Un bonus senza senso, aggravato dal modo di team e piloti di agguantarlo nel finale di gara
L’eliminazione del punto per il giro più veloce in F1, a partire dalla prossima stagione, è nel suo piccolo una buona notizia. Fin dalla sua introduzione non mi ha mai convinto e non ho mancato di scriverlo su queste pagine. Avrei preferito di più, eventualmente, un punto o due addizionali per la Pole Position se dovevamo parlare di bonus.
La sua eliminazione toglie di torno un sacco di polemiche viste le ultime settimane e, in generale, da quando il punto è stato introdotto. Al di là del fatto che la statistica dei giri più veloci è stata completamente distrutta dal suo arrivo e in questi anni, si è dimostrato sin da subito un bonus che non aveva senso.
Come si dice, “l’occasione fa l’uomo ladro”: e, infatti, ben presto si è capito come team piloti abbiano deciso di approcciarsi alla novità, in molti casi fermandosi negli ultimi giri di gara per montare gomme nuove e quindi sfruttare la possibilità di accaparrarsi il punto aggiuntivo.
Probabilmente non era questa l’aspettativa della FIA ma, ben presto, si sono capite le limitazioni di questo sistema. È vero, ci ci sono voluti cinque anni e sei stagioni per capire che era un bonus che non stava in piedi, ma quanto meno adesso ci siamo arrivati.
Se la polemica del GPV di Ricciardo a Singapore è stata la miccia che ha fatto scoppiare definitivamente il caso, portando il Consiglio Mondiale ad eliminare il punto aggiuntivo dal 2025, ben venga. Alla fine Daniel, volontariamente o meno, ha fatto a tutti un grande favore per la sua ultima gara in F1.
Immagine di copertina: Media Visa Cash App RB
---
Stai visualizzando da visitatore. Accedi o registrati per navigare su P300.it con alcuni vantaggi
È vietata la riproduzione, anche se parziale, dei contenuti pubblicati su P300.it senza autorizzazione scritta da richiedere a info@p300.it.