Blog | Il Red Bull Junior Team è tornato a funzionare

Autore: Daniele Botticelli
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Pubblicato il 22 Dicembre 2024 - 13:00
Tempo di lettura: 4 minuti
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Le promozioni di Lawson ed Hadjar, oltre che a definire le line up 2025 di Red Bull e Racing Bulls, rilanciano il modus operandi del programma per giovani piloti gestito da Helmut Marko.

Il valzer dei sedili tra le fila di Red Bull e Racing Bulls è finalmente concluso, con Liam Lawson preferito a Yuki Tsunoda per diventare il nuovo compagno di squadra di Max Verstappen in Red Bull ed Isack Hadjar promosso a sua volta nel team con sede a Faenza, arrivando così a debuttare in Formula 1 nel 2025. Questi movimenti, oltre a rimescolare le carte per quanto riguarda le formazioni che fanno capo a Red Bull, ha riportato in auge un modus operandi che in passato si è rivelato valido e che riguarda l’ambiente Red Bull a tutti i livelli, prima di venir accantonato negli ultimi anni per svariati motivi: il Red Bull Junior Team è tornato a funzionare come ha sempre fatto.

Per far comprendere meglio il significato presente dietro questa affermazione è lecito ricordare che sin dagli inizi della propria avventura in Formula 1, Red Bull ha fatto affidamento sul proprio Junior Team per la scelta dei piloti da schierare come titolari, con Vitantonio Liuzzi il primo “alumni” ad essere promosso titolare per la stagione 2005, in coabitazione con Christian Klien, dopo la vittoria del titolo nell’ultima edizione della International Formula 3000 avvenuta l’anno precedente.

Il debutto di Liuzzi in F1 dal Junior Team direttamente in Red Bull fu un unicum dettato dal debutto stesso della multinazionale austriaca dopo aver rilevato la Jaguar, ma con l’acquisizione di Minardi e la conseguente creazione della Toro Rosso nel 2006 venne dato il via ad una scala di crescita per i piloti del proprio Junior Team che, per i più promettenti e meritevoli, permetteva di debuttare in Formula 1 in Toro Rosso dopo l’avventura nelle categorie propedeutiche.

Con questo meccanismo, negli anni la Toro Rosso si è affermata ed identificata come “team satellite” Red Bull, nel quale i giovani prospetti del Junior Team iniziavano la propria avventura in Formula 1 venendo poi presi in considerazione per un’eventuale promozione in Red Bull quando se ne presentava l’occasione. E questo processo ha indubbiamente funzionato alla grande nello scorso decennio formando ottimi piloti tra cui spiccano i nomi di Sebastian Vettel e Max Verstappen, entrambi quattro volte Campioni del Mondo con Red Bull e gli unici capaci di vincere il titolo iridato con il team di Milton Keynes.

Negli ultimi anni questo meccanismo si è un po’ “inceppato” principalmente per la mancanza di piloti validi e non ritenuti pronti al passaggio in Formula 1 presenti nel Red Bull Junior Team, obbligando Helmut Marko a ricorrere a piloti esterni al mondo Red Bull per riempire i sedili di Toro Rosso/AlphaTauri ed ora Racing Bulls: in queste casistiche rientrano i casi di Brendon Hartley nel 2017 (ex membro del Junior Team ma all’epoca già affermato nel mondo Endurance) e Nyck De Vries lo scorso anno, con l’olandese che in quel periodo fu un’assoluta occasione di mercato anche dopo il suo ottimo debutto a Monza con la Williams. Tra queste scelte fatte scavalcando il Junior Team rientra anche il ritorno di Daniel Ricciardo a metà 2023 proprio per sostituire lo stesso De Vries, con un’operazione che ha sempre dato l’idea di esser stata comandata da organi ancor più superiori al gruppo Red Bull. Ma questo (ad oggi) è solamente una convinzione di chi sta scrivendo queste righe…

Le recenti promozioni di Lawson ed Hadjar in Racing Bulls, ed anche in Red Bull nel caso del neozelandese, hanno rimesso in moto la macchina del RB Junior Team come fonte da cui scegliere i piloti per le line up dei propri team, premiando i risultati ottenuti nelle categorie propedeutiche e dando loro una chance per esprimersi ad alti livelli. E non sembra finita qui, con Pepe Martì e soprattutto Arvid Lindblad che iniziano a scalpitare tra gli attuali membri del Red Bull Junior Team e che promettono scintille nella prossima stagione di Formula 2, pronti a candidarsi ad un’eventuale successione di Tsunoda in vista del 2026 in Racing Bulls nel caso in cui il giapponese decida di lasciare la galassia Red Bull perché scottato dalla scelta di Lawson per l’ex sedile di Perez in Red Bull.

Quest’ultima eventuale situazione sarà in continua evoluzione nel 2025 e di conseguenza da tener d’occhio, ma ciò non toglie che ora il Red Bull Junior Team è tornato a funzionare come ha sempre fatto.

Immagine: Twitter / Formula 2

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