La domenica di Max a Budapest è la peggiore da anni a questa parte tra RB20 che non va come dovrebbe, errori e sbottate via radio
Era da anni che non si vedeva un Verstappen così adirato, in pista e via radio: è bastata una domenica bestiale, quella di Budapest, per richiamare alla memoria il Max prima maniera, anche per il tentativo ottimista di passare un Hamilton tornato al top della furbizia.
In una confessione a Ricciardo, catturata dai microfoni durante la drivers parade, Max ha ammesso che “le caratteristiche della macchina”, nonostante gli aggiornamenti, “sono le stesse: lenta in ingresso, con sottosterzo” e, sembra troppo puntata sul posteriore.
Red Bull sperava, con la versione modificata, probabilmente di fare molto meglio ma si è ritrovata col cerino in mano. Anzi, il recupero di Pérez potrebbe addirittura far pensare che la RB20 portata in pista da Verstappen non sia nemmeno veloce quanto quella del messicano. In ogni caso, in Red Bull sembra sia arrivata la confusione, anche se bisogna sempre andarci con i piedi di piombo.
A Budapest la strategia, che aveva messo una pezza a Silverstone, ha toppato a sua volta. Può succedere, ma di fatto la McLaren ad oggi è davanti e, in Ungheria, si è anche potuta permettere di “giocare” con i piloti.
Se non altro, dopo due anni abbondanti di passeggiate, Verstappen dimostra di non mollare un centimetro. I pugni al volante in qualifica, con il terzo posto per 46 millesimi, sono segno di uno che non ci sta ancora a perdere nonostante l’abbuffata di numeri degli ultimi 24 mesi. La ferocia con la quale ha tentato di rimediare alla strategia errata è quella grazie anche alla quale, fino ad ora, ha vinto così tanto.
Al tempo stesso – e il concetto viene ripetuto su queste pagine di blog, indipendentemente dal pilota – le sfuriate via radio contro il team non sono mai edificanti. L’adrenalina è spesso incontrollabile: ma così come, negli anni scorsi, ho criticato le lamentele di Hamilton una volta tanto che la Mercedes sbagliava qualcosa e così come, ultimamente, ho criticato Leclerc per l’essere troppo drastico con il suo muretto, stavolta la ramanzina tocca a Max. Perché se il risultato del “rimediare” all’errore strategico è entrare a tuono in curva 1 con tutti i rischi del caso, Lambiase ha allora tutto il diritto di fare lo stizzito. Resto sempre dell’idea che gli uomini squadra si facciano sentire una volta che i microfoni non possono sentire e questo vale per tutti.
A proposito: girano traduzioni fantasiose sul termine “childish” usato da Lambiase nel team radio dopo la toccata con Hamilton. C’è chi sostiene abbia detto a Verstappen di essere “come un bambino”, mentre il termine era riferito al fatto di perdere tempo a lamentarsi con gli altri team. Ma di questo (e del solito cercare di mettere in cattiva luce qualcuno) se ne parlerà in separata sede.
Detto questo, la situazione sembra diventare pesante. Chissà se il telefono di Toto Wolff, oggi, è già da mettere sotto carica.
Immagine di copertina: Media Red Bull
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