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Blog | Finalmente. Bravo Charles, Monaco ora è tua per sempre

di Alessandro Secchi
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Pubblicato il 26 Maggio 2024 - 20:00
Tempo di lettura: 4 minuti
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Montecarlo sembrava stregata, ora è solo un brutto ricordo

Il 26 maggio 2024 resterà nella lunga storia di Montecarlo in Formula 1. Verrà ricordata per sempre come la giornata in cui, dopo decenni di vittorie straniere nel Mondiale, un uomo di casa ha conquistato la sua terra. E, essendo il primo, il nome di Charles Leclerc è destinato a restare scolpito nella pietra per sempre assieme a quello di Louis Chiron, in realtà primo vincitore temporale del Gran Premio di Monaco nel 1931, alla terza edizione della corsa nel Principato; quando, ancora, il Campionato del Mondo di F1 era un lontano miraggio.

Per guadagnarsi la storia Leclerc ha dovuto sudare sette camicie come sette anni, far fronte ad errori, strategie bislacche, sfighe varie; ha dovuto sopportare una spinta mediatica inimmaginabile per un ragazzo della sua età, considerando ovviamente l’essere un pilota della Ferrari. È stato investito di un numero considerevole di epiteti, dal principino al predestinato, per un vocabolario ricolmo di attenzioni che, spesso, dovrebbero anche essere filtrate tra quelle sincere e quelle convenienti. Perché spesso il giudizio su un pilota viene intaccato dal modo in cui lo si racconta e il difficile, nel mondo di oggi, è non farsi traviare, saper scindere giudizio e simpatia o antipatia.

Questa vittoria ha il sapore della rivincita nei confronti della iella, è un sospiro di sollievo enorme per un pilota che questa gara la voleva vincere quanto un mondiale e, ad ogni occasione, trovava davanti l’ostacolo di turno. La foga, il pit virtuoso, l’incidente. Avrebbe potuto vincerla nel 2021 se non avesse esagerato in qualifica. Avrebbe potuto farcela nel 2022 senza una sequenza di pit degli orrori. Alla terza Pole era il classico “o la va o la spacca”. Ed è andata, finalmente per lui.

Dopo i vergognosi insulti a Hulkenberg di una settimana fa, usando gli stessi toni e le stesse narrazioni si potrebbe dire che oggi Leclerc ha vinto grazie a Magnussen. Così come non aveva senso ad Imola, non ha senso qui. Il brutto, bruttissimo incidente del via (e grazie alla sicurezza di queste F1, ancora una volta, per averci rimandato Pérez ai box sulle sue gambe) ha tolto di mezzo l’unica variabile che avrebbe potuto scombinare le carte, ovvero il pit stop obbligatorio.

Da qui la gara è diventata una lunga processione, basata sul risparmiare le gomme e allargare i gomiti se necessario. Se ci pensiamo, un vero e proprio patema per Charles, che ha dovuto gestire più di un’ora e mezza di gara senza sbagliare e senza pensare al passato, ma con un pit stop in meno di cui preoccuparsi.

Fa niente, comunque. Montecarlo è questa, è sempre stata così e, onestamente, è più sincera nella sua noia una gara come questa rispetto ad una moltitudine di finti sorpassi col DRS, che danno solo fastidio e falsano i valori. Pace per Liberty Media, pace per chi si sarà addormentato, pace per chi pensa che questa non sia la F1 quando, in realtà, proprio gare come questa ne sono l’essenza. Giocare al gatto col topo per 75 giri, gestire, sapere quando spingere e quando non farlo sulla base di ciò che la macchina ti o non ti permette.

L’ha detto, Charles, a fine gara. Mentalmente portarla a casa è stato difficilissimo. Questa vittoria la cercava, la voleva, la meritava. Per sé, per Jules Bianchi, per papà Hervé, per la Ferrari. Adesso è sua, tra le lacrime del Principe Ranieri e l’emozione di un intero piccolo angolo di mondo; che, dopo aver ricordato il triste trentennale della scomparsa di Ayrton Senna, ha potuto finalmente gioire per il suo pupillo, dopo anni di urla strozzate.

L’avevo detto, lo ridico e ne sarò sempre convinto. La mossa mercato 2025 è un rischiosissimo boomerang che sa solo e soltanto di marketing. Ma non è ora, stavolta, di tirare fuori nuovamente il discorso.

Bravo Charles. Vincitore del Gran Premio di Monaco.

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