Barcellona Day 2: la neve scende, l’Honda va, i sosia ed i cazzari

di Alessandro Secchi
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Pubblicato il 28 Febbraio 2018 - 00:25
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Barcellona Day 2: la neve scende, l’Honda va, i sosia ed i cazzari

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E siamo al secondo dei tre giorni di questa avventura spagnola. Domani notte si torna a casa ma il martedì di Barcellona lascia altre considerazioni ed altri momenti da raccontare.

Parto dall’imponderabile, da quello che nessuno avrebbe preventivato in questi due giorni manco se glielo avessero giurato: no, non parlo della neve, ma del fatto che la Power Unit Honda montata sulla Toro Rosso non ha ancora avuto un problema in due giorni. Anzi, il team di Faenza è uno di quelli che ha girato di più, e questo è ancora più sconvolgente se pensiamo a quanto capitato negli ultimi tre anni. Talmente impensabile che qualcuno inizia a sussurrare che forse i problemi passati non fossero completamente colpa dei giappo.

A chiusura di una situazione inaspettata c’è proprio la Mclaren che ha ancora problemi a girare, non tanto per la PU ma per altri inconvenienti accessori, mettiamola così. Tra una gomma saltata via ieri e uno scarico danneggiato oggi, Alonso e Vandoorne hanno perso praticamente mezza giornata a testa, e il conto dei chilometri inizia ad evidenziare le prime differenze rispetto alla concorrenza.

Capitolo Kubica: appena potrò avrò da farvi vedere una cosa. Oggi ho assistito al suo ritorno ad un test invernale a sette anni di distanza dall’ultimo con la Lotus. In tribuna c’erano degli eroici polacchi ad attenderlo, così come una sciarpa legata alla ringhiera sulla terrazza dei box, sopra la sua piazzola. Il primo passaggio è stato rischioso. Robert, forse non avvisato dal proprio box, ha percorso il rettilineo davanti a noi zigzagando mentre da dietro arrivava Vettel, molto più veloce. Non sapendo e non vedendo il tedesco non ha smesso di muoversi con Seb che all’ultimo lo ha dovuto praticamente schivare per non andargli addosso. Sangue gelato nelle vene, e non per il freddo.

Confermo pienamente le prime sensazioni su Halo. Anche oggi tante foto da buttare perché il casco non si vede per nulla. Certo, questi sono problemi dei fotografi ed io non sono uno di loro, ma immagino che possa essere una bella seccatura. Tra l’altro notevoli le parole di Sainz sulla questione pioggia. Così come il fatto che Gasly ha già la tuta da buttare a furia di entrare ed uscire dalla Toro Rosso con circensi stratagemmi. Insomma, la lista delle controindicazioni inizia ad aumentare in modo considerevole quando ancora non è stata corsa la prima gara, i piloti non si sono mai trovati contemporaneamente in griglia e via dicendo. Sono curioso di vedere cosa succederà a Melbourne. 

Per quanto riguarda le monoposto, le tre ai primi posti oggi sembrano quelle più agevoli in pista. Ma è ancora davvero tutto da decifrare, e pertanto non mi lancio in alcuna previsione perché rischierei unicamente una gran figuraccia. Certo è che i 5 gradi sull’asfalto (o anche meno) servono a ben poco se si vuole dare un senso ai tempi sul giro. L’unico vero aspetto quantificabile in giornate come queste è l’affidabilità, e sotto questo punto di vista già al secondo giorno mi sembrano tutti a posto.

Per quanto riguarda le parentesi goliardiche, oggi nel paddock si aggirava un tale praticamente identico ad Alberto Antonini, il capo ufficio stampa della Ferrari. Talmente identico che per accorgerci che non si trattasse di lui abbiamo dovuto far riferimento all’abbigliamento tecnico: assenza dell’etichetta con il nome sulla giacca e pantalone non conforme all’outfit ufficiale.

Nota di demerito per il paninaro appena fuori dal Paddock che non aveva più… panini. I pochi rimasti sapevano di compensato: niente a che vedere con le salamelle da sogno che ti rapiscono l’olfatto a Monza dalle 9 del mattino ad oltranza.

Ma ancora più esilarante è stata la performance di Sport Mediaset, che per qualche ora sul suo sito ha lasciato intendere che Ocon avesse girato con le catene a bordo della Force India a causa della neve. Il tutto dopo una foto evidentemente scherzosa di una catena appoggiata su una gomma anteriore. Della serie che i professionisti si fanno sempre riconoscere per la qualità… in questo caso delle cazzate. Ovviamente ora l’articolo è stato modificato, ma ormai è troppo tardi ed è giusto così. 

Ultima nota, questa volta seria, per il Circuit de Catalunya: uno spettacolo. Come per Montecarlo, anche qui i saliscendi sono poco apprezzabili via TV, simulatore o quello che volete. Questa pista è meravigliosa. Le tribune permettono di vedere più tratti di pista e quindi le vetture restano visibili per più tempo. E le differenze di altitudine sono evidenti. il rettilineo di ritorno si trova più in alto rispetto alla terrazza dei box, per dirne una, mentre curva tre è molto più in salita di quanto immaginassi. Davvero un bel posto, ben collegato tra le sue parti e con angoli davvero spettacolari per osservare le vetture (o le moto). Peccato solo per il tratto finale, rovinato tra 2004 e 2007. Per il resto merita senza dubbio una visita.

Ora a letto, e domani vediamo cosa ci riserva il tempo. Oggi pomeriggio, dopo qualche raggio di sole, è arrivato qualche fiocco. Magari domani sarà necessario montare le chiodate, ma non fatele vedere prima che se no qualcuno ci crede davvero.

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