Alfa, uno stemma e poco più: cosa direbbe Paolo Bitta?

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Tempo di lettura: 3 minuti
di Alessandro Secchi @alexsecchi83
2 Dicembre 2017 - 19:40
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Nella fiction viene chiamato “un uomo chiamato contratto”: Paolo Bitta, personaggio di Camera Cafè (al secolo Paolo Kessisoglu) nel programma comico è un alfista duro e crudo, nato con lo stemma del Biscione nel cuore. Per la sua Alfa farebbe qualsiasi cosa.

Ma se Paolo Bitta esistesse davvero, fosse un personaggio reale, cosa penserebbe di questo ritorno dell’Alfa in F1? Cosa esclamerebbe vedendo il marchio del Biscione su una macchina che non è un’Alfa?! Sono sicuro che di alfisti purosangue in giro ce ne siano tantissimi, memori di quando l’Alfa era un team in tutto e per tutto. Ed allora mi piacerebbe sapere come valutano questo accordo con la Sauber, che profuma di ritorno alle corse ma altro non è, al momento, che uno stemma sul cofano della C37.

Sì perché non bisogna farsi ingannare dai titoloni. “Alfa ritorna in F1”, generico così, significa una cosa. “Alfa ritorna come Title Sponsor” significa tutt’altro. Così come Infiniti con Red Bull (che montava motori Renault), così come Fiat con Yamaha in MotoGP anni fa, al momento il ritorno dell’Alfa in Formula 1 consiste in una pesante sponsorizzazione comprendente, dal punto di vista tecnico (esagerando ovviamente), giusto il suo bel marchione in vista sul cofano motore della Sauber. Niente più e niente meno di quello in piccolo comparso sulle Ferrari degli ultimi anni. Il motore sarà ovviamente Ferrari ma si tratterà della versione dell’anno in corso e non più quella dell’anno precedente. Si vociferava che proprio la PU potesse essere rinominata Alfa-Romeo, ma non ci sono notizie ufficiali su questo aspetto: forse è meglio così.

I comunicati parlano di accordo tecnico e commerciale: dal primo punto di vista, a parte qualche condivisione di ingegneri non vedo possibili ed immediati input da parte di un marchio assente dal panorama motoristico da parecchio tempo (nel WTCC l’Alfa è stata in corsa fino al 2007), eccezion fatta per la presenza nel TCR con la Giulietta preparata e gestita, però, dal team di Romeo Ferraris e non direttamente dalla Casa. Semmai, e qui l’accordo è sì valido, si tratta di una bella spinta commerciale mirata evidentemente ad alzare le vendite delle vetture stradali. Qui il Biscione potrà sfruttare mediaticamente l’immagine del ritorno in F1 per pubblicizzare i suoi modelli in versione sportiva. 

Parlare di ritorno a tutti gli effetti, quindi, è fuori luogo. Per quello dovrebbe essere allestita una vera Squadra Corse, mentre come immaginabile la base del team Alfa-Romeo Sauber resterà sempre a Hinwil, in Svizzera. Si tratta comunque di un primo passo: magari, se le cose dovessero andare bene, in futuro si potrà prevedere di entrare in F1 con un team vero e proprio, come quello che ha corso fino al 1985.

Per ora, quindi, accontentiamoci del “Title Sponsor”. Poi, si vedrà.

Immagine: Charles Leclerc Twitter

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2 Commenti su “Alfa, uno stemma e poco più: cosa direbbe Paolo Bitta?”
mau65 dice:

Perchè nella tanto decantata Formula E cosa sono ? Telaio Dallara, aerodinamica Spark, batterie Mc Laren e motiori/kers acquistati da Bosch, Samsung, Bosch o altri costruttori di elettricità.. O credete veramente che anche sulle auto “di i serie” i costurttori si costruiscano e/o progettino elettronica e motori elettrici ?

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