Blog | E meno male che Red Bull è un team distrutto

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Tempo di lettura: 3 minuti
di Alessandro Secchi @alexsecchi83
21 Aprile 2024 - 12:45
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Cinque Pole, quattro vittorie, tre doppiette. Il team che doveva implodere sta dominando quasi più del 2023. Ed ora?

Ad un certo punto, all’inizio dell’anno, è sembrato che la presunta storia a luci rosse tra Christian Horner e la sua assistente fosse diventato il pretesto tramite il quale pretendere che Red Bull implodesse. Della serie “chi se ne importa che la storia sia vera o meno, basta che il team si sfaldi”.

Una sensazione che è durata per settimane e che ha mostrato, anche, una certa dose di mancanza di rispetto proprio nei confronti della presunta vittima, da una parte venduta come tale, dall’altra diventata eroina di chi non aspettava altro che vedere la squadra austriaca sprofondare. In buona sostanza, per un paio di mesi ci si è appesi a questa storia nella speranza che la conseguenza di tutto fosse vedere Red Bull fallire come team sportivo sfruttando una questione personale.

La narrativa di un team sbriciolato al suo interno con lotte di potere, coltellate alle spalle, Horner contro Verstappen padre, Marko a braccetto con Jos, austriaci contro thailandesi e aggiungete voi il resto, ad oggi non solo è scemata clamorosamente, ma sta mostrando la vera realtà delle cose. Il mondiale 2024 è praticamente già prenotato dopo cinque Gran Premi e con risultati che, se non fosse per una pinza freno montata bislaccamente in Australia, oggi presenterebbero probabilmente un bottino pieno difficilmente digeribile.

Red Bull doveva essere svantaggiata dal fatto di aver portato in pista una monoposto mezza nuova. Avrebbe dovuto dare la possibilità agli altri – ovvero la Ferrari, la più vicina delle avversarie – di lottare con più costanza ed essere più vicina e su questo sono ancora parzialmente curioso, nel senso che ripetere il 2023 sarebbe un danno enorme per tutto il movimento F1.

Eppure la realtà, al netto di storie di gossip e quant’altro, mostra un inizio di stagione non solo sulla falsariga del 2023, ma potenzialmente ancora peggiore. Perché, rispetto all’anno scorso, Pérez si trova meglio con la RB20 oppure – opzione altresì valida – piuttosto che cercare di raggiungere Verstappen si sta limitando a fare il suo. E, facendo il suo, senza la Safety Car cinese le doppiette ad oggi sarebbero state quattro su cinque Gran Premi. Le Pole Position ad oggi sono tutte colorate di blu, la prima Sprint dell’anno ha visto Verstappen rifilare 13 secondi in dieci giri al secondo classificato una volta che l’ha superato.

E, in tutto questo, c’è l’incognita sviluppi, dove Red Bull avrà più margine rispetto agli altri. Insomma, ad inizio febbraio sembrava che la favola austriaca fosse agli sgoccioli e, invece, dopo cinque gare le gocce sono quelle di sudore sulla fronte degli avversari. In parte sarebbe bastato rimanere allineati alle notizie ufficiali senza rincorrere gossip, voci e quant’altro, ma sappiamo bene come funziona oggi il giro.

Alla fine, però, conta sempre e solo la pista e la pista, dopo un quinto di campionato, spaventa quanto e più dell’anno scorso. Tutt’altra storia rispetto a tre mesi fa, con buona pace di false speranze vendute qua e là.

Immagine di copertina: Media Red Bull

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