Lo slogan “Tra passato, presente e futuro” utilizzato per la fiera padovana a tema motoristico, “Auto e Moto d’Epoca” è secondo me stato molto azzeccato. Un vero e proprio sguardo a vetture leggendarie, sia dal mondo dello sport che quello di tutti i giorni, passando per gli attuali capolavori contemporanei d’ingegneristica e quelli che potrebbero segnare anche il futuro. Sia quattro che due ruote hanno avuto le loro parti di padiglioni in maniera sostanzialmente equa, e anche tra gli espositori di pezzi di ricambio, cimeli, poster e cartelli si poteva respirare una vera e propria passione comune sia per l’automobile che per la motocicletta. All’interno, mi son sentito quasi spaesato nel vedere quanta carne al fuoco c’era all’interno dei padiglioni, e persino un ignorante nel vedere tantissime foto ed elementi esposti di cui io non ero a conoscenza. Nessuno fan di qualsiasi categoria ne sarà rimasto deluso, e persino i fan della neonata Formula E sono rimasti soddisfatti.
Nonostante un prezzo a prima vista un po’ alto per uno come me, ovvero per un non conoscitore di fiere (nemmeno del settore automobilistico), i diciannove euro dell’ingresso sono valsi tutti (grazie a un piccolo sconto ricevuto in quanto studente universitario proprio a Padova). Particolare spazio, com’è giusto che fosse, ai marchi italiani, ma ho visto anche un grosso interesse e tanto amore per il marchio Porsche. Centinaia di foto, di modellini e di vetture pronte all’asta esposte, e da fan della Casa di Stoccarda non ho potuto che apprezzare. Ho letteralmente ammirato una Carrera RS arancione con strisce bianche, appartenente a un ricco proprietario austriaco e pronta a essere venduta. E per i fan dell’Endurance, la casa tedesca ha esposto anche la 919 Hybrid del 2016 #2, la vettura con cui Jani, Dumas e Lieb hanno conquistato il successo nella penultima di 24 Ore di Le Mans. Lo stand della Porsche è stato, a mio parere, anche il più elegante e invitante, con persino due postazioni videoludiche dove poter giocare (su una Porsche ovviamente) a Project Cars 2 con visori per la realtà aumentata.
Molto interessante anche l’esposizione ACI e una sala dedicata al Gran Premio di Monza, con la presenza quasi paradisiaca della F1-2000 di Michael Schumacher; pochi passi per passare dalle vetture degli anni ’50, a quelle a motore centrale del decennio successivo, proseguendo poi ai primi anni 2000.
Motori, sospensioni, fari, targhe, marchi, poster, caschi, libretti di circolazione usati e persino oggetti d’arredamento fatti con vere e proprie parti meccaniche. Delle 115.000 persone che hanno visitato i padiglioni (tra l’altro cifra record, con un aumento del 15% rispetto al 2016), probabilmente tutte sono tornate a casa col portafoglio un po’ sgonfio, ma borsette cariche di veri e propri cimeli. Tra queste anch’io, portandomi a casa un modellino della 911 GT1 Le Mans del 1995. E a proposito di questo, un padiglione intero (e forse anche più di uno) è stato dedicato al modellismo, passando da pezzi rarissimi, sia di numero che di bellezza, di vetture iconiche alle più classiche e simpatiche Bburago. Cifre davvero esorbitanti per alcuni pezzi, ma per un collezionista di certo sarà stato un paradiso quella “fetta” della Fiera.
L’evento, prolungatosi dal 26 al 29 ottobre, è stato una gran bella sorpresa, che purtroppo non ho potuto vedere nemmeno in toto vista la mancanza di tempo. Sono tornato a casa soddisfatto di ciò che avevo visto e vissuto, e di certo consiglio la partecipazione in vista del 2018. Un buonissimo “riscaldamento” anche in vista del Motor Show di Bologna, a cui parteciperò.
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