Ancora una volta Max Verstappen si è dimostrato il pilota più forte e completo, a prescindere dalla vettura
“I punti si fanno sempre alla domenica”: spesso chi vi scrive ha ribadito questo concetto che sembra molto semplice ma che, soprattutto nella F1 moderna dove anche il venerdì è diventato motivo di interesse per click e riviste da vendere, appare quasi dimenticato. Sprint a parte, però, a volte il sabato diventa “del villaggio”, parafrasando la poesia del Leopardi, perché siamo testimoni di un qualcosa che dobbiamo vivere all’istante, senza dover dare spiegazioni o aspettare qualcosa di diverso.
La pole numero 41 di Max Verstappen è arrivata come una sberla che ti sveglia dal torpore e ti dà una scarica di adrenalina. Una Gioconda, anzi “la” Gioconda del 4 volte campione del mondo, come definita dal nostro direttore. Verstappen ha confermato oggi, anche se non ne aveva bisogno, di essere semplicemente il più bravo di tutti. Lo era già al suo esordio, lo è stato nel periodo in cui veniva messo in croce dai tanti detrattori di fede ferrarista e “Hamiltoniana” per gli errori che commetteva e lo è ancora oggi, dopo tutti i successi ottenuti dal 2021. La cartina di tornasole resta sempre il mondiale 2020, dove aveva dimostrato di avere “quella cosa lì” che hanno in pochissimi, forse soltanto quelli che per cognome hanno una S come prima lettera.
Max, con le sue imprese, ci riporta al passato e oggi che sta lottando contro la macchina, ovvero le micidiali McLaren, è naturale pensare a quel 1998 in cui un pilota tedesco combatteva contro le Frecce d’Argento di Woking. La speranza per Verstappen è che il mondiale si concluda diversamente rispetto a quello vinto da Hakkinen contro Schumacher, ma indipendentemente da quello che sarà il risultato finale, la classe di Max non ha bisogno di nient’altro.
Immagine copertina: Red Bull Racing on X
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