Blog | Da Newey-Horner a Newey-Hamilton. Qual è la narrazione corretta: restare, lasciare, Aston o Ferrari? (Nel caso, povero Leclerc)

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Tempo di lettura: 5 minuti
di Alessandro Secchi @alexsecchi83
26 Aprile 2024 - 15:13
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Le voci di addio di Newey a Red Bull aprono spiragli e prospettive future, tutte da verificare senza troppe certezze

La bomba scoppiata ieri in Germania sull’addio di Adrian Newey alla Red Bull è l’ennesimo colpo di scena di un inizio di stagione in cui sembra interessare più ciò che succede fuori dalla pista che dentro. Dapprima lo shock del passaggio di Hamilton in Ferrari, poi lo scandalo Horner ed ora siamo al terzo colpo in tre mesi con le voci sull’uscita del genio di Milton Keynes.

Va da sé ricordare che non c’è nulla di confermato. Sebbene Red Bull abbia negato che ci siano state comunicazioni da parte di Newey, basta ricordare cosa successe con le smentite Ferrari sull’uscita di Binotto per capire che, ormai, non ci si può più fidare praticamente di nulla. E (questa è una nota personale) diventa anche difficile raccontare uno sport se si devono dribblare e soppesare anche comunicati stampa ufficiali che sviano dalla realtà delle cose.

Detto questo, nell’arco di questi tre mesi le narrazioni sono state così tante che sembra di avere a che fare con una specie di Beautiful in salsa motoristica, un qualcosa che può piacere esclusivamente ai fan di Drive to Survive e affini. Ricordo molto bene quello che si diceva durante i test in Bahrain, quando Adrian Newey e Christian Horner si presentarono al primo giorno in borghese.

La narrazione di quei giorni era che il genio aerodinamico della Red Bull volesse mostrare il suo appoggio al team principal per lo scandalo che l’aveva colpito, dal quale sembrava non si dovesse più riprendere e durante il quale pareva che la sua uscita da Red Bull fosse più che imminente. Beh, dopo tre mesi Horner è ancora al suo posto con quattro gare vinte su cinque.

Per quanto riguarda Newey, la motivazione principale per l’eventuale uscita sembra essere, ora, proprio lo scandalo di febbraio, che avrebbe destabilizzato l’ambiente al punto tale da portare a questa decisione storica. Una motivazione che mi lascia dubbioso, se non altro perché tra tutte le persone che sono state indicate come protagoniste di questa storia (da Horner a Verstappen padre, da Marko agli austriaci e fino ai thailandesi) Newey non ha mai avuto apparentemente un ruolo attivo, quindi dovrebbe essere la persona con un ruolo importante meno influente o influenzata dalla questione.

E, a patto di non avere a che fare con degli attori di Hollywood, Newey in questi primi mesi di mondiale non mi è parso così estraneo alla causa: è sempre al suo posto, sempre col suo quadernino, inquadrato ripetutamente in griglia di partenza ad osservare i rivali e comunque sotto il podio a festeggiare come di consueto le vittorie di Verstappen. Che siano tutte mosse di facciata, poi, non è dato sapere.

Ma ammettiamo ora che l’addio di Newey sia vero, già comunicato all’azienda e pronto per essere diramato ai media. Cosa che, dopo diciotto anni, sarebbe anche comprensibile al di là delle motivazioni al momento raccontate. Ciò che è emerso è che le offerte per garantirsi i suoi servizi al momento sembrano essere due, a nome di Aston Martin e Ferrari.

Aston Martin, sulla carta, sembra l’opzione più percorribile per tutta una serie di motivi. Il primo tra tutti l’insofferenza mostrata da sempre da Newey all’idea di muoversi dall’Inghilterra. Da Milton Keynes a Silverstone passano poco più di 20 chilometri, una distanza certamente affrontabile senza cambiare paese, ambiente, stile di vita a 66 anni quali avrà a dicembre. Aston Martin è l’ex Title Sponsor di Red Bull e Newey ha collaborato al progetto della Valkyrie, la supercar che nel 2025 debutterà anche nel WEC.

Dal 2026 Aston Martin, con il nuovo ciclo tecnico, sarà spinta dalla PU Honda. Insomma, i collegamenti lasciano supporre, o quanto meno immaginare, che al di là della super offerta economica che sarebbe stata garantita il trauma di un trasferimento sarebbe decisamente più soft con un passaggio nel team di Lawrence Stroll.

Capitolo Ferrari. Da ieri i tifosi della Rossa stanno già sognando l’accoppiata Hamilton-Newey. Non si scrive altro, non si parla d’altro. Di Charles Leclerc, nemmeno l’ombra. Se già l’annuncio del sette volte iridato sembrava essere un nuovo ostacolo per il monegasco dopo l’uscita di Carlos Sainz e dopo la prima esperienza con Sebastian Vettel, l’eventuale arrivo di Newey sembra già essere stato inquadrato con la prospettiva di lavorare con Hamilton piuttosto che con Leclerc.

Se, dal punto di vista della narrazione, già l’accoppiata Hamilton-Ferrari prometteva di oscurare il cammino di Charles, l’approdo del tecnico più vincente della storia in combinazione col pilota a sua volta più vincente rischia di diventare un cataclisma per le sue speranze di restare prima punta del Cavallino.

Una speranza che, personalmente – trattandosi di blog – non c’è già più. L’all-in del Presidente Elkann verso la campagna elettorale “Hamilton otto volte campione del mondo con la Ferrari” sembra essere ormai partita e non c’è motivo per pensare che l’inglese arrivi a Maranello per fare da scudiero. Da qui, la domanda: quale direzione tecnica – indipendentemente da chi ne sarà a capo – prenderà la Ferrari dal 2025? Asseconderà ancora Charles o si sposterà nettamente verso Lewis? Per quanto mi riguarda l’opzione sarà la seconda, con tutti i rischi che ne derivano.

Tornando a Newey non scarterei le due ipotesi rimaste: quelle che resti al suo posto in Red Bull o che, dopo oltre 40 anni, decida sì di lasciare ma per dedicarsi alla famiglia. Al momento sono le opzioni meno considerate ma, come ci insegna ormai da anni la F1, mai dire mai.

Immagine di copertina: Media Red Bull

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