Il messicano sembra avere le ore contate nonostante il rinnovo. Ma chi, messo in macchina oggi, farebbe meglio di lui?
Sergio Pérez è ormai l’uomo al quale nessuno vorrebbe più affidare il secondo sedile della Red Bull. Checo è finito in un calvario ancora peggiore di quello di Leclerc e, per il secondo anno di fila, sembra che da un momento all’altro possa saltare dalla RB20 in favore di un altro pilota. Il che è davvero incredibile se si pensa che poche settimane fa ha rinnovato il contratto per altre due stagioni.
Detto questo, se è vero come si dice che i contratti sono comunque soggetti a clausole varie anche dal punto di vista delle performance, è chiaro che Pérez in questo momento si trovi in netta difficoltà, con il sesto posto nel mondiale e una differenza abissale da Verstappen. Inoltre, il vantaggio ormai svanito della Red Bull rispetto alla concorrenza fa sì che il messicano si trovi sempre più in mezzo al gruppo rispetto a prima, ampliando così la percezione di gravità della sua situazione.
Se dal 2025 una sostituzione potrebbe quindi diventare realtà, è ben diversa l’ipotesi di un cambio a stagione in corso, che avrebbe dell’incredibile ma non troppo considerati i trascorsi della compagine austriaca; soprattutto per mano di Helmut Marko.
La domanda però è semplice: chi, messo in macchina oggi, farebbe meglio di Sergio Pérez? E per chi intendo i piloti eventualmente disponibili. La casistica si restringe, rimanendo in ambito Red Bull, a due nomi: il tanto chiacchierato Daniel Ricciardo e Liam Lawson.
Che Ricciardo sia ancora considerato come potenziale compagno di Verstappen, dopo essere andato via sei anni fa a “causa” dello stesso olandese, è un po’ un controsenso. E il fatto che fatichi a battere Tsunoda è parecchio indicativo sull’attuale competitività dell’australiano, al netto di un paio di belle prestazioni in stagione. Questo per dire che il rischio di trovarsi dalla padella alla brace è molto alto con un cambio a stagione in corso.
Per quanto riguarda Lawson, il neozelandese ha fatto bene nella sua esperienza in sostituzione proprio di Ricciardo in AlphaTauri l’anno scorso. E, se parliamo di ingressi in corsa, abbiamo il caso di Bearman in Ferrari al posto di Sainz in Arabia Saudita a dare uno spunto positivo. Red Bull, però, è un’altra cosa. Proprio dall’uscita di Ricciardo, alla fine del 2018, abbiamo visto triturati Gasly e Albon prima di arrivare appunto a Pérez.
Essere compagno di squadra del tre volte iridato era un mestiere difficile già quando la Red Bull era davanti a tutti. Nell’attuale situazione, con Verstappen costretto a mettere delle pezze (come a Silverstone nel finale), dover anche supportare un nuovo pilota dall’altra parte del box richiederebbe sicuramente un tempo di ambientamento. E, per quanto un Lawson o chi per esso possa fare bene, sarebbe sempre e comunque il confronto con il caposquadra a pesare sulla bilancia delle prestazioni.
Ecco perché un’eventuale sostituzione, a metà stagione, comporterebbe più un rischio che altro, sia per il pilota messo in macchina che per il team, che rischierebbe di bruciare un altro nome per la fretta di avere qualcuno più vicino al leader del mondiale.
Ovviamente il tutto rientra in un discorso di ipotesi: Pérez ha un contratto per altri due anni e, prima o poi, il periodo nero (iniziato con il botto a Monaco con Magnussen) dovrebbe finire. Sappiamo, poi, come vengono gestite certe cose mediaticamente: dopo le prime quattro gare il posto sembrava blindato, ora sembra l’esatto opposto. Come al solito manca la via di mezzo, ma sembra una mancanza voluta per creare dibattito.
Non ci resta che aspettare, come sempre, le decisioni di Red Bull e soprattutto di Marko. Decisioni che, va detto, non sono sempre prevedibili…
Immagine di copertina: Media Red Bull
Leggi anche
Partecipa al sondaggio su P300.it
Tutte le ultime News di P300.it
È vietata la riproduzione, anche se parziale, dei contenuti pubblicati su P300.it senza autorizzazione scritta da richiedere a info@p300.it.