Blog | Caso Doohan: il sedile a tempo non è niente di nuovo. Ma non stiamo, forse, esagerando un po’?

Autore: Alessandro Secchi
alexsecchi83 alexsecchi83
Pubblicato il 8 Maggio 2025 - 15:00
Tempo di lettura: 3 minuti
Blog | Caso Doohan: il sedile a tempo non è niente di nuovo. Ma non stiamo, forse, esagerando un po’?
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L’avvicendamento tra Doohan e Colapinto era previsto, ma non il test a tempo anche per l’argentino

Lawson dopo due gare, Doohan dopo sei. La girandola di piloti continua in F1 e non dovrebbe stupire più di tanto perché, in fondo, quella del sedile a tempo è una storia vecchia quanto lo stesso Circus. Il problema è che, ultimamente, i tempi si sono ristretti in modo significativo. Se prima si concedeva un certo lasso di tempo ad un pilota – soprattutto giovane – per ambientarsi e fare il suo, questo limite si è abbassato sempre di più.

L’avvicendamento tra Jack Doohan e Franco Colapinto è un qualcosa di cui si parla da quando l’argentino si è accasato in Alpine. Sapevamo tutti che per l’australiano le gare a disposizione sarebbero state poche. E va detto, per onestà, che lui in questi primi appuntamenti non si è assolutamente aiutato, con una serie di errori evitabili che non hanno fatto altro che rendere la sua situazione traballante.

Quello che però nessuno si aspettava è che l’argentino avrà, a sua volta, sole cinque gare per meritare di tenersi il sedile. Un’ipotesi inattesa, poiché si credeva che la sostituzione sarebbe stata definitiva. La decisione di Alpine, che ha già i suoi problemi con l’uscita di Oakes, apre un nuovo scenario nella gestione dei piloti.

La domanda sorge spontanea. Cosa succederà tra cinque gare se, per caso, anche Colapinto non dovesse trovarsi bene? Tornerà in pista Doohan? Si farà alternanza da qui alla fine dell’anno a colpi di cinque gare? Il secondo sedile Alpine sembra quasi un laboratorio di test in vista del 2026 (questo l’ha detto la stessa squadra francese), ma non stiamo forse esagerando un po’?

Voglio dire questo: il ruolo del pilota è quello psicologicamente più a rischio nella piramide di una squadra di F1. È l’elemento che deve mettere in pratica, oltre che i suoi sforzi, anche quelli di tutte le persone che lavorano alle sue spalle. Per questo, dovrebbe lavorare in totale serenità. Come pensiamo abbia corso un rookie come Doohan, con la scimmia di Colapinto sulla spalla e come pensiamo che correrà l’argentino, sapendo di essere a sua volta sotto esame per cinque weekend?

Non mi piace questo modo di “giocare” con un sedile sul quale ci si gioca comunque tanto e si rischia altrettanto, soprattutto se si parla di giovani piloti. Un conto è una sostituzione a tempo ma preventivata, un altro è il gioco a scadenza del “tocca a te ma se vai male scendi dalla giostra”. Mi risulta antipatico e poco sportivo. E qui sono io che non dovrei stupirmi, dato che di sportivo in questo mondo non è che ci sia rimasto poi molto…

Immagine di copertina: Media Alpine

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