Blog | Accuse pesantissime e senza prove ad un collega: può la GPDA avere a capo questo George Russell?

Autore: Alessandro Secchi
alexsecchi83 alexsecchi83
Pubblicato il 5 Dicembre 2024 - 17:47
Tempo di lettura: 2 minuti
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Accuse al momento senza prove, totale protagonismo: perché l’associazione dei piloti non può essere rappresentata così

Il One Man Show di George Russell contro Max Verstappen, andato in scena nella giornata dei media ad Abu Dhabi, rappresenta un punto piuttosto basso prima di tutto per Russell stesso, poi per Russell in veste di rappresentante della GPDA e, infine, per l’ambiente F1 che continua a raccontarci la favoletta dei piloti tutti amici tra loro.

Partendo dal Russell persona, basti ricordare che neanche Lewis Hamilton, nei momenti più critici della stagione 2021, si è mai permesso di accusare Verstappen di bullismo – accusa gravissima visti i tempi che corrono – o di poter essere un potenziale assassino nei confronti di Michael Masi a parti invertite sul finale di Abu Dhabi. Come se Masi stesso, tra l’altro, di minacce di morte non avesse comunque ricevute…

La completa sproporzione tra i rimarchi decisi di Verstappen sull’episodio del Qatar e la valanga arrivata da Russell, con riferimenti al 2021, a “gente bullizzata”, a minacce subito nel sabato sera di Lusail, quasi anche al buco dell’ozono, è totalmente incomprensibile, fuori luogo ed anche passibile di attenzione da parte della FIA, perchè si tratta di accuse terribili; dato che qui si comminano giornate di lavori socialmente utili per un “fuck”, va fatto notare che quanto sostenuto da Russell, tra l’altro senza prove (almeno fino ad oggi), è di un livello ben superiore.

Il fatto che l’inglese sia a capo della GPDA rappresenta un altro punto a sfavore per lo stesso Russell, che sabato ha fatto il sindacalista di se stesso e che, con la prestazione odierna, cerca di utilizzare la storia dei bambini che devono avere degli esempi a suo vantaggio personale. Il rappresentante dei piloti non può permettersi certe uscite se non ne ha prove. Ecco perché da questa giornata l’associazione ne esce pesantemente debilitata viste le uscite del suo portavoce.

La F1, infine, fa di tutto per raccontarci i buoni rapporti che intercorrono tra i piloti. Ma, da che mondo è mondo, in pista non esistono amici. L’amicizia può esserci fino a quando i due amici si trovano a debita distanza. Quando le cose si complicano – esempio, Verstappen e Norris – ci vuole poco per incrinare un rapporto ed è successo tantissime volte nella storia. Quindi no, va bene il politically correct ma fino ad un certo punto. Anche perché parliamo di racing, di competizione, di adrenalina e non di altro.

Immagine di copertina: Media Mercedes

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