Le gomme portate in pista ad Imola stanno contribuendo a modo loro allo svolgimento del weekend
Max Verstappen ha ammesso che la Red Bull, su un giro singolo, le scalda troppo. La Ferrari è stata eliminata dal Q2 da due Aston Martin equipaggiate con le medie. George Russell e lo stesso Alonso si sono qualificati, alla fine, terzo e quinto sempre con la gomma gialla. Il debutto della C6, la gomma più morbida di Pirelli, nel weekend di Imola, ha creato più di qualche grattacapo a team e piloti.
Il risultato delle qualifiche del GP dell’Emilia-Romagna non è altro che la conseguenza sì di un primo weekend di “conoscenza” con questa mescola ma anche di una necessità di cui, in realtà, non ci dovrebbe essere bisogno se parlassimo più di sport e meno di intrattenimento. Dopo il GP del Giappone, una gara per molti noiosa ma corsi su ritmi propri della Formula 1, Mario Isola parlava così:
“Sappiamo bene come squadre e piloti siano diventati molto bravi a gestire le gomme per massimizzarne le prestazioni in funzione del risultato e come i piloti desiderino spingere sempre al massimo per provare le emozioni di guida che solo una monoposto di Formula 1 sa dare”. Ha proseguito Isola “Ne abbiamo avuto un’ennesima conferma domenica scorsa a Suzuka, dove pur in una gara non esattamente esaltante dal punto di vista dell’azione in pista, tutti hanno espresso la loro soddisfazione per aver potuto migliorare continuamente i loro tempi fino alla fine di ogni stint. Dobbiamo però contemperare questo aspetto con la volontà, che tutti i protagonisti del nostro sport nutrono, di creare le condizioni per gare incerte e spettacolari: le gomme e il loro comportamento sono una parte importante del quadro e noi, come partner della Formula 1, vogliamo essere proattivi”.
La parte sottolineata è chiara: le F1 sarebbero capaci di un certo ritmo ma “tutti i protagonisti dello sport” (compresi i team, mi chiedo?) vogliono che si creino le condizioni per gare incerte unicamente per motivi di intrattenimento. Le Sprint, dai risultati che vengono considerati attendibili quando non lo sono, ne sono la prova più lampante.
Quanto successo ieri, quindi, non deve sorprendere, perché in futuro condizioni del genere potrebbero ripetersi sempre più se l’incertezza di questo weekend dovesse portare a ribaltamenti in classifica.
Lo dico senza troppi rimpianti. Erano belli i tempi andati in cui le gomme erano nere, tonde, permettevano di spingere come pazzi e fine. Se tutto quello che succede oggi dipende da alcune volontà, significa che le volontà di allora erano migliori.
La F1 in quanto Sport ha bisogno di “queste” incertezze in senso generale, di gomme più dure che su un giro singolo vanno più forte di quelle più morbide? Evidentemente no. La F1 che si propone come “Elemento di congiunzione tra temi come Lifestyle, intrattenimento puro, musica, costume, forme di spettacolo” (Parole di Liberty Media, non mie) evidentemente sì.
Fate voi.
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