Blog | F1, gomme “accese” e gomme “spente”. Non sono diventate troppo importanti a prescindere?

Autore: Alessandro Secchi
alexsecchi83 alexsecchi83
Pubblicato il 23 Settembre 2024 - 11:30
Tempo di lettura: 3 minuti
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Russell si lamenta da tempo, la Ferrari paga nel Q3 a Marina Bay. Ha senso che le gomme, in senso generale, siano così influenti in F1?

Le gomme sono l’unico punto di contatto di qualsiasi vettura con l’asfalto. Va da sé che la loro importanza sia fondamentale, in strada come in pista. Detto questo, la sensazione che in F1 il tutto sia diventato troppo dipendente dalle gomme inizia a farsi strada.

Non si tratta di una critica verso Pirelli, che sostanzialmente risponde a quello che viene un po’ chiesto da F1, FIA e via dicendo. Inizia, però, ad essere stancante sentir parlare prevalentemente di “gomme accese” e “gomme spente”, di finestre di temperatura, di monoposto che vanno forte o meno con tre o quattro gradi di differenza nell’asfalto o nelle gomme.

Nei giorni scorsi George Russell è stato molto critico a riguardo: e, da quanto lui stesso ha riferito, sembra che le sue critiche non siano state molto gradite. Il suo concetto, però, non è assolutamente da scartare. Ha senso che uno sport costosissimo come la F1 sia così tanto dipendente dal funzionamento delle gomme? Ha senso che una manciata di gradi di temperatura mandi in palla mesi di sviluppi, aggiornamenti, prove in pista?

Il significato del mio ragionamento è facilmente confondibile. Quello che voglio dire è che c’è troppa sensibilità ai cambiamenti: non è ammissibile che la stessa monoposto si ritrovi ad essere lentissima o velocissima all’interno dello stesso weekend sulla base del funzionamento delle gomme. Capisco (già, capisco…) che anche questo faccia parte dello spettacolo, però è tutto controproducente: cosa stiamo a parlare a fare di aggiornamenti, pacchetti, fondi, ali (flessibili o meno…) se poi con cinque gradi in meno si passa dall’essere eroi ad essere dei brocchi?

E, onestamente, non è tanto questione di termocoperte o meno. La polemica post qualifiche sul risultato della Ferrari lascia il tempo che trova, mentre il problema si trova molto più in alto ed è molto più impattante. Magari la memoria mi fa difetto: però non ricordo, all’epoca delle Bridgestone, così tante discussioni sulle gomme. Per carità, anche a livello mediatico la gomma era meno reclamizzata e meno “visibile”, però ricordo meno lamentele in generale e meno discussioni riguardo la loro influenza.

Ci sono team che, all’interno dello stesso weekend, alternano giornate pessime a giornate ottime. Altri che sperimentano, anche all’interno della stessa sessione, risultati diversi. Se bisogna impegnarsi così tanto solo per le gomme, si perde tempo per il resto. E siccome, di tempo, già ce n’è poco – e con le Sprint se ne toglie anche – il tutto diventa un po’ troppo innaturale. Gli assetti dovrebbero essere preparati per far funzionare “tutta” la monoposto, non solo le gomme. Così, diventa difficile.

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