Segue la review di fine stagione di Pierre Gasly (Alpine) per il mondiale 2025 di F1
Ricordare che i soli 22 punti di Alpine nel mondiale 2025 sono tutti di pertinenza di Pierre Gasly dovrebbe essere sufficiente a dimostrare quanto, il pilota francese, abbia fatto il suo in una stagione letteralmente disastrosa per la compagine transalpina. Tra cambi al vertice, al volante e una costante non prestazione generale, Gasly si è dimostrato l’unico elemento da salvare.
Un sesto, un settimo, un ottavo e due decimi posti nelle gare standard più due ottavi posti nelle Sprint di Miami e Interlagos sono il bottino di Gasly nel corso della stagione. Se consideriamo che i 22 punti di Alpine sono da confrontare con i 70 della squadra appena sopra in classifica (la Sauber) è facilmente comprensibile quanto difficile sia stata l’annata per il team di Enstone.
Nonostante una marcata impresentabilità nella stragrande maggioranza della stagione, Gasly non ha mai mollato il colpo, sbagliando pochissimo e cercando, in qualche modo, di cavare il famoso ragno dal buco nella maggior parte delle situazioni. Che il francese sia pilota che merita ben di più lo sappiamo: al di là del 22 punti conquistati che rappresentano, considerato tutto, già un mezzo miracolo, c’è un altro elemento che dà il peso della stagione di Pierre.
Se, infatti, si vanno a controllare i dati delle qualifiche, Gasly è stato capace di piazzare l’Alpine in top ten per ben 10 volte su 24, piazzandosi spesso alle spalle delle monoposto che contano e risultando spesso come il migliore dei piloti di centro gruppo. Tra Doohan e Colapinto, in tutta la stagione l’argentino è partito decimo giusto in Canada grazie a due penalità di fronte a lui. Anche questa differenza con i compagni è segno di quanto questa stagione sia positiva al di là di tutto.
I risultati, seppur modesti, parlano per il francese, capace di fare il possibile con quel poco che aveva a disposizione. Un’altra caratteristica emersa in questa stagione difficile è la capacità di trattenersi dal criticare pubblicamente monoposto o squadra, nonostante gli evidenti problemi patiti nel corso del mondiale. Di certo, il suo rendimento lo rende il faro indiscutibile del team ed il passaggio (sofferto) ai motori Mercedes per il 2026 rappresenta unita al cambio completo del regolamento, una speranza non da poco dopo tre anni in caduta libera.
Possiamo dire che il francese, il suo, l’ha fatto eccome. Nelle stagioni trascorse ad Enstone ha fatto il massimo, dimostrando di meritare la fiducia del team. Paradossalmente, ora, i ruoli si sono rovesciati: sta al team dimostrare al suo pilota di punta di essere capace di tornare competitivo. L’occasione della rivoluzione tecnica è ghiotta e da prendere al volo, costruendo una vettura che possa quanto meno permettere di lottare. Se dovesse essere così, non c’è dubbio che parte del resto arriverebbe da Gasly. Lo meriterebbe anche visto l’anno di purgatorio.
Immagine: Media Alpine
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