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Blog | Il futuro della Red Bull e il rischio di diventare come i Chicago Bulls del 1998

di Andrea Ettori
AndreaEttori
Pubblicato il 1 Maggio 2024 - 22:38
Tempo di lettura: 4 minuti
Blog | Il futuro della Red Bull e il rischio di diventare come i Chicago Bulls del 1998
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Un confronto tra l’attuale situazione del team di Milton Keynes e la parte finale dell’epopea di una delle squadre storiche dell’NBA

Jos Verstappen, parlando della situazione di Christian Horner ad inizio stagione, era stato piuttosto chiaro: “Se Horner resterà, per il team sarà un disastro”. Tutto sembrava essere più o meno rientrato con la conferma del team principal durante il weekend del Bahrain ma soprattutto grazie alle quattro vittorie in cinque gare disputate ottenute da Max Verstappen.

Nel mezzo di questo le voci di un possibile addio dello stesso Max, ma anche di Adrian Newey, sono continuate a circolare fino all’annuncio arrivato oggi della separazione, dopo 19 anni, tra il team inglese e il progettista più vincente nella storia della F1. Un vero fulmine a ciel… non del tutto sereno, che ovviamente va a cambiare le prospettive del team in ottica 2026 non solo a livello tecnico ma anche di piloti.

È chiaro che le Red Bull dominanti delle ultime due stagioni e mezzo sono uscite dalle idee di Newey, supportato da un mega gruppo di lavoro che nei prossimi anni proverà a portare avanti questo progetto vincente. Un gruppo di lavoro costruito da quello che oggi, e forse domani (ma ci arriveremo), è già considerato l’artefice del possibile declino della Red Bull del futuro, ovvero Horner. Va detto che quello che sta succedendo fuori dalla pista è una storia terribile, che si sapeva avrebbe condizionato le scelte del team. Immaginarsi però uno scenario del genere, soprattutto così presto, non era semplice; in particolar modo l’abbandono di Newey, che fino a qualche settimana fa sembrava essere qualcosa di totalmente utopistico.

A Horner va dato atto però di aver costruito questo team in modo semplicemente eccezionale. La mentalità vincente e una perfezione quasi irripetibile sono frutto della sua programmazione e questo va e andrebbe sempre sottolineato. Purtroppo sono i momenti di difficoltà ad essere spesso ricordati più dei successi e un ulteriore momento complicato per il team e Horner potrebbe arrivare dalla scelta di restare o andarsene da parte di Verstappen.

Il tre volte campione del mondo, nonostante le parole di amore e fedeltà verso la squadra, ora potrebbe essere tentato ad abbandonare il team che lo ha “costruito” (insieme al padre) e a maggior ragione dopo l’uscita di Newey. Dovesse decidere di andare in Mercedes o Aston Martin, ecco che soprattutto per Horner potrebbe aprirsi una spirale negativa del tutto simile a quella vissuta dall’ex general manager dei Chicago Bulls, Jerry Krause, nella drammatica estate del 1998. L’uomo che con le sue scelte aveva di fatto costruito la squadra più iconica nella storia dell’NBA, decise di mettere da parte giocatori (tra cui Michael Jordan, Scottie Pippen e Dennis Rodman) che gli avevano consentito di vincere sei titoli in otto stagioni per ricostruire una squadra che per lui era troppo vecchia e non più vincente. Mai scelta fu più sbagliata, tant’è che a distanza di quasi 25 anni i Bulls ne pagano ancora le conseguenze e anche la moglie di Krause, morto nel 2017, è stata recentemente fischiata dai tifosi.

Un atteggiamento sbagliato che conferma come, nell’immaginario collettivo, le scelte sbagliate vengono ricordate maggiormente rispetto a quelle vincenti e Krause, di queste, ne aveva fatte parecchie. Horner, se dovesse uscire anche Verstappen, potrebbe ritrovarsi nella situazione vissuta da Krause, in particolar modo se i risultati futuri non dovessero essere all’altezza di quanto costruito in modo favoloso da quando è diventato team principal Red Bull.

La sua storia in F1 e la sua reputazione sportiva, e sottolineo sportiva, sarà totalmente influenzata da Verstappen e da quello che succederà nei prossimi mesi. Il rischio di rivedere i Bulls del 1998 nella Red Bull del 2025 non è così lontano, ma come sempre sarà solo e soltanto la pista a dire chi avrà avuto ragione o torto.

Immagine: Red Bull Content Pool


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