Allora il Crucco c’e(ra)…e adesso?

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Tempo di lettura: 5 minuti
di shalafi81
29 Maggio 2013 - 22:30

Ci sono due cose, che a chi vi scrive non fanno difetto. La partigianeria e l’onestà intellettuale. Potrebbe sembrare un controsenso, ma non lo è. Quando si tratta di tifo, su qualsiasi cosa -calcio, volley, ciclismo, motorsport, pelota basca- non troverete un tifoso più accanito di me. Ma quando si tratta di essere obiettivi, raramente troverete qualcuno che si impegni più del sottoscritto per esserlo. Che poi ci riesca, questo è un altro discorso, le mie pagelle ahimé parlano per me e dicono il contrario. Ma la volontà e la buona fede, visto anche il mestiere che faccio nella vita di tutti i giorni, non può e non deve mancarmi.

Perché questo pistolozzo? Perché ho appena letto un articolo di Jonathan Noble su Autosport, la mia bibbia. Che dà sostanza, con dati e fatti -quelli bravi lo fanno, mica scrivono cagate incircostanziate come me- ad alcune considerazioni personali fatte tra sabato e domenica scorsi.

Capitolo 1: a me Michael Schumacher è sempre stato tremendamente sulle palle. Per ragioni personali e per questioni di tifo che non ho motivo di spiegare in questa sede, ma che non ho affatto bisogno di tener segreti. Punto.

Capitolo 2: come ho avuto modo di scrivere più volte, da denigratore a prescindere, ho apprezzato molto di più i tre anni in Mercedes che i cinque titoli in Ferrari. Non solo l’uomo Michael, quello che per passione non ha paura di rimettersi in gioco e rovinare la propria immagine, ma anche il pilota Schumacher. L’ho scritto più volte, nelle mie pagelle, chi l’ha lette dovrebbe ricordarselo. E rivendico anche di aver scritto più volte che il Michael di alcuni fine settimana valeva quello dei titoli in rosso.

Capitolo 3: la prima cosa che ho pensato appena il figlio di Keke -che poi si chiama Keijo Erik, mi pare- ha tagliato vittoriosamente il traguardo meritandosi per primo la vista sulla scollatura della moglie di Alberto di Monaco, è stata: “qualcuno dovrà chiedergli scusa”. A Michael, non a Nico, anche se pure lui ne avrebbe di sassolini da togliersi dalla scarpa. Certi paragoni sono sempre ardui da giustificare come esattamente esatti, okay. Ma il concetto che si è formato nella mia mente, una volta di più, è stato: Michael se la giocava con Nico, Nico sta facendo vedere i sorci verdi a Lewis, per cui fate voi.

Capitolo 4: ho fatto il fioretto di scrivere qualcosa, poi tra il lavoro, le pagelle, frizzi, cazzi e lazzi ho lasciato scorrer via la cosa. Oggi mi ritrovo, su Autosport, l’analisi di Jonathan Noble dall’eloquente titolo “It’s Schumacher not Rosberg we need to reappraise”, che suona più o meno come “E’ Schumacher, non Rosberg, quello che va rivalutato”. Lo stesso pensiero che ho avuto io, a pelle. Ma con dati che ora vi propongo. Già il fatto che uno come Noble si sia preso la briga di fare certi conti è eloquente.

Capitolo 5: I dati di Noble, appunto. Nei primi sei GP del 2012, in qualifica il confronto Schumacher-Rosberg era sul 3-3. Esattamente come quello quest’anno tra Rosberg e Hamilton. In due delle tre occasioni in cui Nico è stato avanti a Michael, non è stato per motivi sportivi [DRS rotto in Bahrain, scelta tattica di non girare nella Q3 in Spagna]. Il che significa che nelle 4 volte in cui si è girato ad armi pari il confronto è stato 3-1 per Michael. E se Michael batteva Nico che se la gioca alla pari con Lewis, riconosciuto universalmente come un drago in termini di velocità pura… fate voi.

Capitolo 6: Okay, l’unica vittoria del triennio insieme l’ha avuta Nico, in Cina l’anno scorso. Ma Michael -che, per carità, era secondo- quella gara non l’ha finita. E’ stato Michael a concentrare su di sé la maggior parte delle sfighe di una macchina che non stava insieme. Lo dice Noble, non io. Certo, incidenti stupidi -Barcellona con Senna o Singapore con Vergne, per esempio- ce ne sono stati. Ma non per questo -per dire- gli si doveva dare del vecchio bacucco rincoglionito [che dovremmo dire di Grosjean o Maldonado, per dire?]. Ed è a lui che ora più che mai bisogna chiedere scusa. Lo dice Noble, sempre, non io. Dati alla mano.

Capitolo 7: Io non dico nulla. Sarebbe bello se chi l’ha incensato quando era in Ferrari e sputtanato vergognosamente quando ha cambiato casacca si facesse un bell’esame di coscienza -avrebbe dovuto farselo già ai tempi, per carità, ma forse a certa stampa è chieder troppo- e riconoscesse che sì, forse qualcosa di sbagliato c’era. Che forse certi giudizi erano un filino troppo superficiali. Che forse il comeback è stato veramente un crescendo continuo, in termini di prestazioni [questo rivendico di averlo pronosticato anch’io in occasione della sua prima gara: può solo migliorare, avevo scritto, cercatevelo se non ci credete]. Non sta a me dirlo. Per il semplice fatto che non conto un cazzo e che non l’ho mai incensato quando era in Ferrari. Non sta a me dir niente.

Capitolo 8: Però due cose ve le voglio dire lo stesso. Canada 2011 e Montecarlo 2012.

Goditi la pensione, Michael. A Melbourne 2010 avevi già guadagnato un tifoso in più. Chissà che non ne trovi altri anche dopo aver lasciato definitivamente questa banda di matti chiamata Circus. Sarebbe un nuovo record, per te.

Manuel Codignoni
www.passionea300allora.it

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2 Commenti su “Allora il Crucco c’e(ra)…e adesso?”
speedmad dice:

La politica che brutta bestia! Schumacher e Haug ne hanno fatto le spese in Mercedes; ora il loro lavoro fa passare Lauda per un eroe. Cosa avrei pagato per vedere Michael con la macchina attuale…ricordando che con la carretta dell’anno scorso a Monaco era lui in pole. Ragazzi, per favore, non scherziamo!!!

AleMans dice:

Le prime righe del tuo articolo dicono tutto: tifo e obiettività.
Le due difficilmente vanno d’accordo. Ma non mi meraviglia il fatto che chi prima osannava Schumacher, dopo lo infangava in tutti i modi. Viceversa vale per Alonso. E lo stesso per Vettel.
Tutto questo dimostra che il tifo non mente: il valore dei campioni non cambia in base alla scuderia.

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