La gestione piloti di Woking nel GP d’Italia ha dei misteriosi tratti di incomprensibilità per un team che può lottare per entrambi i titoli
Sono passati due giorni dalla gara di Monza ed è ancora di difficile comprensione – almeno la mia – come McLaren abbia potuto decidere di non gestire i suoi piloti durante la corsa e, soprattutto, prima. La sgambettata di Piastri a Norris alla Roggia mi ha riportato alla mente quella di Hamilton a Vettel del 2018.
In tal caso non si trattava del compagno di squadra. Ma, al di là della dinamica del sorpasso (e Norris stava per finire in testacoda allo stesso modo) quell’azione fu figlia di quanto successo alla prima variante, con la staccata tiratissima da Kimi per tenersi la prima posizione guadagnata in qualifica, lasciando così il compagno nelle grinfie di Lewis.
Certo, quello della Ferrari di cinque anni fa fu un harakiri collettivo di difficile replica. Dopo aver vinto a Spa e con la tensione a Monza che si tagliava a fette, sbolognare Kimi a ridosso del weekend fu la miccia per il crollo del castello. E, dal punto di vista di Iceman, tirare la staccata in faccia a Vettel alla prima variante fu assolutamente lecito e corretto.
La situazione McLaren è paradossalmente simile, ma più grave perché arriva da un precedente e con due piloti confermati per la prossima stagione. È sconcertante ripensare a Budapest, quando a Norris fu fatto un discorso del tipo “Se non lasci vincere Oscar poi non puoi pretendere una mano più avanti” per poi vedere Piastri passargli sopra alla Roggia senza che il team muovesse un dito nei giri successivi. Possibile che non si sia parlato prima di un’eventualità del genere, con due vetture in prima fila? Possibile che non sia stato chiesto espressamente a Piastri di dare una mano in ottica titolo?
Con otto gare e tre Sprint alla fine, i punti da Verstappen sono 62 e potevano essere dieci in meno se, tra Budapest e Monza, l’inglese fosse stato lasciato davanti all’australiano. Non è poi dato sapere cosa sarebbe successo senza lo sgarbo della Roggia e due posizioni perse in duecento metri. Magari Lando avrebbe vinto e allora i punti da 62 sarebbero 45.
In un mondiale iniziato sull’onda del 2023 e tramutatosi incredibilmente in qualcosa di diverso, McLaren si sta impegnando in tutti i modi nel perdere la possibilità di giocarsi il titolo piloti vista la competitività attuale. È impossibile capirne il motivo – a meno che nel contratto di Piastri non ci sia qualche clausola strana – ma è assurdo avere in mano una monoposto che potrebbe vincere tutte le gare da qui a fine anno e gettare al vento punti che potrebbero riaprire i giochi. Giocando di squadra, con Piastri che potrebbe mettersi tra Norris e Verstappen, il recupero sarebbe assolutamente fattibile. Ma, se da una potenziale vittoria l’inglese recupera appena 8 punti come successo due giorni fa, tutto diventa più difficile.
Poco importa se l’inerzia del campionato costruttori oggi è tutta dalla parte di Woking. Se il titolo a squadre dovesse spostarsi di casa, ma quello piloti dovesse rimanere nelle mani di Verstappen, non ci sarebbe comunque poi tanto da festeggiare se non per gli introiti economici.
Immagine di copertina: Media McLaren
---
Stai visualizzando da visitatore. Accedi o registrati per navigare su P300.it con alcuni vantaggi
È vietata la riproduzione, anche se parziale, dei contenuti pubblicati su P300.it senza autorizzazione scritta da richiedere a info@p300.it.