Blog | E la Red Bull, almeno per ora, fa quello che vuole anche in gara…

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di Alessandro Secchi @alexsecchi83
7 Aprile 2024 - 19:05
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Dopo la fine delle discussioni sul giro singolo, anche in gara la RB20 ha mostrato gli stessi risultati dei primi due appuntamenti

Inutile nasconderlo. Dopo l’1-2 tutto rosso nella terra dei canguri, in Italia erano partiti i film sulla lotta mondiale. Talmente palese che non ha senso nemmeno negarlo. Poi è arrivata Suzuka, come l’anno scorso a Singapore.

Che la Ferrari sia migliorata (molto rispetto a 12 mesi fa, sensibilmente rispetto a fine 2023) è chiaro a tutti, tanto che la Rossa scende in pista come seconda forza certa e anche a Suzuka l’ha dimostrato, più che nel confronto con Red Bull in quello con McLaren e Mercedes, vinto nettamente. Sicuramente è migliorata nella gestione gomma in gara, anche se la coperta corta ha portato la SF-24 ad essere meno incisiva in qualifica rispetto alla monoposto che l’ha preceduta. Ma, siccome i punti si fanno la domenica (e al sabato con la Sprint, ok, ma ci siamo capiti), puntare di più alla gara ha decisamente più senso e, in questo, la nuova vettura è molto più facile da digerire ai suoi piloti.

Per essere concisi, è facile che la vittoria di Sainz a Melbourne non sarà l’unica della stagione. Non è solo una speranza per non vedere un altro mondiale dominato, ma una sensazione data dalla bontà della SF-24. La quale, comunque, resta dietro alla Red Bull.

I campioni in carica a Suzuka hanno fatto ancora quello che hanno voluto. L’hanno fatto in qualifica, dove sembrano più forti dell’anno scorso (sfruttando anche una Rossa meno incisiva) e in gara, oltre ad avere un vantaggio ancora cospicuo, hanno anche un Sergio Pérez che almeno per ora riesce a tenersi dietro gli inseguitori. Per rendere più digeribile la pillola si potrebbe dire che quella giapponese è la pista perfetta per esaltare la RB20, ma le prime due gare di Sakhir e Jeddah si sono svolte nello stesso modo e più o meno con gli stessi distacchi. Non è questione di pista, insomma, ma di una vettura che ha ancora margine a prescindere. Quanto? Impossibile saperlo per ora.

Di certo, però, sarebbe ora di non illudere più i tifosi della Rossa esaltando passi gara parziali del venerdì o del sabato, con Red Bull che chiaramente gira molto più carica in configurazione da domenica. E, nel considerare i distacchi dimezzati da un anno con l’altro, bisogna anche capire quanto RB abbia ancora nel tastichino. Perché un Verstappen che scende di colpo di due secondi per far segnare il giro più veloce, per poi rallentare nuovamente e mettersi in modalità di crociera, indica chiaramente ce ci sia ancora qualcosa da spremere. Meno dell’anno scorso? Può essere, ma c’è. Senza dimenticare le prospettive di sviluppo molto più ampie per Red Bull che per chi ha preso spunto dalla RB19.

Ultimo appunto. Da oltre due mesi si parla di un team sfasciato all’interno da dinamiche simili ad una lotta di potere da serie TV americana. Da un momento all’altro Red Bull dovrebbe implodere, inghiottita da una buca da lei stessa scavata. Eppure, dopo tre gare, sono arrivate tre doppiette. Se questo è essere in difficoltà, meglio sperare che le cose non migliorino. Sempre che siano peggiorate come si racconta.

Immagine di copertina: Media Red Bull

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