Prima di tutto, auguri. Fernando Alonso, oggi, compie 32 anni. Ma non è sicuramente, sportivamente parlando, il compleanno che si aspettava.
La Ferrari non c’è, si vede, si sa. E anche quest’anno, inesorabilmente, il Mondiale si sta allontanando sempre più dalle ambizioni di una Scuderia che, francamente, sembra non sapere che pesci pigliare. Domenicali richiama tutti all’ordine, al lavorare duro. Si nasconde e copre la squadra dalle delusioni che arrivano in qualifica prima e in gara poi. Gli aggiornamenti non funzionano, gli altri allungano.
Certo, quest’annata è strana, se vogliamo sporcata dai disastri che hanno portato la Pirelli a cambiare gomme due volte in corsa. Qualcuno ci ha rimesso, qualcuno ci ha guadagnato. Il problema principale è che la Red Bull resta sempre là sopra, e anche quando non vince porta a casa bottino pesante. Poi c’è la Mercedes, che il vantaggio temporale acquisito con quel test di Barcellona se lo porterà dietro fino alla fine dell’anno. E ora è tornata alla carica la Lotus, che se non fosse stato per le penalità inflitte a Grosejan avrebbe piazzato entrambe le vetture davanti ad Alonso.
La Ferrari che torna a casa dall’Ungheria ha le ossa rotte, perchè è diventata la quarta forza del Mondiale, e perchè ora ha anche un problema ben più grave da risolvere, che non quello della vettura.
Alonso ha il mal di pancia. Da tempo, credo io, precisamente dalla fine del 2012, quando Massa doveva rallentare per non stargli davanti. Ma solo adesso le cose stanno venendo a galla. Il termine ‘mal di pancia’ in senso sportivo è chiaramente di derivazione calcistica, riferito ad Ibrahimovic. Uno che va sempre in giro con il Maalox. Dopo dichiarazioni non troppo velate (“gli aggiornamenti non funzionano”), proclami forzati (“dobbiamo vincere tre o quattro gare di fila”) e visti gli ultimi risultati, io credo che Alonso non ne possa più di una squadra che non riesce a mettergli a disposizione una vettura che gli permetta di vincere, ormai da 4 anni.
Ma.
Gli ultimi ammiccamenti verso la Red Bull non piacciono, e le voci su un clamoroso divorzio dalla Ferrari si sono rincorse in questi giorni, visti anche gli incontri del suo manager con Christian Horner. In una situazione non proprio felice per la Ferrari, oltretutto, si nota la mancanza di tatto di Fernando che, come è sempre stato solito fare, non ha mai rinunciato a lanciare frecciate verso le squadre che non lo assecondavano al 100%. Atteggiamento più da One Man che da Team Leader, ma questo si sapeva. O, forse, le dichiarazioni di questi giorni non sono state altro che volute per far capire di non aver più niente da dare ad una rossa che non dà.
Dispiace inoltre leggere il repentino cambio di opinione di mezza carta stampata, web e tifosi nei confronti di Fernando, scaricato, messo all’angolo e fatto passare per il possibile traditore di turno. E a questo punto è più facile comprendere il perchè di certi articoli contro Raikkonen e Schumacher, che al momento sono però gli ultimi ad aver portato il numero 1 sul musetto.
Certo, non piacciono certe dichiarazioni (credo non piacciano soprattutto alla Ferrari) e non piace che in un momento così delicato Alonso salti i test di Silverstone (dopo quelli di inizio anno oltretutto). Non tanto per l’apporto che poteva dare Fernando alla squadra in termini tecnici, viste le condizioni in cui erano ammesse le prove, quanto per un senso di vicinanza alla squadra in un momento difficile. Ma Alonso lo si conosce da prima del 2010, e si sa che il suo intento è unicamente vincere da One Man e quando non ce la fa, ogni tanto, si lascia andare. Si lascino stare i proclami del restare a vita con la Ferrari, o questa, o quella squadra. Sono cose che non stanno nè in cielo nè in terra. Qui si parla di primeggiare, e un pilota difficilmente si fa influenzare dai sentimenti verso una squadra quando le cose non vanno come vorrebbe.
Pertanto, se Alonso non è più soddisfatto della Ferrari si cerchi pure una nuova squadra, anzi ‘quella’ squadra, visto che ogni riferimento alla Red Bull è chiaramente voluto. E’ nel suo diritto, d’altronde, aspirare al massimo visto il raggiungimento della piena maturità sportiva a 32 anni. Massimo che, purtroppo, la Ferrari pare non essere in grado di mettere a disposizione. Ma che non si parli più di team leader, di accentratore o cose del genere. Perchè se divorzio anticipato sarà, dovrà valere davvero, questa volta (e non come ad Abu Dhabi) la legge del “si vince insieme, si perde insieme”. E anche lui avrà da assumersi la sua dose di responsabilità, in un matrimonio probabilmente fallimentare, in partecipazione con la squadra.
Tutto questo prima di farsi passare il mal di pancia, magari con una Red Bull. Lattina o RB10? Vedete voi..!
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