Blog | “Egocentrico patologico”. Wolff ancora contro Masi. Lo stesso che chiamava “Mikey”

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di Alessandro Secchi @alexsecchi83
5 Aprile 2024 - 21:00
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Il Team Principal Mercedes, due anni e mezzo dopo, continua a scagliarsi contro l’ex Direttore di Gara della FIA. Pensando, forse, di essere immune da critiche a sua volta

Abu Dhabi 2021 è una ferita probabilmente destinata a non rimarginarsi mai nella mente di Lewis Hamilton e Toto Wolff. Ma se, per quanto riguarda il sette volte campione iridato, le dichiarazioni riguardanti l’ultima gara di quella restano nell’ambito del “mi hanno rubato il mondiale”, opinione rispettabile (nel senso che va rispettata) e condivisibile in base al sentimento di ognuno di noi (per me no, ma ho già approfondito i motivi in passato), il Team Principal Mercedes non smette di scagliarsi contro Michael Masi.

Emerge infatti un “Egocentrico patologico” rifilato, a distanza di oltre due anni, all’ex Direttore di Gara della F1. La dichiarazione, riportata oggi da Motorsport.com, fa riferimento ad un intervista rilasciata per la pubblicazione “The Formula”. Ora: se almeno Hamilton si limita a sostenere una tesi senza entrare nel merito delle singole persone, Wolff non ce la fa proprio a limitarsi e attacca duramente Masi ogni volta in cui si torna sull’argomento.

Da due anni e mezzo lo stesso Masi è rimasto più o meno silenzioso a riguardo di quanto successo quella sera. Sappiamo che non è stato esiliato su Marte perché presente al weekend della MotoGP di Phillip Island della MotoGP di fine 2023. Per il resto, non è mai entrato nel merito della questione e non ha mai rilasciato dichiarazioni a sua difesa. Anche se, come più volte abbiamo sottolineato da questa pagine, ci sono report, regolamenti e riunioni pregara a giustificare il suo operato.

Va comunque ricordato, per onestà intellettuale, che nel gioco delle parti “Mikey”, come Wolff l’ha chiamato nell’ultimo giro di Abu Dhabi (e chissà se era un’abitudine…), era lo stesso che andava fondamentalmente bene quando la Direzione Gara e i commissari lasciavano passare, proprio nel 2021, manovre al limite del suo pilota come la retromarcia di Imola o il solletico dei 10 secondi di penalità per Silverstone. Manovra sulla quale, dopo quasi tre anni, c’è ancora chi riesce ad attribuire colpe a Verstappen quando, indirettamente, lo stesso Hamilton (in cooperazione con Leclerc) ha dimostrato due volte, tra 2021 e 2022, che in due si può passare a Copse se non si forza un sorpasso per disperazione.

Senza dimenticare la pantomima del Qatar, con una penalità rifilata a Verstappen un’ora prima della gara e senza possibilità per Red Bull di operare sulla macchina per un cambio di motore termico, che avrebbe dato respiro per le ultime gare. E qui non sembra di ricordare dichiarazioni sull’inconsistenza della Direzione Gara.

Sarà poi Michael Masi a decidere, eventualmente, se e come agire di fronte ad un’accusa diretta come quella riportata. Ma, se è stato possibile denunciare la FIA per il caso del conflitto di interessi senza che questa abbia mai fatto i nomi dei coniugi Wolff, è chiaro che qui siamo di fronte a qualcosa di più grave.

Quando si vuole avere troppo potere (e questo vale per tutti, in qualsiasi ambito sportivo e della vita, sia chiaro), influenzando anche a priori le eventuali decisioni della Direzione Gara (riunione del mattino di Abu Dhabi, che sembra non sia mai esistita) a volte può succedere che il tutto torni indietro come un boomerang. E, comunque, la storia del 2021 non è passata solo per Abu Dhabi. Ammetterlo sembra davvero difficile: o forse servirà avere Verstappen in squadra?

Immagine di copertina: Media Ansa

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