Asfalto sotto i 15 gradi, auto che quasi driftano. Così non si sfrutta la vera forza delle F1
Giacche pesanti, berretti di lana, sciarpette e scarponi. La notte di Las Vegas è leggermente diversa dal giorno in termini ambientali e, come si era visto anche l’anno scorso, le temperature serali non sono proprio il massimo per ospitare una gara di F1.
Sin dalle prime libere la temperatura dell’asfalto, peraltro rinnovato, non è andata molto oltre i 16 gradi, scendendo anche a 12/13. Ed è da ieri che monoposto e piloti faticano in termini di grip, con tanti lunghi e problemi di bilanciamento.
Se da un lato questo rappresenta sicuramente una sfida dal punto di vista della guida, degli assetti e via dicendo, dall’altro mi chiedo se sia conveniente. Ha senso mandare in pista F1 che non possono… fare le F1, per tenersi le riprese hollywoodiane degli albergoni sulla Strip by night? Ok la scenografica, ma vedere piloti che non riescono a metter giù il piede, perché la monoposto scoda a destra e a manca, è un po’ un controsenso. Soprattutto se si pensa a quanto il GP è contestato per la sua organizzazione e quante polemiche ruotano attorno all’evento, tra problemi viabilistici per la cittadinanza e di introiti per le piccole imprese locali.
C’è anche un altro piccolo dettaglio: le tribune che, durante le libere, si sono svuotate man mano che ci si avvicinava alla fine delle sessioni. Comprensibile anche, se si finisce alle 23 di sera e col freddino che incombe. Visto che di spettacolo si parla in riferimento a Las Vegas, forse sarebbe il caso di fare in modo che glielo si possa anche offrire. Perché così, sicuramente, non si sfruttano le monoposto al 100%, forse neanche al 90.
Può anche essere che il problema sia tutto mio nel cercare di vedere l’aspetto sportivo sopra il resto. Semplicemente mi piacerebbe vedere i piloti spingere davvero e non dover navigare sul ghiaccio. Se sbaglio, me ne scuso e mi rintano nel mio angolino…
Immagine di copertina: Media Red Bull
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