Africa Eco Race 2025 | Intervista esclusiva a Giampietro Dal Ben, fondatore dell’O.d.v. Energia & Sorrisi e del Rally Team Sport & Solidarietà

Autore: Alyoska Costantino
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Pubblicato il 27 Gennaio 2025 - 11:00
Tempo di lettura: 5 minuti
Africa Eco Race 2025 | Intervista esclusiva a Giampietro Dal Ben, fondatore dell’O.d.v. Energia & Sorrisi e del Rally Team Sport & Solidarietà
P300

In occasione dell’MBE 2025, il Motor Bike Expo di Verona, P300.it ha potuto intervistare il fondatore dell’associazione vicentina.


Ogni giorno, sul web e tramite i telegiornali, veniamo a conoscenza di notizie sempre più terribili in ambito geopolitico e, soprattutto, umanitario. Disastri naturali improvvisi, un mondo costantemente in conflitto nel quale le guerre sono incessanti ed un numero di vittime sempre più alto, così come la gente bisognosa di aiuto.

E’ in una situazione del genere che, chi davvero ha a cuore questi problemi, decide di tendere una mano. E’ ciò che ha fatto Giampietro Dal Ben, fondatore dell’Organizzazione di volontariato Energia & Sorrisi: classe 1965, il vicentino ha deciso di creare, nel 2006, un connubio a suo modo unico, quello tra il motorsport (mondo di cui è grande appassionato) ed il desiderio di aiutare il prossimo.

Quest’anno, al Motor Bike Expo di Verona, questa O.d.v. è stata presente in esposizione con la propria flotta di mezzi partecipanti all’Africa Eco Race 2025, gara che Parc Fermé ha raccontato in video giorno dopo giorno e che abbiamo condiviso anche noi tramite i nostri articoli.

La squadra, chiamata Rally Team Sport & Solidarietà, ha schierato quattro moto, un pick-up ed un camion a quest’edizione, che Giampietro ci ha voluto raccontare in una breve intervista fatta domenica. Buona lettura.


Buongiorno sig. Dal Ben, è davvero un piacere conoscerla qui allo MBE. La prima domanda è: da dov’è nata l’idea di creare questo connubio tra il mondo dei rally raid e la beneficienza?

“Ero nel Gran Mare di Sabbia vent’anni fa, in Egitto, e sono stato avvicinato da un bambino seminudo che non aveva mai visto un paio di scarpe, mentre io avevo rotto la mia moto da rally. Da quel momento ho deciso che non potevamo lasciarci alle spalle solo l’impronta del nostro copertone sulla sabbia, che non potevamo fare parte di questa società ‘stile Ponzio Pilato’, che predica bene e razzola male”.

“Da lì è nata l’idea di raccogliere aiuti, consegnarli direttamente alle persone bisognose e, come recita il nostro logo in dialetto veneto, ‘Coe ciacole no se inpasta fritoe’, ‘con le chiacchiere non si fanno le frittelle’. Siccome viviamo in un mondo in cui tutti sanno tutto, ma quando è ora e nessuno fa niente, io non volevo far parte di questi Ponzio Pilato”.

Cos’è che la colpisce di più quando vive un’avventura missionaria, che ha più a cuore?

“Detta in parole povere, quando si va incontro a delle persone in difficoltà, è molto più importante quello che porti a casa rispetto a quello che doni. Per cui, quando abbiamo iniziato a raccogliere tonnellate di aiuti per gli orfanatrofi in Marocco, piuttosto che per il terremoto dell’Aquila, o anche per il terremoto in Emilia o a Petrinja in Croazia, o nel campo di concentramento di Lipa in Bosnia ed Erzegovina, o durante la guerra in Ucraina, ogni volta che noi ci muoviamo portiamo a casa dell’energia, a volte negativa, che cerchiamo di trasformare in aiuti concreti per queste popolazioni in difficoltà”.

Qui davanti a noi abbiamo un pick-up Mercedes che ha partecipato all’Africa Eco Race, insieme ad uno stuolo di moto Kove ed anche ad un camion, iscritto a sua volta con il logo del Rally Team Sport & Solidarietà. Ci può raccontare le sensazioni che le ha dato quest’edizione?

Quest’anno la gara non mi è piaciuta perché, dal mio punto di vista, in termini organizzativi ci sono state parecchie lacune. In primis il bivacco a Bordighera, poi il disastro totale del traghetto della Meridionale salpato da Marsiglia su Tangeri; qualcosa di vergognoso. Giunti in Marocco, abbiamo trovato una prima tappa molto lunga di 758 chilometri, dal mare (in mezzo alla neve ed il ghiaccio), fino a tornare in montagna con temperature molto basse, di sera e col buio. E le nostre moto non sono fatte per girare a buio.

“Infine, il disastro ulteriore e totale dei bagni e delle docce. Un pilota di rally, che per partecipare spende molti soldi, non deve essere coccolato, ma non deve neanche essere umiliato. Spesso gli organizzatori si dimenticano che i piloti sono clienti, non sono masochisti. Sentirmi quasi preso in giro non mi ha fatto piacere”.

Che consigli darebbe all’organizzazione, anche in vista dell’edizione 2026?

“Intanto di svecchiare la squadra, e poi di avere un attimino più riguardo dei piloti e anche degli assistenti, perché sono persone che lavorano molto, si impegnano molto, danno lustro all’iniziativa, alla gara, e vanno considerati nel migliore dei modi”.

Purtroppo negli ultimi anni, a livello geopolitico, il mondo stesso è stato sconvolto da diversi avvenimenti di certo terribili. Quali sono i prossimi obiettivi di Energia & Sorrisi?

“I prossimi obiettivi saranno questi: martedì caricheremo il 61° bilico per l’Ucraina; il 9, il 10 e l’11 febbraio saremo ancora a Leopoli con un altro bilico solidale, che consegneremo a un orfanatrofio; a fine marzo saremo in Marocco per il Tuareg Rally, dove consegneremo anche lì una motrice di aiuti umanitari. E poi ogni mese, quotidianamente, nelle nostre realtà di Vicenza faremo la spesa alimentare solidale, anche grazie all’apporto del Banco Alimentare Onlus, dove noi consegniamo mediamente 300 quintali all’anno di alimenti casa per casa, alle famiglie in difficoltà”.


Ringraziamo ancora una volta Giampietro Dal Ben per l’intervista concessaci, P300.it desidera mandare il proprio sostegno ai volontari dell’associazione.

Fonti immagini: Facebook / Rally Team Ees, energiaesorrisi.org, africarace.com

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