L’eventuale quarto titolo di Verstappen passerà da una stagione che si è complicata strada facendo, come successo già in passato
1991, 2003, 2009. Sono tre esempi di stagioni di F1 che, a grandi linee, possiamo utilizzare come paragone per il 2024. Annate partire con vittorie per il team che avrebbe poi vinto il mondiale piloti e complicatesi con l’andare della stagione, fino all’affanno delle ultime gare per portare a casa il titolo.
Nel 1991 fu Senna con la McLaren a vincere le prime corse per poi subire il ritorno di Nigel Mansell. Nel 2003, toccò a Michael Schumacher sudare sette camicie per conquistare il sesto titolo iridato, il quarto con la Ferrari. Nel 2009, i successi iniziali della BrawnGP con Jenson Button furono compensati dal rientro, alla fine tardivo, della Red Bull e di Sebastian Vettel nel finale di stagione.
Il 2024, iniziato con cinque vittorie in sette gare per Max Verstappen, si è completamente ribaltato in favore della McLaren. A nove gare dal termine, il vantaggio dell’olandese in classifica è ampio, 70 punti. Tecnicamente, arrivando sempre secondo da qui alla fine dell’anno alle spalle di Norris, il mondiale sarebbe ancora suo. Ma, il solo dover pensare a queste prospettive, rende l’idea di quanto l’inerzia sia totalmente cambiata: nessuno avrebbe buttato un centesimo su una simile dinamica prestazionale dopo la Cina, quando tutti ci mettevamo le mani nei capelli per la possibilità – in realtà imprevista ad inizio anno – di un 2023 bis.
Che la scorsa stagione potesse essere replicata era assolutamente improbabile, ma le prime gare avevano illuso che il disastro – sportivamente parlando – di un secondo dominio di quel genere si potesse replicare. Invece, da Miami in poi, è stata un’altra storia.
Con il pacchetto di aggiornamenti portato a Zandvoort – anche se serve la riprova su una pista diversa – McLaren sembra aver messo definitivamente la freccia con una prestazione che ricordavamo, fino a poco tempo fa, a parti invertite con Red Bull. Norris, ora, non deve sbagliare più niente se vuole provare a mettere sotto pressione Verstappen. Il compito è difficilissimo. Ma già il fatto che se ne possa parlare ci indica che, da qui alla fine dell’anno, ci sarà da divertirsi.
Immagine di copertina: Media McLaren
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