Ogni anno ci si ritrova qui a celebrare compleanni, anniversari di chi non c’è più. Si ricorda, si riporta alla mente, si citano frasi e dichiarazioni, si sfogliano le riviste. Sistematicamente, ogni 365 giorni, il ciclo si ripete. Vorrà pur dire qualcosa.
Nel caso di Ayrton Senna vuol dire più di qualcosa. Basta chiamarlo in causa e già si vedono occhi lucidi, brividi, pelle d’oca. Ci sono nomi che passano sopra tutto, più forti addirittura del mondo frequentato.
Dire che Ayrton Senna significa Formula 1 è concettualmente sbagliato. Quando si parla di Magic la storia si ribalta. È la Formula 1 che significa Ayrton Senna. Da sempre, per sempre.
Averne vissuto solo la parte finale della carriera è un peccato, ma la sua presenza è talmente forte da sovrastare i tempi, il suo e quello trascorso dalla sua scomparsa. Ayrton non c’è solo fisicamente, ma è qui, in questo mondo, in ogni caso. È celebrato quotidianamente sul web, come se le sue imprese fossero state scolpite nella pietra solo ieri. È il simbolo di un movimento che, in Brasile, segue milioni di bambini.
È, soprattutto, quel casco giallo capace di spingersi oltre i limiti, superandoli ogni volta un po’ di più. Quale limite può essere superato più dell’essere ancora vivo dopo 26 anni dalla morte? Non lo so ma lui ci riesce, ogni anno. È cosa per pochi: fenomeni delle emozioni, eroi senza tempo. Come lui.
Oggi ne compie sessanta, poi saranno settanta ed ottanta. Non cambierà nulla, lui sarà sempre qui, nell’aria. Auguri Magic.
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