Alonso: “WEC e MotoGP ci stanno superando…”. Ma il coglione sono io…

Autore: Alessandro Secchi
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Pubblicato il 29 Novembre 2015 - 23:20
Tempo di lettura: 6 minuti
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Alonso: “WEC e MotoGP ci stanno superando…”. Ma il coglione sono io…
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Verso fine pomeriggio ho fatto un pisolo di due ore. Non so se è l’effetto post-Gran Premio ritardato, ma il mal di testa mi ha un attimo mandato KO. Mi sveglio e mi avvertono che Alonso avrebbe detto che WEC e MotoGP stanno superando, in termini di spettacolo, la F1.

Eretico! Mi collego incredulo ad Internet e trovo le frasi riportate sul sito della Gazzetta e anche su altri. Faccio un salto oltre Manica e trovo le dichiarazioni in inglese:

“We see the grandstands half empty on this circuit and half empty on most circuits, and there are championships which are overtaking us, like WEC, MotoGP…And then we are trying to make the cars louder. I think we need a bit of common sense. F1 needs to ask itself about the sound of the cars, or what is the problem to have less and less spectators. This kind of season, they need to make more sense about what they are doing, because I don’t see this in WEC, MotoGP and other categories that are much more fun than us. We need to look at many things.”

Al di là del lamentarsi per la sanzione presa per il contatto con Maldonado (ridicola, direi), Fernando dice: “Vediamo le tribune mezze vuote in questo e in molti altri circuiti, e ci sono campionati che ci stanno superando come WEC e MotoGP…E noi pensiamo a rendere le vetture più rumorose. Credo ci voglia un po’ di buon senso. La F1 si dovrebbe chiedere se il problema è il sound o altro a darci sempre meno spettatori. In una stagione così, dovrebbero chiedersi cosa stanno facendo, perché non vedo le stesse cose nel WEC, nella MotoGP o in altre categorie più divertenti della nostra. Dobbiamo rivedere molte cose”.

Mi sembra abbastanza chiaro che Fernando Alonso non sia un collaboratore di Passione a 300 all’ora, sito amatoriale composto da blogger che seguono i Gran Premi dal divano. Sebbene lui, quest’anno, forse avrebbe preferito vederli insieme a noi appurata la bontà della Mclaren. Ma, sicuramente, Fernando Alonso ha ben più voce in capitolo di noi visto che è un protagonista DIRETTO dello sport del quale parliamo, senza interessi e senza convenienze.

Poco più di una settimana fa avevo parlato proprio del fatto che il WEC sta superando la F1 in termini di spettacolo, e per tutta risposta mi sono sentito dire da più parti che i paragoni sono inutili, benchè la mia fosse solo una triste constatazione più che un confronto. Con lo stesso Carlo Vanzini che ha commentato su Twitter con un laconico “Bla bla bla” poi cancellato, sostituito da “non riesco a capire perché non vi godete le passioni senza considerarle figli di un dio minore” e da “trovo riduttivo paragonare sempre tutto alla F1”. Nessuna risposta alla mia successiva lettera, ma era abbastanza scontato.

A questo punto mi chiedo chi è il coglione dei due. Io, Fernando Alonso, tutti e due? Oppure lo sono solo io, anonimo sfigato che scrive per uno sconosciuto sito mentre Fernando Alonso, due volte campione del mondo di F1, può dire la stessa identica cosa ottenendo il necessario rispetto? Oppure, ancora peggio, si tenterà di oscurare anche le sue, di parole, in nome di interessi e convenienze mediatico/commerciali? Mah, chi lo sa.

Come sempre il tempo è galantuomo, in modo e tempi (scusate il gioco di parole) diversi. Su queste pagine è da diverse ere che critichiamo la Formula 1 per l’assurdità delle decisioni che l’hanno resa quello che è, l’ombra di se stessa. E non l’abbiamo fatto per il gusto di andare controcorrente, perché ci piace fare i bastian contrari o perché dobbiamo cercare il modo alternativo per fare click. Passione a 300 all’ora è un network composto da appassionati di lunga data: gli editoriali, che leggete qui, sono il risultato anche delle opinioni di queste persone, che da tempo non si identificano più con questa categoria. Volendo estremizzare, per quanto mi riguarda la Formula 1 ha ancora il seguito che le è rimasto per l’affetto verso il suo nome. Se dal 2016 venisse chiamata GP1, slegandola definitivamente dal suo nome storico, probabilmente perderebbe anche quei pochi appassionati di lunga data rimasti. E, ripeto, lo dico con l’incazzatura e la forza di chi, questa F1, vorrebbe vederla completamente diversa, come quella che più di 20 anni fa ha iniziato ad attaccarmi al televisore.

Sapete, sappiamo come funziona. Bisogna essere finti, dire che le cose vanno bene. Con voi bisogna dire bugie e fare i ruffiani, come coi tifosi”, disse il buon Alberto Malesani nella conferenza stampa ai tempi del Panathinaikos. E questa sembra sia la linea editoriale. Dire che la Formula 1 è spettacolare, corre nei luoghi più belli del mondo, passa sotto gli Hotel a sette stelle, al buio illuminata dalle luci artificiali. Bisogna dire che è meraviglioso vedere i fuochi d’artificio quando il vincitore passa sotto la linea del traguardo, che i circuiti di Tilke sono tutti moderni, fantastici, all’avanguardia. Bisogna asservirsi a chi, dichiarando il falso per convenienza, riesce ancora incredibilmente a guadagnarsi la pagnotta. Perché se si leva il coperchio dalla pentola non va bene, ti dicono “bla bla bla”. Ed è proprio questo quello che non sopporto. Il servilismo dei media verso chi regge il gioco, quello di chi fa il lecchino con i media per ottenere un retweet importante, quello delle squadre che si lamentano di certe dinamiche dopo averle discusse e approvate. Non si può dire che il WEC sta guadagnando punti, che un weekend a Monza ti costa mezzo stipendio, che non ci sono più i test da andare a vedere col proprio figlio senza ore di coda e costi esorbidanti. Bisogna fingere che sia tutto bellissimo, meraviglioso.

Poi arriva un Fernando Alonso: che io stesso ho criticato più volte per alcuni suoi comportamenti proprio quando i media gli leccavano i piedi, per difenderlo quando gli stessi media gli davano addosso una volta passato l’idillio. Ti piazza due frasi secche e capisci che c’è tanto di quel marcio in quello che vedi e senti che, ad avere del coraggio, dovresti spegnere la televisione, non aprire più siti, giornali e quant’altro, e lasciare che il tempo faccia il suo corso.

Ma sai già che non riuscirai a farlo. Perché è facile, come in tutte le cose, salire sul carro del vincitore quando le cose vanno bene e scendere quando non ci piacciono. E chi domanda “cosa continui a guardare se non ti piace?” ha tutto il diritto di chiedere. Ma se ogni volta in cui qualcosa non mi è andato giù di questa F1 avessi mollato il colpo, non esisterebbe questo sito e io sarei tutta un’altra persona. Pertanto, finché potrò farlo, continuerò a criticare questo sport nella speranza che prima o poi cambi qualcosa. A costo di leggere altri “bla bla bla”.

Però stasera sono in compagnia di Fernando, e sono contento così. Anche se io sono un coglione e lui no.

Privilegi dei poveracci, caro Nando, non puoi capire.

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