La stretta sulle parolacce è il simbolo di una politica di facciata che cozza, clamorosamente, con la realtà dell’attuale Circus
Sarà l’età e l’essere nato in un periodo in cui il politically correct, al massimo, si faceva più con i fatti che con le parole, ma la stretta della Federazione sulla questione parolacce, con multe crescenti per un “fuck” o per qualsiasi iniziativa che non vada politicamente bene, rasenta l’assurdo se non il ridicolo.
Già vette piuttosto alte erano state toccate l’anno scorso, con la pantomima dei lavori socialmente utili inflitti a Verstappen; ora, però, il tutto fa direttamente ridere se pensiamo che si rischia più a dire una parolaccia in conferenza stampa che a partire per un giro di formazione senza autorizzazione, come successo in Brasile con Norris, multato con 5.000€.
Che il politically correct, quello spudoratamente di facciata, abbia stufato è un dato di fatto e la costante dimostrazione di incoerenza da parte della Federazione è il continuo premere su questo tipo di questioni mentre, dall’altro lato, acconsente allo svolgimento di diverse tappe del mondiale di Formula 1 in luoghi che hanno ben poco a che fare con lo stesso politically correct e anche con i diritti umani.
Non si può non avvertire un certo fastidio, pensando all’incompatibilità tra una dura politica di facciata per due parole fuori posto e il voltare la faccia mentre un quarto di mondiale si corre in posti poco inclini ad avere società giuste ed eque.
Che ci siano dei limiti che non devono essere superati lo sappiamo tutti e, a dire la verità, sono molto lontani i tempi in cui i piloti si facevano giustizia da soli in pista o appena scesi dalla monoposto. Ma arrivare al tabellario delle marachelle è un qualcosa che, oggettivamente, non ci meritavamo.
Tra l’altro, le multe valgono anche per la nuova partnership stellata con Gordon Ramsay? Il ragazzo (si fa per dire) è famoso per le sfuriate tra i fornelli. Oppure i suoi “fuck” vanno bene perché portano visibilità?
Speriamo arrivi in fretta il momento della pista, forse è meglio.
Immagine di copertina: Media Red Bull
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