AlonsoGate n°2: “La Ferrari è comunque indietro di un secondo”. E non parla con Sky

di Alessandro Secchi
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Pubblicato il 11 Aprile 2015 - 19:20
Tempo di lettura: 4 minuti
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AlonsoGate n°2: “La Ferrari è comunque indietro di un secondo”. E non parla con Sky
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Dato che la Mclaren non fa parlare di sé per le prestazioni in pista, sconcertanti in negativo per il momento, è Alonso a richiamare l’attenzione dei media direttamente e indirettamente.

Partiamo dal “direttamente”: dopo le qualifiche Fernando si è lasciato andare ad alcune dichiarazioni leggermente al veleno nei confronti della sua ex squadra.

“Sono coinvolto in un nuovo progetto, perché per battere la Mercedes ci vuole qualcosa di diverso e bisogna prendere dei rischi. Ed è quello che ho deciso di fare l’anno scorso. Ho terminato secondo nel campionato per tre volte in cinque anni con la Ferrari. Avrei potuto continuare altri due anni e finire magari ancora secondo, ma non è abbastanza e ho preferito prendermi il rischio”.

Fin qui nulla di male, anche se l’addossare le colpe del fallimento dell’esperienza in Ferrari esclusivamente sulla squadra non è prettamente da galantuomini.

Qui, tra l’altro, ne abbiamo parlato nella nostra puntata di giovedì sera

Alonso “Finisco la carriera in Mclaren”, “Ero stanco di arrivare secondo”

I 5 anni di Alonso in Ferrari

Ma il bello della dichiarazione arriva successivamente.

“Adesso io esco in Q1, quindi per alcuni è il momento di gioire. E quelli che gioiscono sono comunque terzi, un secondo dietro (le Mercedes). Stanno battendo me ma non la Mercedes, che è poi il mio obiettivo alla fine della giornata. Quindi per gli altri è il momento di essere felici, ma presto sarà anche il mio momento”

Che dire, Fernando lo conosciamo. E chi legge queste pagine da anni sa che non è gli è mai stato riservato un trattamento privilegiato per il semplice fatto di essere un pilota della Ferrari. Ora, se io mi permettessi di inveire contro Fernando per le sue dichiarazioni di oggi, troverei probabilmente il consenso di molti ferraristi, che ora lo reputano un voltafaccia a tradimento. Ma la questione è molto più semplice di quanto si pensi: Fernando è sempre stato così, ed è sempre quello che nel 2006 parlava di favoritismi della FIA nei confronti della rossa, quando era in lotta per il mondiale contro la Scuderia. Quindi è inutile meravigliarsi per dichiarazioni che sono totalmente in linea con la mediaticità del personaggio, e in linea anche con i team radio che abbiamo ascoltato negli anni in Ferrari.

Piuttosto, e su questo sì che ci sarebbe da indagare, bisognerebbe chiedersi perché un pilota viene insultato, per poi essere idolatrato, per poi essere insultato nuovamente in base al colore della tuta che indossa. Adesso Sebastian Vettel, il pilota più sopravvalutato della storia fino a cinque mesi fa, è il nuovo idolo di Maranello. Vi sembra normale? A me no, per niente.

A proposito del “bandierismo”, ecco un altro estratto della nostra puntata di giovedì riguardante i media.

E a proposito di insulti e passando “all’indirettamente”, nel titolo un piccolo richiamo ad un giallo avvenuto in giornata in quel di Shanghai. Ieri pomeriggio, per un motivo non meglio precisato, Paola Saluzzi, giornalista di SkyTG 24, ha twittato quanto segue:

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Considerato il tempismo e il fatto che la Saluzzi pare essere accanita tifosa ferrarista, il tweet potrebbe essere una reazione alle prime dichiarazioni di Fernando del weekend, quel “Ero stanco di arrivare secondo” riferito alla Ferrari. A questo punto, nonostante il tweet sia stato prontamente cancellato, la voce è giunta a Nando che si è rifiutato di parlare ai microfoni di Sky Italia nella giornata di oggi (e anche con un po’ di ragione a mio modo di vedere). Sono seguite poi le scuse della Saluzzi ma poco importa, ormai il danno era fatto e non ci sono ancora sviluppi sulla questione, ne sapremo di più domani.

Ora: per quanto un giornalista (o qualsiasi altro soggetto) sia libero di esprimere il proprio pensiero, ci sono sempre modi e modi. La Saluzzi ha evidentemente varcato i bordi del vaso con questa uscita, e questo dimostra anche che i social sono strumento da maneggiare con cura. Con la scusa del voler essere ‘diretti’ nei confronti di chi segue, ci si lascia andare a comunicazioni private che in ambiente professionale non sarebbero assolutamente ammesse. E le scuse successive non sono altro che un qualcosa che peggiora la situazione, a mio modo di vedere. Inutile fare i grandi per poi tirare indietro la mano, perché ci vuole veramente poco ad essere sbeffeggiati dal web. E anche ammettendo che la Saluzzi, da ferrarista, abbia le sue ragioni per essere risentita a causa delle dichiarazioni di Fernando, sono bastati 140 caratteri per passare dalla parte del torto. Ci vuole veramente poco.

In ogni caso, tra la Saluzzi, Alonso, la Ferrari e chissà cos’altro si aggiungerà all’elenco, una cosa è certa. Della Mclaren non parla nessuno. Ed è solo un bene per quelli del #MakeHistory, per tornare sempre alla potenza dei social…

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