Blog | Hamilton e Ferrari, il marketing è già iniziato. Ma lasciamo in pace Ayrton

Autore: Alessandro Secchi
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Pubblicato il 31 Dicembre 2024 - 14:00
Tempo di lettura: 4 minuti
Blog | Hamilton e Ferrari, il marketing è già iniziato. Ma lasciamo in pace Ayrton
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Domani inizia ufficialmente l’era Hamilton in Ferrari. Con tutto il suo carico di aspettative ed esagerazioni (già iniziate)

È tutto pronto per l’arrivo di Hamilton in Ferrari. Ma proprio tutto. Le fanfare sono dispiegate, le campane suonano già a festa e la pace nel mondo sarà, a breve, cosa fatta.

Soprattutto, come ampiamente prevedibile, la coda del trentennale della morte di Ayrton fa sì che Magic sia anche responsabile etico e morale dell’arrivo a Maranello di Lewis, suo figlioccio acquisito per decisione mediatica più che per la sincera ammirazione dello stesso nei suoi confronti.

Tra l’altro, come se Senna in Ferrari ci fosse già stato e la sua aurea si potesse ancora annusare nei dintorni di Modena. Peccato che difficilmente sarebbe successo: avesse vinto il titolo nel 1994 non avrebbe mai e poi mai mollato la tanto agognata Williams per infilarsi in un ginepraio rosso. Ayrton voleva la macchina migliore – come dargli torto – e quando mai la Ferrari lo sarebbe stata per permettersi di averlo in squadra? Difficile dirlo.

Il marketing, con buona pace di Magic, è anche questo e nel nostro paese c’è un folle bisogno di vedere la Ferrari vincente per ringalluzzire le folle, il che crea aspettative e porta ad esagerazioni preventive che poi vanno verificate sul campo.

Hamilton ha fatto non bene, benissimo a cogliere l’occasione della Rossa. In tutta questa storia sarà lui a guadagnarci più di tutti e a cadere in piedi, anche se le cose non dovessero andare bene. Prima di lui Alonso, Vettel e fino ad ora Leclerc non sono riusciti a riportare il titolo a Maranello: se non dovesse riuscirci nemmeno lui, sarebbe facile scaricare le colpe sulla squadra incapace di fornire il materiale adatto. Molto più difficile sarebbe il contrario, guardando al suo palmares.

Per Lewis la chiusura di carriera in rosso è, insomma, la soluzione perfetta. Lato marketing lo è sicuramente anche per la Ferrari, che potrà godere del binomio tra scuderia e pilota più vincenti nella storia della Formula 1. Roba che farà schizzare visibilità, merchandising e non solo. In questo, l’accordo è da vittoria scontata.

Poi c’è anche la pista e, al di là delle belle parole di circostanza, sarà da vedere come si svilupperà il tutto una volta che si poggeranno le ruote a terra. Se capisco qualcosa dopo 34 anni che seguo questo sport, sono molti più i possibili rischi che i vantaggi in un’operazione del genere e ho già avuto modo di parlarne. Il primo, il più grande, è quello di perdere Leclerc mettendogli a fianco una montagna ingombrante sotto tutti i punti di vista.

Sia chiaro, non ho dubbi sul fatto che lo Charles di oggi possa stare davanti al Lewis di oggi, così come è già successo con Russell per due stagioni su tre in Mercedes. Lewis però non è solo un pilota. Arriva carico a pallettoni dopo aver preso un’altra decisione drastica nella sua carriera e il suo essere accentratore totale lo conosciamo bene. Dal suo punto di vista farà benissimo a cercare di plasmare la Ferrari su di lui, e ci mancherebbe anche: è stato preso (in teoria) anche per questo. Il problema sarà l’altra parte del box: sarei davvero stupito di vedere facce serene dopo metà stagione se anche con Sainz ci sono state tensioni in più occasioni. A meno che la nuova Ferrari non sia una delusione al punto da non aver senso bisticciare per posti poco nobili.

In soldoni, la dietrologia in stile Netflix sull’arrivo di Lewis lascia il tempo che trova: semplicemente si è aperta una porta e ci si è infilato in fretta ritenendo impossibile poter tornare a vincere con Mercedes. Il tempo ci dirà se, dopo l’azzardo di Brackley, anche quello di Maranello pagherà. Ma lasciamo Ayrton al suo posto: quest’anno è stato nominato a sufficienza, arrivando anche allo sproposito.

Che arrivi marzo in fretta, insomma. Così da poter parlare di ciccia, quella vera.

Immagine di copertina: Media Mercedes

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