Se potessi descrivere il weekend della Red Bull, lo paragonerei ad una delle sue lattine, o una di una bevanda equivalente. Appena la apri è frizzante, viva. Se la lasci aperta, dopo qualche ora si sgasa, e ‘muore’.
Ecco, il GP d’Australia della Red Bull è stato così. Subito frizzante, per poi sgasarsi incredibilmente in gara.
Possono essere diversi i motivi per questa domenica pomeriggio un po’ opaca, fatto sta che le qualifiche dominate non hanno trovato riscontro poche ore più tardi, in gara.
Metà Red Bull si è persa subito, in partenza. Mark Webber rispetta la tradizione e, per l’ennesima volta, sbaglia lo start regalando 6 posizioni agli avversari nel corso del primo giro. Considerato che le procedure di partenza sono ormai quasi completamente automatizzate, è stranissimo vedere sempre lo stesso pilota commettere lo stesso tipo di errore. La gara per Webber si è decisa, quindi, in 100 metri. Perchè Mark non è più stato in grado di recuperare per rimanere con i migliori, pur cercando di recuperare.
Gara opaca anche per il tricampione del Mondo Sebastian Vettel. Partito in pole ha tentato di scappare, ma questa volta l’esperimento non ha funzionato. Progressivamente è stato risucchiato e si è dovuto accontentare, alla fine, del gradino più basso del podio. Considerato quanto era successo un anno fa, la Red Bull è messa leggermente meglio. A postissimo sul giro secco (qualifiche perfette per entrambi i piloti), sul passo gara c’è da lavorare per stare con Ferrari e, a quanto pare, con la Lotus.
Vettel è parso comunque soddisfatto del risultato, quando solitamente è imbronciato anche dopo un secondo posto. Per tutti era la prima gara, e il primo test vero sulla durata e il comportamento delle gomme.
Adrian Newey sarà già al lavoro per capire cosa non ha funzionato tra la domenica mattina e la domenica pomeriggio. Sicuramente cercherà di porre rimedio alle lacune della RB9, esattamente come ha fatto un anno fa. Quando le Lattine erano in una situazione ancora peggiore rispetto a quest’anno, per poi uscire alla distanza, come un diesel. Con le prestazioni che poi hanno permesso a Sebastian Vettel di tornare in corsa prima e vincere il mondiale per la terza volta consecutiva.
Tra sette giorni si replica in Malesia. Tempo per modifiche sostanziali non ce n’è. E sarà curioso vedere come le vetture reagiranno al cambio di tracciato e temperature senza modifiche consistenti. Di sicuro, anche se sul passo gara la Red Bull non è parsa imbattibile, meglio non darla per vinta. Il passato insegna, e i piazzamenti ormai contano quanto le vittorie.
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