Al Red Bull Ring è Leclerc contro tutti. E quanto pesano i punti di Silverstone…

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di Alessandro Secchi @alexsecchi83
11 Luglio 2022 - 12:15
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Leclerc stupisce per carattere e freddezza in Austria. E il rimpianto per i punti persi una settimana fa aumenta

Rivedere il sorriso di Charles Leclerc alla fine della gara austriaca dopo la settimana post Silverstone è sicuramente rinfrancante, ma la sensazione che la sua lotta contro tutti sia tutto tranne che finita è sempre più profonda.

Al Red Bull Ring, Charles ha dovuto lottare contro tutti. In qualifica contro Verstappen, che gli ha soffiato la Pole per un niente. Contro il suo compagno Sainz durante la Sprint, con una lotta interna che di fatto ha spalancato le porte alla Red Bull per andare a vincere la garetta del sabato. Infine la domenica. Non è bastato dover superare tre volte Max, pratica sempre difficile sebbene il campione in carica non abbia esagerato nell’opporre resistenza, conscio di non averne per lottare oltremodo.

A mettersi tra Charles e la vittoria sono arrivate poi la Virtual Safety Car per il fuoco sulla Rossa di Carlos, che ha permesso a Verstappen di rimettersi in linea con le gomme per i giri finali, il tentativo dell’olandese di forzare nei primi giri il recupero, i doppiati che con un giro corto hanno dato più noie del solito e, infine, il problema al pedale dell’acceleratore. Come se non bastasse quanto successo prima, Charles ha dovuto reinventare modo di guidare per una decina di giri con la farfalla che restava leggermente aperta al momento del rilascio. Una noia che ha saputo gestire perfettamente con la pressione degli ultimi passaggi, andando a vincere la quinta gara della carriera, sicuramente la più difficile.

I 5 punti complessivi recuperati in questo weekend su Max sono forse poca cosa, ma vedendo quanto questa Ferrari è capace di correre (e sapete come la penso da inizio anno sulla F1-75) personalmente pensare a come è stata gestita (male) Silverstone fa ancora arrabbiare. I 49 punti di distacco che Charles aveva da Verstappen prima di Silverstone sarebbero potuti essere tranquillamente 25 dopo l’Austria. In soli 7 giorni il divario sarebbe potuto essere dimezzato con ancora due gare prima della sosta per riavvicinarsi ulteriormente e altre nove gare da fine agosto in poi per provarci.

Non che 38 punti siano un’enormità. Divari del genere in passato, anche a campionato ben più avanzato, sono stati ripresi come niente. Sono però del parere che si debba provare a fare il possibile per vincere un mondiale se si ha una monoposto in grado di farlo. E, affidabilità a parte (che colpisce comunque anche Red Bull), la Ferrari lo è, eccome. Pertanto credo che ad oggi non sia stato fatto il possibile per mettere Leclerc nelle condizioni di lottare per il titolo. Che, se ti chiami Ferrari, deve essere l’obiettivo, sempre.

La vicinanza di Sainz è una giustificazione che non regge. Dopo Miami (gara numero 5) Leclerc era in testa al mondiale con 104 punti, 19 di vantaggio su Verstappen e 51 sul compagno di squadra. I margini per prendere una decisione c’erano, ma non si è voluto. E, quando lotti contro Red Bull, i cui piani sono chiarissimi, non si può tentennare.

Niente è ancora perduto. Ma se, a fine anno, il divario dovesse essere ridotto, non si potrà fare altro che tornare a certe decisioni. O, per meglio dire, certe non decisioni.

Immagine: Media Ferrari

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