Blog | La gioia di Bearman e Yamamoto: la loro felicità è la vera essenza del motorsport

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di Daniele Botticelli @DBDeiman
10 Marzo 2024 - 13:05
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In Arabia Saudita e in Giappone abbiamo assistito a due meravigliose storie di motorsport, dal debutto dell’inglese alla rinascita del giapponese.

Il weekend del motorsport del 9-11 marzo 2024 verrà sicuramente ricordato a lungo per l’incredibile esordio in Formula 1 di Oliver Bearman, chiamato nel bel mezzo del weekend a sostituire l’infortunato Carlos Sainz JR nel Gran Premio dell’Arabia Saudita, con l’opportunità di debuttare nella massima categoria con la Ferrari. Un’occasione incredibile, insolita dato un debutto assoluto in F1 al volante della Rossa non si verificava dal 1972, quando a farlo fu Arturio Merzario.

É anche inutile ribadire quanto il 18 enne pilota britannico sia stato sensazionale a Jeddah, riuscendo a tagliare il traguardo in settima posizione al termine di una gara ottima che lo ha fisicamente distrutto, non essendo (ancora) abituato a gareggiare a questi ritmi, con queste vetture e soprattutto in un lasso di tempo così lungo come lo sono le gare di Formula 1.

L’immagine che si vuole commentare in questo articolo è la felicità di Bearman mostrata una volta conclusa la gara, in cui spicca l’abbraccio nel paddock con suo padre: un abbraccio vero, emozionante, con entrambi felici, emozionati e sul punto di piangere dalla gioia.

In quell’abbraccio ci sono i risultati degli enormi sacrifici fatti dall’intera famiglia per supportare il sogno di Ollie, ovvero il poter competere a questi livelli. In quell’abbraccio, oltre al sollievo di aver superato indenni il weekend anche dal punto di vista psicologico viste le enormi pressioni poste sul pilota dal momento dell’annuncio del suo debutto, è come se in quel momento si stessero dicendo “Ce l’abbiamo fatta!”, come se avessero oltrepassato la linea del traguardo del loro percorso tra le categorie propedeutiche con il dubbio onnipresente sul fatto se tutto questo sforzo nel corso degli anni avrebbe portato Oliver da qualche parte. Direi che adesso una risposta c’è, ed è assolutamente affermativa.

Per quanto bellissima, però, la storia di Bearman non è stata l’unica emozionante di questo weekend, visto che in Giappone ne è avvenuta un’altra altrettanto (se non addirittura di più) bella rispetto a quanto visto in Arabia Saudita.

Nel weekend, a Suzuka, è partito il campionato di Super Formula, la principale serie a monoposto del Sol Levante. Oltre al vincitore della gara Tomoki Nojiri, il grande protagonista del fine settimana è stato Naoki Yamamoto, una leggenda del motorsport giapponese che lo scorso anno ha visto la propria carriera e la propria vita appesa ad un filo.

Bisogna tornare indietro per comprendere al meglio il tutto: il 17 settembre 2023 si disputa la 300km di Sugo nel Super GT, il campionato più famoso del Giappone a ruote coperte dove Yamamoto è regolarmente presente al volante della Honda NSX-GT #100 del Team Kunimitsu condivisa con Tadasuke Makino nella classe regina della serie, la GT500.

Al 39° giro avviene un terrificante incidente sul rettilineo del traguardo, con una vettura pericolosamente ferma in mezzo alla pista e con le protezioni laterali pesantemente danneggiate dopo l’impatto: il pilota coinvolto è proprio Yamamoto, finito violentemente contro il muro dopo un contatto con la più lenta Nissan GT300 di Teppei Natori. Replay non ne vengono mostrati e nell’immediato non si capirà benissimo la dinamica, ma ciò che interessa maggiormente è che Yamamoto non si muove all’interno della macchina, distrutta dopo l’impatto.

Yamamoto viene trasportato in elicottero all’ospedale, è cosciente ma la diagnosi del suo infortunio è inquietante: una sublussazione atlantoassiale, con un disallineamento della prima e della seconda vertebra e un danno al midollo spinale. Un infortunio spaventoso, in una situazione che però poteva essere ben peggiore.

L’incidente costringe Yamamoto a saltare il resto del 2023, con il rischio concreto che la propria carriera sia conclusa proprio lì. A porsi il dubbio è lo stesso pilota, che dall’ospedale scrive così sul suo profilo Instagram: “Sono ancora in una situazione in cui non riesco a scrollarmi di dosso l’ansia per il futuro, ma cercherò di lasciarmi alle spalle quei sentimenti e di affrontare questa difficile situazione senza arrendermi, così da poter recuperare completamente!”.

Dopo un evento simile è anche lecito pensare di non vedere più in azione Yamamoto, pensando ad un suo addio forzato accontentandosi di quanto ottenuto sin lì, anche guardando il suo palmares: a 35 anni compiuti Naoki vanta 3 titoli iridati nella Super Formula e due titoli nel Super GT nella categoria GT500, essendo anche l’unico ad aver vinto entrambi i titoli nello stesso anno per due volte, nel 2018 e nel 2020. In più, Yamamoto ha avuto anche l’occasione di saggiare la Formula 1 partecipando alle FP1 del Gran Premio del Giappone nel 2019 con l’allora Toro Rosso, comportandosi anche molto bene. Un palmares da vera leggenda del motorsport nipponico.

Yamamoto però non si arrende, e nonostante abbia lasciato l’ospedale ben due mesi dopo l’incidente di Sugo riesce a fare un recupero incredibile che gli consente di tornare al volante ad inizio anno nei test pre-stagionali della Super Formula a Suzuka, venendo confermato per la stagione 2024 al volante di una delle due vetture della Nakajima Racing.

L’inizio del 2024 di Yamamoto è stato favoloso: a Suzuka fa segnare il quinto tempo in qualifica a pochi millesimi dal proprio compagno di squadra Ren Sato per poi fare di meglio in gara tagliando il traguardo in terza posizione, con tanto di giro più veloce, ottenendo un incredibile podio sei mesi dopo un incidente che poteva costargli la carriera e la vita.

Un risultato sensazionale ed emozionante che sa di rinascita per Naoki, commosso una volta sceso dalla vettura e con gli occhi lucidi nell’intervista post-gara prima del podio. Una gioia incontenibile la sua, memore dell’enorme sofferenza vissuta negli ultimi sei mesi per un risultato insperato ed impensabile fino a poco tempo fa.

La gioia di Yamamoto dopo la gara di Suzuka segue quella mostrata da Bearman dopo la propria gara in Arabia Saudita, con entrambi a rappresentare la vera essenza del motorsport fatta di sacrifici, sogni, enorme forza di volontà e la voglia di non mollare mai, anche quando tutto sembra finito e senza via di uscita.

E in un periodo storico in cui spesso e volentieri le notizie riguardanti questo mondo sono più negative che positive, eventi come questi rappresentano una vera e necessaria boccata d’ossigeno. Grazie Ollie, grazie Naoki. Di cuore.

Immagine: SUPER FORMULA

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