Il sette volte iridato ha ormai assunto, come forse mai prima d’ora, l’assoluta centralità all’interno del mondo dell’informazione motoristica
Un giovedì mattina come tanti, tra le poche luci dell’alba. Una colazione tranquilla, un’occhiata al cellulare per verificare le poche notizie giornaliere. O almeno, questo è ciò che tutti noi pensavamo. Nessuno poteva immaginare quanto quel primo febbraio 2024 sarebbe potuto essere incisivo per la storia non solo del “semplice” motorsport, ma anche del mondo dell’informazione ad esso legato. Lewis Hamilton, sette volte Campione del Mondo di F1, veniva annunciato come futuro pilota della Ferrari, la squadra più iconica e vincente di tutte. Un eco mediatico a dir poco enorme, la notizia spalmata sulle prime pagine di ogni quotidiano, sito web o anche pagina social che avesse lo sport come suo centro, articoli su articoli in cui già allora si iniziavano ad analizzare i pro e i contro del trasferimento più clamoroso di sempre. Proprio così: già allora, quando tutto non era, ancora, effettivamente avvenuto.
Il passaggio della leggenda anglo-britannica della Mercedes alla Rossa non ha rappresentato soltanto il tema principale dell’ultima parte della scorsa pausa invernale, ma anche dell’intero campionato di F1 2024. Fortunatamente, e qui è proprio il caso di dirlo, l’intrattenimento in pista non è mancato, dopo un inizio preoccupante in quanto a spettacolarità e duelli ravvicinati, che aveva fatto presagire nove mesi di noia totale. Così non è stato e ne siamo tutti molto grati. Perché, dopo neanche cinque tappe, la mole di informazione che continuava ad investirci riguardante l’imminente, si fa per dire, arrivo di Hamilton alla Scuderia aveva già piuttosto stufato. Ci ha pensato la McLaren, con i suoi ottimi sviluppi, a ravvivare la lotta iridata e a riportare il focus solo o quasi su ciò che accadeva nei tracciati di tutto il mondo. Ci ha pensato la stessa Ferrari, con una seconda parte di campionato in crescendo, a reindirizzare l’attenzione sulla sua coppia di piloti attuale più che su quella del prossimo futuro. Sullo sfondo, però, Lewis era sempre presente.
La conclusione dell’ultimo campionato ha messo in stand-by soltanto il rumore dei motori. Una pausa sicuramente necessaria, per sedimentare e far crescere piano piano l’attesa per l’inizio del prossimo, ma quanto mai ripiena, colma e strabordante di aggiornamenti minuto per minuto sul solo Lewis Hamilton. Non sono mancati i post e, di nuovo, gli articoli a partire già dall’ultima gara di Abu Dhabi, quando l’inglese venne intercettato durante un ingresso nel garage di Maranello, per poi continuare a proliferare fino al primo di gennaio. Da lì in avanti, un mare in tempesta. Sono fioccate le parole, i paragoni, le ipotesi, persino dettagli su azioni del tutto irrilevanti, ma che, con Lewis al centro, assumevano di conseguenza la massima importanza. Tutto in attesa di quel momento, arrivato ufficialmente quasi tre settimane dopo, lunedì 20 gennaio: la prima foto da pilota Ferrari.
Il ritratto di Hamilton davanti alla casa di Enzo, con tanto di F40 alle spalle, ha fatto il giro del mondo, diventando il post relativo al mondo della F1 con più “mi piace” di sempre. A stretto giro, sono arrivate le prime istantanee in fabbrica, il saluto con gli uomini in rosso, i video con i tifosi in festa, accampati fuori dai cancelli della Gestione Sportiva per aspettare il proprio nuovo beniamino. Uno solo poteva essere lo scenario nel quale tutti noi ci saremmo ritrovati in seguito: l’affogamento in mezzo ad un ammontare di articoli sconfinato che aveva come soggetto il solo ed unico Lewis, in ogni suo piccolo spostamento e atteggiamento. Qualcosa al quale dovremo fare l’abitudine. Anche perché, quest’anno, una tale situazione potrà solo che amplificarsi. Ogni fine settimana, i riflettori saranno puntati sul numero 44, su ciò che eseguirà al volante della SF-25 ma anche fuori dall’abitacolo, nel paddock, ai box, nella vita di tutti i giorni.
Una sorta di “Grande Fratello” in formato mini, al seguito del sette volte iridato, sicuramente in Italia più che in altre nazioni. Il problema è che questo tipo di informazione, questa abbondanza di interesse intorno ad Hamilton non fa il bene degli appassionati. È più che normale che l’avventura sulla Rossa di Sir Lewis rappresenti probabilmente il tema principale della stagione che inizierà in Australia il 16 marzo, ma non è certamente l’unico di cui trattare. Ci sono sei ragazzi che puntano a completare il loro primo anno in F1, tutti nati dal 2002 in poi, con grande talento e voglia di farsi le ossa per progredire verso la cima della griglia. C’è un Max Verstappen chiamato a difendere con le unghie e con i denti il suo titolo, per arrivare dove solo Michael Schumacher riuscì, ai cinque allori consecutivi. C’è un Carlos Sainz determinato a riportare la Williams, passo dopo passo, ai vertici dello sport, un’impresa tutt’altro che semplice ma sulla quale lo spagnolo punta moltissimo.
La storia di Hamilton, insomma, non è l’unica che può essere raccontata. Pur trattandosi della narrazione che gode del maggiore prestigio e della maggior rilevanza mediatica, non rappresenta il centro dell’universo, né di quello fisico né di quello, assai più piccolo, dei motori. Questo è ciò che, però, è stato voluto far passare come messaggio negli ultimi 12 mesi. Da quel giovedì 1 febbraio 2024, tante cose sono cambiate. Peccato che non tutte l’abbiano fatto per il meglio. Buona fortuna quindi, a Lewis, alla Ferrari, ma soprattutto a chi si ritroverà a gestire questo connubio, ai box e soprattutto davanti ad una tastiera e ad uno schermo. Mai come quest’anno, l’informazione motoristica sarà aggrappata con ogni suo sforzo alle spalle e alla schiena di un singolo pilota.
Immagine di copertina: Media Ferrari
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