Domani si ricomincia a fare sul serio con i test di Sakhir, anteprima di una stagione dai tanti punti di domanda
Una volta si diceva che, con le prime presentazioni, si tornava a respirare aria di F1. Questa volta non è andata così. Febbraio è stato un mese dalle pochissime sorprese. L’evento di Londra, lo abbiamo già detto, ha rappresentato la scusa per diversi team per risparmiare tempi e costi nel presentarsi come una volta. Merita un applauso la Williams che, in controtendenza con le altre squadre, ha portato in scena una vera e propria presentazione trasmettendo anche in diretta i primi giri di pista della FW47 con Carlos Sainz al volante.
Ferrari si è avvicinata, inviando diverso materiale durante l’evento di Londra e girando il giorno dopo a Fiorano, con relativo materiale video. Il resto della truppa ha tirato il braccino ed è, onestamente, un peccato. In passato mi sono lamentato delle presentazioni che, ormai, non rispecchiavano più quelle di un tempo e dovevo tacciarmi perché, evidentemente c’è sempre modo di fare peggio, come per questa stagione. La maggior parte dei team non ha organizzato nulla, svolgendo il tutto al minimo sindacale, con quattro foto e due dichiarazioni neanche anticipate: dal punto di vista della comunicazione, appunto, questo mese è stato un disastro. In pochi hanno annunciato i loro piani, altri sono scesi direttamente in pista in Bahrain o a Silverstone, altri ancora si sono stranascosti.
In buona sostanza, siamo passati da un febbraio 2024 agitato dalla notizia di Hamilton in Ferrari, frastornato dal caso Horner e con tutte le vetture presentate al 15 di febbraio ad un mix poco coordinato, frammentato e poco comunicato che nel 2025, francamente, non si può vedere. L’abbiamo già scritto: F175, se deve essere un evento ripetuto, deve essere un valore in più e non un qualcosa che “toglie” materiale, perché qui si vuole scrivere di ciccia e non di contorni.
Detto questo, finalmente ci siamo. I veli sono stati tolti e da domani si inizia a fare sul serio con i test collettivi in Bahrain, dove ci sono preoccupazioni col tempo e con una variabile in più. Non si correrà qui la prima gara ma si rivedrà il Bahrain tra quasi due mesi. In Australia, quindi, non ci saranno dei riferimenti freschi da cui partire.
I discorsi, poi sono sempre gli stessi. L’attendibilità dei test è sempre quella che è, i tempi possono essere giostrati più o meno a piacere. Quello che conta, si dice sempre, è macinare chilometri senza problemi per avere una base affidabile su cui lavorare.
Siamo all’ultimo anno di questo regolamento e, ormai, molte monoposto si somigliano. La nuova RB21 sembra un clone della problematica RB20, segno che probabilmente i guai stavano sotto il cofano. Mercedes, dopo aver esplorato strade diverse, si è allineata e la W16 riprende la struttura della RB20 soprattutto nella zona delle fiancate. Ferrari si è allineata a McLaren e Red Bull per quanto riguarda la sospensione anteriore. In generale, siamo probabilmente arrivati a quella famosa e tanto attesa “convergenza” tecnica grazie alla quale i valori dovrebbero essere livellati.
Soprattutto, però, sarà l’anno dei piloti. Hamilton in Ferrari è una storia tutta da seguire così come, per noi italiani, quella di Kimi Antonelli. Il nostro paese ha finalmente la possibilità concreta di tornare sul podio con un nostro pilota, che ha bruciato le tappe nelle categorie minori. Avrà bisogno di tempo e sarà cruciale concedergilelo senza chiedergli la luna sin dall’inizio.
Il 2025 sarà una stagione dai tanti punti di domanda. Rookie, movimenti stellari, competitività delle macchine sono tutte dinamiche da valutare. Con la speranza di avere meno polemiche dell’anno scorso: anche se, viste le ultime dalla FIA, è meglio aspettare.
Immagine di copertina: Media Ferrari
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