Indycar | Harvest GP 2020: Newgarden vince Gara-1 e riapre il campionato

IndyCar
Tempo di lettura: 5 minuti
di Andrea Gardenal
3 Ottobre 2020 - 00:23
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Dixon è solo nono e vede ridursi a 40 punti il vantaggio su Newgarden

Per Josef Newgarden il circuito stradale di Indianapolis è sempre stato stregato: nelle 7 precedenti gare disputate su questa pista, il suo miglior risultato era stato un settimo posto ottenuto nel GP di Indianapolis dello scorso luglio. Oggi il campione in carica della NTT IndyCar Series ha sfatato questo tabù, conquistando il suo primo successo sulla pista di Indianapolis.

Questo successo, il terzo stagionale e il 17° in carriera, è fondamentale anche per le sorti del campionato: complice la giornata no di Scott Dixon, che ha chiuso al nono posto, il divario tra i primi due in campionato si è infatti ridotto a 40 punti.

Con questa differenza, la gara di domani si apre realmente ad ogni scenario: un eventuale successo di Dixon gli garantirebbe la vittoria del suo sesto campionato; se invece fosse Newgarden a bissare il risultato di oggi, si arriverebbe a St.Petersburg con un campionato apertissimo, molto più di quel che si sarebbe potuto immaginare dopo la 500 Miglia di Indianapolis.

Gli altri due gradini del podio sono stati decisi solamente nei giri conclusivi della gara, al termine di una lunga battaglia a 4 che ha visto coinvolti Colton Herta, Felix Rosenqvist, Alexander Rossi e Rinus VeeKay. Sotto la bandiera a scacchi sono stati proprio questi due a prevalere, grazie soprattutto alla migliore gestione degli pneumatici.

Rossi ha eguagliato il suo miglior risultato stagionale, ovvero il secondo posto ottenuto in Gara-2 a Mid-Ohio, mentre Rinus VeeKay ha finalmente conquistato il suo primo podio dopo aver ottenuto ieri la sua prima pole position in carriera nella NTT IndyCar Series.

Quarto posto per Colton Herta, che ancora una volta non riesce a salire sul podio in un gradino diverso da quello centrale; il risultato ottenuto gli permette comunque di conquistare il terzo posto provvisorio in classifica generale. Quinto Felix Rosenqvist, che dopo l’ultimo giro di soste aveva occupato a lungo un posto sul podio e che invece è stato costretto a cedere due posizioni negli ultimi giri.

Sesto posto per Will Power, fermato da un primo pit stop decisamente troppo lungo a causa delle difficoltà incontrate dai suoi meccanici nel sostituire le due ruote anteriori; settimo Graham Rahal, che al contrario può recriminare su un testacoda compiuto ad inizio gara mentre si trovava attorno alla decima posizione, senza il quale avrebbe potuto lottare per un posto sul podio.

Ottimo l’ottavo posto di Jack Harvey e del Meyer Shank Racing proprio nel giorno in cui è stato annunciato l’ingresso di Liberty Media nel capitale societario della squadra.

Solo nono, come detto in precedenza, Scott Dixon: partito in modo prudente dalla sesta fila, Dixon ha guadagnato subito alcune posizioni grazie ad errori altrui (il testacoda di Rahal e un contatto tra Hunter-Reay e Ferrucci), rimontando poi furiosamente nel corso del secondo stint grazie al suo set di gomme morbide nuove.

Purtroppo per lui, il bilanciamento della macchina sulle gomme dure non era ideale: oltre ad una generale mancanza di velocità, Dixon ha sofferto dei grossi problemi in frenata che l’hanno portato più di una volta al bloccaggio delle gomme anteriori. La situazione non è migliorata nemmeno con le gomme soft usate, utilizzate nello stint conclusivo, tanto che nel corso del penultimo giro ha commesso un errore in Curva 7 lasciando strada a Rahal e a Harvey.

Il pilota del Team Ganassi ha ancora la possibilità di chiudere domani la faccenda del campionato, ma avrà bisogno di una qualifica perfetta e di alcuni cambiamenti all’assetto che gli permettano di sfruttare meglio le gomme più dure.

La top-10 viene completata da Marcus Ericsson, che ha chiuso staccato di 6 secondi da Dixon e che ha preceduto sul traguardo Max Chilton, che ha ottenuto il suo miglior risultato nella NTT IndyCar Series da Portland 2019.

Tra i rientranti di questa gara, il migliore in pista è stato James Hinchcliffe che ha ottenuto il 14° posto sul traguardo, lo stesso piazzamento ottenuto da Veach sulla monoposto #26 al termine del GP di Indianapolis di 3 mesi fa. Castroneves e Bourdais hanno chiuso al 20° e al 21° posto doppiati di un giro, mentre Sage Karam si è piazzato in 23esima posizione.

Gara deludente per Pato O’Ward, costretto a scontare un Drive Through comminatogli per essere uscito in modo irregolare dalla corsia dei box; il pilota messicano ha tagliato il traguardo in 22esima posizione, perdendo così il terzo posto in classifica generale.

La gara è stata particolarmente ricca di imprecisioni, sbavature e bloccaggi in fase di frenata, propiziati probabilmente da una temperatura piuttosto bassa, ma l’unico vero incidente si è verificato ad inizio gara nel corso di una manovra d’attacco di Santino Ferrucci su Ryan Hunter-Reay. Nonostante ciò, entrambi hanno proseguito regolarmente senza la necessità di chiamare in pista la pace car, che è rimasta ferma ai box per tutta la gara.

L’unico ritiro della gara è avvenuto a 6 giri dalla fine, quando Marco Andretti è stato costretto a fermarsi ai box a causa di un principio d’incendio sviluppatosi nella zona posteriore della sua monoposto. Al momento del ritiro Andretti si trovava in dodicesima posizione, che sarebbe stato il suo miglior risultato al di fuori degli ovali da Toronto 2019.

Domani si replica con Gara-2: tra le 16:20 e le 16:50 si svolgeranno le qualifiche che determineranno la griglia di partenza, mentre la bandiera verde per la gara (che sarà composta da 75 giri contro gli 85 di oggi) verrà data alle 20:30.

Immagine di copertina da IndyCar Media/Chris Jones

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