Un’altra gara da buttare, un altro weekend dalla comunicazione che lascia a desiderare
In quasi 35 anni che seguo questo sport non ricordo di aver mai sentito dire ad un team che una monoposto aveva un problema al telaio che non l’ha fermata, ma solo rallentata (e in momenti diversi) a gara appena terminata. Ho sempre sentito parlare di telai da sostituire, di danni post incidenti, di crepe o microcrepe scoperte a smontaggio completo della vettura e cose così. Ho sentito anche parlare di telai sostituiti per precauzione, o per capire se il pilota poteva avere più fiducia o meno con un cambio del genere, a fronte di problemi di prestazioni da diverse gare.
Quando ieri pomeriggio, alla fine della gara di Budapest, la Ferrari ha diramato tramite il suo ufficio stampa, in pista e via media, la storia del telaio come motivazione del calo di prestazioni di Leclerc, mi sono onestamente sentito preso in giro. In quale pianeta un telaio che non ha subito un colpo netto nel corso di una gara ha potuto subire un danno grave e, puntualmente, in corrispondenza dello stesso giro di un pit stop?
E come sarebbe stata rilevata questa grave ed improvvisa carenza, senza smontare la SF-25 fino ad arrivare alla cellula di sicurezza? Perché, nel caso, parliamo di un danno visibile ad occhio nudo a vettura ancora montata e appena rientrata ai box. Ancora: se la Ferrari si è accorta dai dati in pista che c’era qualcosa che non andava oltre a consueti valori che potevano essere sballati, perché non ha richiamato Leclerc ai box per motivi di sicurezza?
Ora: a queste domande la Ferrari, per trasparenza, dovrebbe dare una risposta. Dovrebbe farsi sentire, chiarire dove si è verificato il danno, quando e se si tratta di un problema precedente alla gara non rilevato o, ancor peggio, rilevato e non considerato grave.
Perché, altrimenti, stiamo probabilmente parlando di una copertura bella e buona di un qualcosa di molto più “semplice”. E aggiungo, potenzialmente molto più invalidante dell’immagine di una squadra che, ad esempio, in Cina è stata squalificata con entrambe le vetture tra un sottopeso e un pattino consumato.
La teoria della paura di essere estromessi dalla gara per colpa del consumo del fondo dopo aver piazzato la macchina in Pole continua a farsi strada. Al telaio, praticamente, non crede nessuno se non chi pende dalla bocca di Maranello. Se questa dovesse essere la verità (e probabilmente non lo sapremo mai) sarebbe un colpo tremendo per il blasone di un team alle prese con molteplici problemi in pista e fuori. Una squadra che vive con un pilota al massimo del suo splendore, Leclerc, ed uno al massimo della depressione sportiva (Hamilton) quando probabilmente qualcuno sperava il contrario.
A questo punto ci si aspetta una pronta sostituzione del telaio sulla monoposto #16. Che questa sia la motivazione ufficiale o meno, non resta altra scelta, se è vero che il danno è stato così invalidante da far perdere due secondi al giro al monegasco. Perché se, dopo tutto questo, a Zandvoort dovesse ripresentarsi lo stesso chassis, saremmo praticamente al ridicolo.
Immagine di copertina: Media Ferrari
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