Blog | F1 sempre più cittadina e Formula E nei permanenti. I ruoli che si invertono, cosa succederà in futuro?

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di Alessandro Secchi @alexsecchi83
23 Gennaio 2024 - 12:36
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La Formula 1 annuncia Madrid, l’ennesimo circuito cittadino degli anni recenti. Avanti così avremo un’inversione dei ruoli inspiegabile

Questa mattina la Formula 1 ha annunciato l’ingresso di Madrid come Gran Premio di Spagna a partire dal 2026. Sul futuro di Barcellona non c’è certezza, tranne per il fatto che in Catalogna hanno un contratto che scade alla fine dello stesso anno. Pertanto ci sarà da capire cosa succederà: cambio di nome per un anno (in GP d’Europa o di Catalogna?) o fine anticipata del contratto? Lo scopriremo. D’altronde più volte il circuito sede del GP dal 1991 è stato dichiarato in difficoltà: un’eventuale fine nel 2025 potrebbe non essere da escludere, sebbene Stefano Domenicali abbia dichiarato che la convivenza dei due impianti può essere possibile. Soldi permettendo, ovviamente.

Ma non è tanto questo il punto di questa riflessione, quanto il fatto che – non sono l’unico ad averlo notato – la Formula 1 si sta spostando progressivamente verso un calendario cittadino proprio mentre la controparte elettrica della FIA, la Formula E, sta abbracciando sempre più circuiti permanenti. Nel 2024 le monoposto elettriche correranno 6 dei 16 appuntamenti su impianti fissi: il primo è già stato disputato a Città del Messico, sfruttando parte del tracciato F1. Si correrà poi a Misano (due volte), Montecarlo e Shanghai (due volte), con l’appuntamento cinese che sfrutterà sempre una parte del circuito F1, la quale a sua volta tornerà in Cina nel 2024.

Quello che fa sorridere è vedere la serie elettrica, nata nei cittadini come simbolo della sostenibilità e dell’impatto prossimo allo zero, affacciarsi sempre nei luoghi simbolo dello spreco di benzina, mentre la Formula 1 ha intrapreso una strada di castrazione con sempre più impianti cittadini a riempire il calendario. Impianti che devono necessariamente avere almeno un rettilineo da oltre un chilometro per assomigliare alla controparte vera, col risultato di essere tutti simili nella conformazione: curvine e chicane lente inframezzate da dritti autostradali.

Jeddah, Melbourne, Miami, Monaco, Baku, Singapore, Las Vegas ed ora Madrid in arrivo per un totale di un terzo di campionato. E la parola d’ordine, anche per la capitale spagnola, è quella dell’evento “sostenibile”, un qualcosa che dovrebbe essere di competenza più della Formula E che della massima categoria.

L’errore è stato fatto in principio, con la decisione di introdurre l’ibrido in Formula 1 invece di puntare su carburanti sostenibili. Un qualcosa che è riuscito a fare un singolo come Vettel con le sue esibizioni spot su Williams FW14B e McLaren MP4/8 spinte da benzina 100% sostenibile, ma alla quale altri sembrano non aver pensato.

La FIA aveva l’opportunità di gestire separatamente tre categorie distinte come Formula 1 (termica), WEC (ibrido) e Formula E (elettrica) lavorando con tutte e tre dal punto di vista dell’impatto ambientale. Invece la decisione di inserire l’ibrido nella massima categoria, discostandola completamente dalle Formule minori, ha creato un impiccio sia dal punto di vista economico che di gestione, rendendo la F1 ancora più dispendiosa e creando macchine lunghe, pesanti e difficili da gestire proprio nei cittadini che stanno emergendo sempre più. Un controsenso, uno dei tanti.

Ovviamente, poi, c’è la questione economica a pesare fortemente sulle decisioni della F1. La scelta di spostarsi a Madrid inventandosi da zero un cittadino getta un’ombra sulla questione infrastrutture chiamata in causa per anni a Monza. Un problema tangibile e reale sul nostro autodromo ma non, ad esempio, a Barcellona. Il Circuit de Catalunya è due o tre gradini sopra in termini di viabilità, servizi, spazi a disposizione e via dicendo rispetto al nostro impianto. Ma, alla fine, ciò che conta sono investimenti e possibilità economiche: la notizia di Madrid non è altro che una conferma in merito. Si può anche essere all’avanguardia ma conta quanto sei disposto a spendere per avere il GP.

Cosa aspettarci dal futuro? La prima cosa che viene in mente è che, in una fase a medio termine di sviluppo (diciamo da qui a dieci anni) una Formula E dalle prestazioni sempre crescenti si troverà stretta nella maggior parte dei toboga in cui corre adesso. Arriverà un momento in cui sarà necessario un salto di qualità in termini di prestazioni, situazione per la quale già oggi basterebbe montare delle slick di una mescola non dura come il marmo. Ergo, aumenteranno ancora i circuiti permanenti su cui la serie elettrica potrebbe spostarsi per avere impianti adeguati al mezzo in termini di prestazioni e sicurezza.

E la F1? Beh, se la direzione intrapresa è questa aspettiamoci altri cittadini illustri in calendario. Di New York si parla già, così come di Londra. Vi piacerebbe al posto di Silverstone? Beh, iniziate a pensarci, che da qui a dieci anni si sa mai.

Immagine: P300.it

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