MXGP | Intervista a Jeremy Seewer

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Tempo di lettura: 6 minuti
di Andrea Ettori @AndreaEttori
8 Ottobre 2020 - 19:47
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Due chiacchiere con il vice-campione del mondo in carica della classe regina del motocross


Jeremy Seewer è uno dei piloti più in vista del motocross mondiale e della MXGP in particolare.

Svizzero di Bülach, 26 anni, Seewer è la punta di diamante del team Yamaha da ormai due stagioni, viste le difficoltà patite da Gautier Paulin e soprattutto Arnaud Tonus. Qualche sirena, nelle ultime settimane, voleva il vice-campione del mondo in carica in Gas Gas al posto di quel Glenn Coldenhoff che invece viene accostato proprio a Iwata, ma il contratto del #91 con i Tre Diapason è valido per un altro anno e il pilota del Canton Zurigo non sembra intenzionato a cambiare aria proprio adesso. Nel frattempo, comunque, Seewer è pienamente concentrato sul mondiale in corso, che lo vede grande protagonista e in lotta per un mondiale che ad inizio anno era quasi impronosticabile.

In questo 2020 così particolare, Seewer sta inoltre cercando di togliersi di dosso la nomea di “eterno secondo” che negli anni è stata giustificata dai tre secondi posti iridati raccolti nel 2016, 2017 (in MX2) e 2019. Con il primo successo in MXGP ottenuto nel Gran Premio di Lombardia e le ottime prestazioni complessive di questa stagione, l’elvetico sembra essere ben indirizzato verso una considerazione ben differente all’interno del paddock delle ruote tassellate.

P300.it ha avuto il piacere di intervistare Jeremy Seewer a proposito della stagione in corso e del suo immediato futuro. Ecco cosa ci ha raccontato:

Grazie mille per questa intervista. Come stai e come giudichi la prima parte di questa stagione?
“La prima parte di stagione è stata in un certo senso speciale. Sono partito molto bene in Gran Bretagna ma poi a Valkenswaard è stato un disastro, quindi sono passato da un’ottima prestazione ad una pessima, poi è arrivato il Coronavirus e la stagione è ripartita da zero. Sono ripartito molto bene ancora, ma anche con qualche punto basso come il ritiro in Lettonia (nella prima manche del Gran Premio di Kegums, ndr). Riguardandomi indietro penso di essermi ripreso molto bene, ho compiuto dei passi avanti, sono migliorato e ora lotto con i primi. Posso competere con i migliori e alla fine è positivo, anche se con qualche difficoltà passeggera”.

Sei tornato a vincere delle manche, come ti sei sentito e cosa ti aspetti dalla seconda parte di stagione?
“Sono tornato a vincere delle manche ed è stato grandioso. Ci sono andato vicino due volte in Lettonia e finalmente a Faenza ce l’ho fatta. Vincere in MXGP adesso, con questo livello e tutti questi piloti così veloci, è incredibile ma allo stesso tempo normale perché ti senti uno di loro. Le tue aspettative non diminuiscono mai. Voglio vincere altre manche e altri Gran Premi, questo è quello per cui lavorerò nella seconda parte di stagione, ma allo stesso tempo è importante essere consistenti e non correre solo per vincere gare singole”.

Quali sono le problematiche e i vantaggi di correre su uno stesso tracciato per tre volte?
“Mentalmente è difficile, perché correre tre Gran Premi è complicato. In un certo senso il primo Gran Premio è di affinamento, nel secondo e nel terzo c’è la sensazione che il livello si appiani per tutti, poiché ci si adatta al circuito. Tutti imparano dai piloti più veloci, sistemano la moto e la migliorano, quindi il gap tra i piloti diventa sempre più risicato, è normale. Più tempo passi sul tracciato e più la competizione diventa serrata. Questa è la difficoltà, il vantaggio invece è che se cominci male hai comunque una nuova possibilità nel giro di pochi giorni”.

Essendo tu tra i suoi principali avversari, l’infortunio di Herlings ha portato a qualche cambiamento dal punto di vista mentale?
“L’infortunio di Herlings ha cambiato drasticamente il campionato, ma per quanto mi riguarda non ci penso. Non guardo ai punti che aveva di vantaggio, non mi interessano. Cerco solo di concentrarmi su me stesso e sul mio campionato, cerco di dare il massimo ogni giorno, ad ogni Gran Premio, ad ogni giro di pista. Sono le corse, alla fine. Non ci penso, conosco queste cose, la gente ne parla, ma cerco di tenerle fuori dalla mia mente”.

Sei soddisfatto del materiale che ti fornisce Yamaha?
“Sì, Yamaha sta spingendo davvero forte. Fanno del loro meglio per correre in MXGP, svolgiamo un sacco di test, cerchiamo tanto di migliorare e facciamo tutto il possibile per competere alla pari con le altre Case. Credo che ora in MXGP tutti i costruttori siano ad un livello davvero alto. Certo ci sono diverse caratteristiche, una moto può essere migliore in una certa area mentre un’altra può avere altri punti di forza, ma vedendo tutti i diversi vincitori di quest’anno si può dire che siamo tutti ad un livello simile”.

Negli USA, Justin Barcia ha firmato per Gas Gas lasciando Yamaha. Tu ti stai guardando attorno o puoi confermarci che correrai con Yamaha anche nel 2021?
“Posso confermare che correrò con Yamaha anche nel 2021 poiché ho firmato un contratto di due anni. Ho sentito di Barcia, ma non ho compreso bene le ragioni di tutto questo. Io comunque credo in Yamaha, loro hanno creduto in me e sono una persona fedele, sto cercando di costruire qualcosa insieme a loro e ci stiamo muovendo nella stessa direzione. Credo che troppi cambiamenti ti rendano debole, perché devi sempre ripartire da zero ogni volta”.

La sensazione è che il livello della MXGP sia davvero alto e che le partenze siano diventate molto più importanti rispetto al passato. Ce lo puoi confermare?
“Come ho detto prima, il livello è molto alto e le partenze sono diventate davvero importantissime, specialmente su circuiti come Mantova. In Lettonia e a Faenza non era così male, si poteva fare la differenza anche risalendo il gruppo, ma a Mantova compiere sorpassi si è rivelato incredibilmente difficile. Questo tipo di circuiti rappresenta un problema ma è uguale per tutti, è un gioco mentale ma in fin dei conti vince sempre il migliore”.

Pensi di poter vincere il campionato al termine di questa stagione?
“Lo spero. Darò il massimo, ma non mi focalizzo troppo sul campionato. Cerco di essere della partita ad ogni Gran Premio. A volte va bene, a volte meno. In ogni sport è così. Ora abbiamo corso 11 Gran Premi e sono ancora lì davanti. In passato ho dimostrato di essere consistente su tutto l’arco di una stagione, quindi penso di poterci riuscire ancora”.

Ringraziamo Jeremy Seewer per l’intervista e auguriamo a lui e al team Yamaha il meglio per questo finale di stagione!

Si ringrazia Federico Benedusi per la collaborazione.

Immagini: Yamaha

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