Blog | Il calcio che parla di motori, magari i motori che parlano di cucina. Siamo arrivati al punto di non ritorno per l’informazione?

Autore: Alessandro Secchi
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Pubblicato il 7 Ottobre 2024 - 22:37
Tempo di lettura: 2 minuti
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La caccia ai numeri sul web sta portando ad una tendenza sempre più chiara. Le visite del proprio argomento non bastano più

Una tendenza sempre più comune negli ultimi tempi è quella di uscire, con la propria linea editoriale, fuori dal seminato. Quasi quotidianamente mi vengono girati screenshot, per lo più da Google News, su siti che tecnicamente non hanno niente a che fare col Motorsport che si lanciano in notizie sulla Formula 1 e via dicendo.

Giusto stamattina mi è arrivata la segnalazione di un sito di calciomercato uscito con un pezzo su Verstappen, rispettando ovviamente tutti i crismi del clickbait per non farsi mancare nulla. Titolo fuorviante per attirare il lettore e via dicendo: tutte tattiche che purtroppo ben conosciamo e hanno ben poco a che fare con l’etica professionale.

Al di là del singolo caso, questa tecnica è ormai sempre più diffusa. Siti sportivi che parlano di auto stradali, siti di calcio che parlano di motori e chissà, magari tra poco avremo siti di motori che parleranno di cucina mescolando i pistoni con le zucchine.

Di motivazione valida ce ne può essere solo una: visite e numeri. Intendo dire che, evidentemente, ciò che si ottiene col proprio settore non è più sufficiente. Pertanto si cerca di allargare i confini. Va da sé che se hai sempre scritto di bucato e da domani tratti chimica, il tutto diventa molto palese esattamente come sta succedendo negli ultimi mesi.

Il bello è che se prima la concorrenza (soprattutto in Italia, dove siamo in molti a parlare di motorsport) era con i siti appunto concorrenti in tutto e per tutto, adesso bisogna avere anche a che fare con chi vuole scalare l’indicizzazione parlando di Hamilton, Verstappen e Leclerc con siti che trattano tutt’altro.

La sensazione (ma è anche una speranza) è che si sia arrivati al punto di non ritorno, ovvero alla disperazione digitale. Un grandissimo “Ndo cojo cojo” che porterà, prima o poi, ad un totale reset dell’informazione. A volte per cambiare è necessario ripartire completamente da zero. Viene da sperare che sia così. E che magari, qualche algoritmo, decida prima o poi di lavorare seriamente.

Immagine di copertina: Media Red Bull

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