Lawrence Stroll ci ha messo l’impegno economico, ora però ci vogliono i risultati
L’arrivo di Adrian Newey in Aston Martin non fa altro che spostare l’asticella delle aspettative verso il colore verde per quella che sarà la nuova era della F1, a partire dal 2026.
Dopo aver messo in piedi un nuovo mastodontico quartier generale ed essersi assicurata i servizi del tecnico più vincente della storia della F1, l’obiettivo di Aston Martin con l’inizio del nuovo ciclo tecnico non può che essere quello di vincere il titolo mondiale.
Con Dan Fallows già in squadra da due anni, Andy Cowell arrivato da Mercedes, Enrico Cardile da Ferrari (e sappiamo quanto, i partenti da Maranello, hanno avuto fortuna all’estero) ed ora Adrian Newey a fare il direttore d’orchestra dell’area tecnica, non ci si può che aspettare un salto in avanti, anche grazie a quella PU Honda alla quale lo stesso Newey, in Red Bull, ha abbinato una monoposto vincente.
È come se, di colpo, gli equilibri si fossero spostati di una grande percentuale solo con il passaggio di Newey. Ma, in realtà, è da anni che Lawrence Stroll sta preparando l’assalto al titolo. Su di lui c’è sempre stata una certa diffidenza (in parte anche mia, lo ammetto), forse più legata al fatto di aver prepotentemente, in termini prettamente economici, supportato la carriera del figlio Lance. Dopo il salvataggio della Force India, però, Stroll padre ha fatto solo step in avanti dal punto di vista infrastrutturale.
Ha rianimato il marchio Aston Martin riportandolo in F1 e, mentre in background il super quartier generale di Silverstone prendeva forma, ha iniziato a lavorare all’aspetto manageriale del team. Dal punto di vista dei piloti ha scelto prima Sebastian Vettel, con il tedesco ormai svuotato dall’esperienza in Ferrari ma capace ancora, in alcune occasioni, di fare bene. Poi ha puntato su un Fernando Alonso che, alla presentazione di Newey, rideva come raramente gli era capitato di fare, assolutamente con la dovuta ragione.
La decisione di Newey, al di là dell’aspetto economico e della nomina ad azionista, deriva anche da ciò che Stroll è stato capace di proporgli come visione e da un aspetto che, tornando allo scetticismo iniziale, non era mai stato nominato. Newey ha parlato di Lawrence Stroll come di una versione moderna dei vecchi Frank Williams o Ron Dennis, con tutte le differenze dal punto di vista del background e della carriera. Il nuovo arrivo si è riferito più che altro all’aspetto passionale verso il mondo del motorsport e, questo dettaglio, pare aver esercitato un discreto ruolo nella sua scelta di accasarsi in Aston.
Al di là di tutto, è logico che il solo nome del Genio sia sufficiente a spostare le aspettative, soprattutto in corrispondenza di un nuovo cambio tecnico e con l’aerodinamica (anche attiva) che continuerà a svolgere un ruolo importantissimo con il nuovo regolamento. È per questo che, anche con il ritorno al lavoro con Honda, l’Aston Martin del 2026 può essere potenzialmente vista come una “nuova” Red Bull. E non sia mai che, per completare il quadretto in vista del prossimo regolamento, dopo aver portato a casa l’uomo più importante nel box Lawrence Stroll non decida l’attacco a chi, negli ultimi anni, ha comandato in pista: Max Verstappen.
Immagine di copertina: Media Aston Martin
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