo ed essere transitato per primo sotto la bandiera a scacchi, salvo perdere il successo a causa di una penalità.

Un dominio assoluto, che certificò la grande fiducia che il monegasco sembrava aver trovato sull’insidioso tracciato cittadino. Un anno dopo, un’altra grande soddisfazione. Al quarto appuntamento del Mondiale di F1 2018, arrivarono i primi punti nella massima serie, grazie ad un sesto posto a bordo della modesta Sauber. Sembrava l’inizio di un connubio felice, l’accoppiata letale circuito-pilota che ha caratterizzato tanti dei grandi del passato. La favola, al contrario, non ci mise molto ad interrompersi bruscamente. Appena 12 mesi più tardi, l’Azerbaijan non sorrise affatto a Leclerc, alla prima stagione vestito con il rosso Ferrari. Un incidente in Q2 gli impedì di lottare per la Pole e la gara, tra la partenza dall’ottava casella e la non eccezionale competitività della monoposto del Cavallino, si risolse con un quinto posto incolore.

Le doti velocistiche di Charles tra le anguste curve del tracciato di Baku, però, avevano appena iniziato a farsi intravedere. Nel 2021, a seguito della mancata visita causa Covid nel 2020, Leclerc tornò in Azerbaijan più carico che mai e, al volante di una Rossa non propriamente degna delle posizioni di vertice, stampò il miglior tempo al sabato, davanti a Lewis Hamilton e Max Verstappen, considerati i favoriti alla vigilia. Le pecche della SF-21 emersero 24 ore più tardi e il monegasco dovette accontentarsi di un quarto posto, anche a seguito di una bella battaglia con Pierre Gasly nelle ultime due tornate di gara. Contrastare lo strapotere di Mercedes e Red Bull era impossibile, a bordo di una vettura simile. Con un mezzo più performante, però, la storia sarebbe potuta cambiare.

Sembrava dover andare proprio così, nel 2022. La Ferrari F1-75 aveva mostrato, nei primi sette appuntamenti mondiali, di potersela giocare alla pari con la monoposto di Milton Keynes, risultandole persino superiore alle volte. Per la prima piazza nelle qualifiche, non ci fu storia. Leclerc divenne il primo pilota a conquistare più di una Pole tra le stradine di Baku e aveva tutte le intenzioni di confermare il risultato anche nel giorno più importante. Sfortunatamente per lui, la sua Rossa aveva un grossissimo punto debole: l’affidabilità. Dopo averlo già tradito in Spagna, anche in Azerbaijan la sua numero 16 fu costretta a fermarsi per noie tecniche, mentre conduceva la corsa.

Un colpo durissimo, che pose fine quasi definitivamente alle speranze iridate del monegasco. Non, però, alla sua incredibile velocità in terra azera. Nel 2023, furono addirittura due le Pole conquistate dal classe 1997 sul cittadino inaugurato nel 2016, tra la qualifica standard e quella Sprint. Sia per la gara breve che per quella lunga, in ogni caso, troppa era la superiorità della Red Bull per poter anche solo pensare di impensierire Max Verstappen e Sergio Pérez, per cui Leclerc si vide costretto ad accettare un secondo posto al sabato e un terzo alla domenica, quest’ultimo rappresentante il suo primo podio a Baku da quando corre in F1.

Troppi bocconi amari, troppe sconfitte mandate giù per cause non imputabili a se stesso, troppa la voglia di rivalsa. L’occasione d’oro per smuovere definitivamente la voce “vittorie” nelle sue statistiche a Baku, Leclerc ce l’ha avuta nel 2024. Un’altra Pole irraggiungibile, stavolta alla guida di una monoposto più bilanciata e meno scorbutica alla domenica, tanto che, fino al primo ed unico pit stop, la leadership del #16 non era mai stata messa in discussione. Proprio dopo la sosta, la corsa azera di Charles prese una piega decisamente imprevista. Sorpreso da una grande manovra di Oscar Piastri, il quale aveva recuperato gran parte dello svantaggio accumulato grazie ad un efficacissimo undercut, l’alfiere di Maranello si vide relegato alle spalle della McLaren per la quasi totalità dei giri rimanenti, senza mai riuscire a sferrare una risposta che rimettesse l’australiano alle sue spalle.

Un sesto, un quinto, un quarto, un terzo e un secondo posto nelle gare portate a termine a Baku. Queste le statistiche di Charles Leclerc sul velocissimo cittadini. A fianco delle quali, però, non devono mancare le quattro Pole consecutive conquistate. Così come non dovrebbero mancare i distacchi spesso impietosi inflitti ai compagni di squadra. 2019 a parte, il monegasco ha rifilato, dal 2018 in avanti, un secondo e sette, tre decimi e mezzo, quattro decimi e mezzo, otto decimi e di nuovo quattro decimi e mezzo ai propri vicini di box. I distacchi degli anni delle prime posizioni al sabato sono quelli che fanno maggiormente riflettere. Senza Leclerc alla guida, infatti, la Ferrari non potrebbe vantare nemmeno una partenza dalla prima piazza in Azerbaijan.

La relazione tra Charles e Baku, dunque, è assolutamente paragonabile a quanto descritto all’inizio. Il monegasco ha sempre messo il suo 100% in ognuna delle proprie sette visite al tracciato azero, a partire dalla categoria cadetta. Un 100% che, dall’altra parte, non è mai stato ricambiato. Il legame tra il #16 di casa Ferrari e l’Azerbaijan in F1, però, rimane fortissimo. È proprio grazie a tale legame che, ogni anno, i tifosi possono sperare almeno nella gioia del sabato, sempre arrivata fin qui grazie al loro capopopolo.

Difficile pronosticare un esito diverso, in questo 2025 marchiato a fuoco dalla McLaren. Il destino, in ogni caso, è imprevedibile, così come lo è sempre stata anche Baku. E chissà che, presto o tardi, i numeri impressionanti del giro secco vengano finalmente affiancati anche da quelli della gara.

RICEVI LE NOTIFICHEP300.it SONDAGGIO 2025

Stai visualizzando da visitatore. Accedi o registrati per navigare su P300.it con alcuni vantaggi

È vietata la riproduzione, anche se parziale, dei contenuti pubblicati su P300.it senza autorizzazione scritta da richiedere a info@p300.it.

Condividi