La prima settimana del sette volte iridato da pilota Ferrari si è – finalmente – conclusa
I primi cinque giorni lavorativi di Lewis Hamilton da pilota Ferrari si sono conclusi e, alla fine, hanno rispettato tutte le attese in termini di mediaticità.
Il colpo del secolo – perché di questo si tratta – ha avuto una risonanza illimitata in tutte le parti del mondo. L’associazione tra il pilota e la scuderia più vincenti della Formula 1 ha creato un mix incredibile e non poteva, d’altronde, essere altrimenti. Dopo 17 anni vestito di grigio e molti di più da pilota sotto contratto con Mercedes (il primo accordo con McLaren a 12 anni), vedere Lewis uscire dalla casetta di Enzo Ferrari avvolto dal rosso ha creato, effettivamente, un certo effetto.
Già parecchio iconica era stata la primissima immagine in borghese, con alle spalle sempre la casetta del grande vecchio e, a fianco, una F40. Tutto preparato nei minimi dettagli, se non fosse che a fare il guastafeste ci si è messo John Elkann in persona con la gaffe delle scarpe Adidas, marchio concorrente dello sponsor tecnico Puma…
Ma è solo quando Hamilton è entrato in pista per la prima volta, mercoledì mattina, che l’alone di incredulità su questo nuovo incredibile binomio si è dissolto definitivamente. Lewis Hamilton, sette volte campione del mondo, è un pilota della Ferrari. Il suo 44 è ora attaccato sulla Rossa. Davanti a sé, ha un obiettivo che va oltre i miliardi di parole sprecate in questi giorni su qualsiasi minimo dettaglio – anche inutile – del suo approdo a Maranello.

Non è, infatti, dal colore del casco, dall’outfit o dal parlare l’italiano o meno che si distingue e che si dovrebbe tifare un pilota: dal 2008, ad esempio qualcuno che ha parlato la nostra lingua in abitacolo c’è sempre stato ma di mondiali piloti non ne sono arrivati, mentre gli ultimi sei restano segnati da chi la nostra lingua la parlava solo in privato (Schumi) o proprio non ne voleva sapere (Kimi).
Molto più importante, ai fini della concentrazione e dell’obiettivo, è vedere che Lewis ha riportato al suo fianco la “fatina” Angela Cullen e ha voluto entrambi i suoi genitori per questo nuovo battesimo in pista. Questo oltre ad essersi confrontato con Sebastian Vettel riguardo ai tecnici che lo accompagneranno come Riccardo Adami. Come avevo scritto nei giorni scorsi, è e sarà carico a pallettoni in questo inizio di stagione. Sarà importante familiarizzare al massimo in queste prime settimane con tutto e tutti, per poi farsi trovare pronto a marzo per il via di un mondiale dal quale dovrà capire molte cose, nonostante la sua lunga esperienza. Il finale di 2024 è stato infatti traumatico con punte di down importanti, mentre le 40 primavere richiedono sacrificio per rimanere al top.

Quella in Ferrari sarà, quindi, anche una battaglia contro se stesso, per capire se e quanto smalto c’è ancora. E, forse, proprio questa sarà la questione più interessante da tenere d’occhio nelle prime uscite. Il primo a sperare di essere in forma è sicuramente lui. Poi, in ordine, vengono i suoi tifosi che lo seguono da sempre, quelli della Rossa che l’hanno accolto calorosamente e molti media, che ripongono nella storia Hamilton-Ferrari una fiducia clamorosa e, soprattutto, delle speranze di ripresa.
Devo ammettere di essere molto incuriosito da tutto questo. Ovviamente, non è necessario fare dietrofront sul giudizio sull’Hamilton pilota solo perché è vestito di rosso, cosa che ho già visto fare come nelle migliori delle tradizioni, recentemente per Alonso, Vettel e addirittura Schumi (al contrario) quando è andato in Mercedes. Hamilton è in F1 da 18 anni (è un maggiorenne del Circus) e la sua carriera è iniziata, appunto, molto tempo fa con pregi e difetti. Sapete che una delle prerogative, qui dentro, è non cercare di arruffianarsi qualcuno o cavalcare l’onda. Siamo di fronte ad un movimento di mercato storico ed è giusto raccontarlo, cercando di farlo nel modo più corretto possibile.
Per il resto, sarà la storia a dirci se la settimana santa che abbiamo appena vissuto è solo l’inizio di un vero e proprio miracolo. Lo scopriremo, come si dice, vivendo.
Immagine di copertina: Media Ferrari
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