Abu Dhabi, una pista da “Mille e una notte”

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Tempo di lettura: 3 minuti
di Giancarlo Marseglia Ceccoli
25 Novembre 2015 - 11:00
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Finalmente si corre ad Abu Dhabi.

O, se preferite, ABBBBBUDHABBBBBI.

È tutta la stagione che aspetto questo momento, ho un rapporto speciale con questa pista: è spettacolare, moderna, glamour, tanto bella da sembrare finta. Ad Abu Dhabi ogni cosa è più bella, l’anno scorso persino le macchine col musetto fallico sembravano bellissime. Correre sotto le lucine di Abu Dhabi è il sogno (sciogno, direbbe un famoso manager piemontese di cui si tacerà il nome) di ogni pilota, nonché di noi spettatori. Diciamocelo, a chi è che piacciono ancora quelle piste brutte e noiose che ci sono in Europa? Spa, per esempio: noiosa, vecchia, costruita in mezzo a una foresta. Qual è il suo fascino? Qualche banalissima curva? Così poco? Davvero non capisco cosa ci possiate trovare di tanto interessante. Se si corresse in notturna, ancora ancora…

E Monza? Il “Tempio della velocità”? Mah. Al tempio preferisco l’hotel a 7 (?) stelle sotto cui si passa ad Abu Dhabi: è quello lo spettacolo.

Silverstone? Un vecchio aeroporto senza nemmeno una torre di controllo figa? Come fa a piacervi? Guardate la magnifica torre che c’è in fondo al rettilineo di Abu Dhabi, quella è veramente meravigliosa. Però, devo ammettere, il nuovo settore di Silverstone, inaugurato nel 2010, si avvicina agli standard della pista mediorientale. Bravo Hermann!

E poi ci sono gli ultranostalgici che rimpiangono addirittura la Nordschleife (pista bruttissima già dal nome), ossia quell’anello di più di 20 Km nel bel mezzo della foresta della Renania che ha mietuto una quantità infinita di vittime, oppure la vecchia Spa, quella che c’era prima del rifacimento degli anni ’70, un’altra trappola mortale. E che dire dell’Österreichring o dell’Hockenheimring? Tutte piste con dei nomi impronuncibili, pericolose e “out”. Per carità!

Non è più bello il lusso smodato degli emiri e degli sceicchi? Io penso che sia molto più divertente, anche per i piloti, bearsi in quest’atmosfera patinata, da film. I piloti sono delle star, dopo tutto, mica degli atleti, ed è giusto che si ritrovino in un’atmosfera da red carpet.

E poi, ancora non ho menzionato la cosa più bella in assoluto: i fuochi d’artificio a fine gara! Quando il vincitore taglia il traguardo, ecco che si presenta ai nostri occhi uno spettacolo senza eguali, il tripudio dell’arabico show! Una cosa impagabile, unica, che manda in visibilio grandi e piccini. Avete mai visto dei fuochi d’artificio a Imola? Ecco perché l’hanno tolta dal calendario. E mi auguro che facciano lo stesso con tutte le altre piste, brutte e démodé che sono rimaste. Basta, via! Più fuochi d’artificio e acqua alle rose per tutti! Più palme e meno foreste di conifere! Più cammelli e meno castori spericolati che attraversano la pista! La F1 è cambiata, non possiamo rimanere ancorati a queste cose vecchie e tristi. Abu Dhabi è giovane, cool. È il futuro, piace proprio a tutti, a cominciare dall’autore di questo post.

E quindi, auguro a tutti un magnifico week-end, all’insegna del vero spettacolo, quello che ci piace, quello che fa bene a questo sport.

Ora, scusatemi, ma devo andare a incassare il sostanzioso assegno che mi ha intestato l’emiro di Abu Dhabi per scrivere questo cumulo di panzane.

Sempre e comunque #SaveTheRing

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