Blog | I campionati invernali

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di Alessandro Secchi @alexsecchi83
4 Gennaio 2024 - 13:00
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Oltre a quello che conosciamo esiste un altro campionato del mondo di F1, che si gioca su diversi livelli. È quello invernale

Dal giorno successivo alla fine del mondiale di F1 a quello delle qualifiche del primo GP di quello successivo, c’è un altro mondiale che non assegna punti e si svolge regolarmente, tutti gli anni, nelle case di tutti gli appassionati e negli uffici dei media. È il famosissimo (quanto invisibile) campionato invernale.

Si tratta di un mondiale che si gioca su più livelli e ha un interesse tutto suo, perché vive e si nutre di indiscrezioni, cambi di casacca, soffiate, speranze, forme, colori nuovi e, infine, i primi risultati del cronometro, quelli dei test prestagionali. Che, una volta, si chiamavano invernali, ma ora che si disputano in Bahrain…

I campionati invernali sono fantastici. Partono sulla base dei risultati dell’anno appena terminato e, di riflesso, con le speranze di vedere qualcosa di diverso. Nel caso del 2024, la speranza globale è che qualcuno si possa avvicinare a Red Bull per non vedere un altro dominio, il quale farebbe male a tutti tranne che ai tifosi del team di Milton Keynes.

I campionati invernali sono quelli delle indiscrezioni, delle notizie che trapelano dai team e dalle quali gli addetti ai lavori dipingono uno schizzo globale di quello che sarà il mondiale successivo, sulla base delle debolezze e dei punti di forza delle varie monoposto che hanno chiuso il mondiale. Soluzioni, conferme, rivoluzioni, adattamenti. Prima che le nuove monoposto vengano presentate si crea un’immagine parziale di quello che sarà, in attesa di vedere dal vivo le nuove nate.

I campionati invernali sono quelli dei cambi casacca. Ecco, fronte piloti il 2024 sarà un’eccezione dato che non ci sarà nessuna modifica nella griglia rispetto a quella di fine 2023. Però un occhio va dato anche al mercato dei tecnici. Marshall da Red Bull ad una McLaren in ripresa è uno spunto di interesse, così come vedere come Mekies si adatterà al ruolo di Team Principal nella quasi ormai ex AlphaTauri, futura… non si sa ancora, ma si dice Racing Bulls. Staremo a vedere.

I campionati invernali, dopo settimane di discussioni, sono poi quelli delle presentazioni delle monoposto. Una pratica oggettivamente diventata assai difficoltosa da gestire per gli addetti ai lavori nel corso degli anni. È passato il tempo degli sfarzosi eventi che richiamavano l’attenzione dei media, i grandi inviti e ospiti VIP a presenziare insieme a piloti e staff. Ora è tutto diverso, più ovattato ed è il caso di dire peggiorato. Diversi team optano addirittura per delle “Season preview” nelle quali, in sede o semplicemente via render, vengono mostrate le nuove livree su vetture precedenti. Per contenere i costi e per sfruttare fino all’ultimo giorno di tempo per lavorare sulle monoposto che, sul filo di lana, verranno spedite sul luogo dei test prestagionali.

I campionati invernali sono quelli delle sensazioni. Una volta che le nuove monoposto hanno visto finalmente la pista (ammesso che alla prima gara non ci si presenti con un’altra versione…) le discussioni si spostano dall’ipotesi alle prime vere immagini, con i commenti del caso sia dal punto di vista estetico che tecnico. Come sempre, non necessariamente una macchina bella sarà veloce e viceversa. È sempre il cronometro a giudicare.

I campionati invernali, infine, sono quelli che si chiudono con i test, ormai ridotti a tre giorni, e quel cronometro dell’ultima giornata che non si sa mai come interpretare. Sbilanciarsi è difficile, anche se qualche soffiata o indiscrezione è sempre pronta per capire il sentimento generale.

Insomma, i campionati invernali sono intensi, speciali e lasciano delle tracce che vengono riprese poi durante il corso della stagione sulla base dei risultati in pista. Ricordate il 2009 con la BrawnGP? Certo, si tratta di una incredibile eccezione, ma ricorda che il rischio di sbagliare è sempre dietro l’angolo. L’atteggiamento più consono è quello di prendere tutto con le pinze. Perché poi, alla fine della fiera, sono i 10 minuti della prima Q3 a chiudere molte questoni di cui si è parlato per tutta la stagione fredda.

Rinviando il tutto ad un altro, meraviglioso, campionato invernale.

Immagine: ANSA

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