Abu Dhabi 2021, “The last dance”

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di Alessandro Secchi @alexsecchi83
12 Dicembre 2021 - 08:00
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Nove mesi e mezzo dopo il GP del Bahrain siamo arrivati all’atto finale del 2021. Sembra ieri di assistere ai test impolverati di Sakhir ed ora siamo qui, in attesa di conoscere il nome del campione del mondo tra la riconferma di Lewis e la novità di Max.

È stata una stagione inenarrabile sotto tanti punti di vista tra colpi magici e proibiti, eventi soprannaturali, cataclismi atmosferici, polemiche a non finire; il tutto, guarda caso, ha portato questo campionato a giocarsi all’ultimo round e con i duellanti a pari punti. Roba che Netflix si sta sfregando le mani da una settimana e più.

Non è solo l’ultima gara di un campionato a tratti anche snervante, ma anche la fine di un’era. Quella del primo grande ciclo delle monoposto ibride dominato dalla Mercedes e da Lewis, eccezion fatta per un 2016 che assume sempre di più i contorni dell’evento raro nel nome e nel volto di Nico Rosberg.

Salutiamo le monoposto più veloci di sempre e si resetta tutto. Nuove vetture, nuovi principi, nuovi stili di guida richiesti e, chissà, nuovi valori in campo. Con la speranza che non siano gli stessi o, quanto meno, siano più livellati (chiariamoci: livellati, non a caso) e permettano di vedere qualcosa di bello. Sarà un anno zero, completamente. E per questo la curiosità sarà massima.

Si chiude anche un’altra era, quella di Kimi Raikkonen. Nel marasma del casino mondiale il suo ritiro sta passando sotto traccia, ma stiamo per salutare un personaggio meraviglioso. Dei piloti della sua generazione sono convinto che sia stato, nel periodo McLaren, il più forte di tutti. Il mondiale del 2007 suona quasi come una ricompensa dopo stagioni, come la 2003 e la 2005, meravigliose. Quest’ultima grida vendetta ancora oggi, per colpa di quella Mp4-20 che non ne voleva sapere di finire un weekend senza problemi. Lascia un ragazzo che ha fatto, del suo ripudio per tutto ciò che non era guidare, la dote che fatto breccia nei cuori degli appassionati diventando il più amato pur essendo, per anni, inesistente nel mondo dei social. Dopo Valentino Rossi, insomma, un altro uomo del ’79 ci lascia per dedicarsi alla famiglia. Un riposo meritato: la sua storia da uomo da corsa, tanto, non la toccherà nessuno.

La speranza è che di questa giornata non si debba parlare fino a marzo. Difficile da dire visto quello che è successo fino ad una settimana fa; la mia è più una speranza personale perché questo è stato l’anno più difficile e complesso di tutti.

Chi ne uscirà vincitore? Non lo so, ma sarà l’ora e mezza più lunga dell’anno. Questo è poco ma sicuro. Buona gara a tutti voi.

Immagine: Twitter / Red Bull

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