F1 | Review fine stagione 2025, Red Bull: anno di rivoluzioni, un titolo mancato per un soffio

Di: Simone Casadei
Pubblicato il 24 Dicembre 2025 - 13:00
Tempo di lettura: 4 minuti
F1 | Review fine stagione 2025, Red Bull: anno di rivoluzioni, un titolo mancato per un soffio
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Segue la review di fine stagione del team Red Bull per il mondiale 2025 di F1

Tutti gli imperi, prima o poi, incontrano la propria fine. Dopo una lunga battaglia che, probabilmente, sarebbe dovuta finire con molto più anticipo, la Red Bull vede fermata a quattro la propria sequenza di campionati Piloti vinti, esattamente come accadde più di dieci anni fa con il dominio targato Sebastian Vettel. Nonostante l’inferiorità tecnica, evidente ad inizio anno, la squadra di Milton Keynes si è aggrappata ad ogni minima speranza per tenere vivo il sogno iridato, cedendo lo scettro alla McLaren soltanto in occasione dell’ultima tappa di Abu Dhabi.

Che i sei volte Campioni del Mondo Costruttori non sarebbero partiti nel 2025 come i favoriti ai nastri di partenza lo si era capito già dal finale della passata stagione. Il sorpasso in termini di prestazione effettuato dal team di Woking nella seconda parte del 2024 ha relegato la Red Bull al ruolo di inseguitrice, ma di cambiamenti ne sono avvenuti tantissimi anche al di fuori della pista. Se, nei weekend di gara, la squadra anglo-austriaca era lontana dal presentarsi come il punto di riferimento per tutti gli altri, dietro le quinte sono andate avanti numerose altre questioni, legate ad alcune delle figure più rilevanti per l’intero organico.

Già dalla terza gara a Suzuka, infatti, Liam Lawson, scelto alla fine dello scorso anno come successore di Sergio Pérez, è stato immediatamente retrocesso a favore di Yuki Tsunoda, che ha fatto il suo esordio nella squadra madre dopo quattro anni in forze al team junior. Una promozione, tuttavia, che non ha portato i frutti sperati, visti gli scarsi risultati portati dal giapponese a Milton Keynes (7 arrivi a punti e 30 punti conquistati dal suo esordio sulla RB21). Risultati che, a conti fatti, hanno condannato nuovamente la Red Bull al terzo posto tra i Costruttori, questa volta alle spalle della Mercedes.

Il 9 luglio, poi, è arrivata la notizia più sconvolgente: dopo vent’anni alla guida della compagine, Christian Horner è stato sollevato dall’incarico di team principal, posizione quest’ultima che è stata ricoperta da Laurent Mekies, ex Ferrari e a capo, fino a 24 ore prima, della Visa Cash App RB. L’innesto del francese, nonostante un’esperienza non troppo longeva nel ruolo, si è rivelato estremamente positivo, specialmente per l’ambiente interno della squadra.

La comunicazione di Milton Keynes, poi, è diventata meno esuberante e ha assunto toni più placati, volta ad esaltare ed incoraggiare il lavoro dei propri tecnici, piuttosto che ingaggiare battaglie mediatiche con i principali rivali. A campionato terminato, infine, è arrivata anche la notizia dell’allontanamento di Helmut Marko, un’altra figura chiave del mondo Red Bull che è stata accompagnata, forse non troppo gentilmente, alla porta, dopo alcuni episodi che, pare, ne abbiano determinato la definitiva rottura con i vertici aziendali.

Sul piano sportivo, la squadra si è affidata, di nuovo, a Max Verstappen, autore di una stagione straordinaria che l’ha visto sfiorare quello che sarebbe stato un incredibile quinto titolo mondiale consecutivo. Il tutto, è giusto specificarlo, dopo essersi ritrovato a più di 100 punti dalla vetta con solo nove gare da disputare. L’apporto dell’olandese è stato ancora una volta superlativo, come dichiarato più volte dallo stesso Mekies, ma è doveroso sottolineare come la sua rimonta sia stata possibile anche grazie al lavoro massiccio svolto in fabbrica dagli uomini di Milton Keynes.

Ribaltare un simile divario tecnico a stagione in corso, per di più all’ultimo anno di questi regolamenti, sarebbe stata un’impresa quasi impossibile per chiunque. Non, a quanto pare, per una squadra in grado di rivoltare la propria monoposto anche all’interno di uno stesso fine settimana. Diverse volte, negli ultimi due anni, abbiamo assistito ad un drastico cambiamento dei valori in campo dal venerdì al sabato, giornate in cui, in Red Bull, sono stati in grado di mutare notevolmente il comportamento della propria vettura dalla notte al giorno.

Un capitale umano, dunque, estremamente valido, nonostante l’assenza dell’uomo che ha garantito successi e domini per ben due cicli regolamentari: Adrian Newey. L’assenza del “Genio” inglese, probabilmente, potrebbe farsi sentire più in ottica 2026, ma al momento, a Milton Keynes, si procede un passo alla volta. C’è molta curiosità per la Power Unit, realizzata in collaborazione con Ford, che vedrà la luce sulla prossima RB22, sviluppata per la prima volta in casa dopo più di un ventennio da clienti di ben quattro marchi differenti.

Dalle prestazioni del prossimo anno, con ogni probabilità, dipenderà anche il futuro di Verstappen. Un elemento portante della squadra attuale, il pilastro sul quale si regge l’intero sistema Red Bull, la chiave che ha aperto porte le quali, senza il suo apporto, sarebbero quasi certamente rimaste chiuse. Trattenere a sé il miglior pilota dello schieramento sarebbe già di suo una vittoria importantissima per Milton Keynes. Quante possibilità avrà questo scenario di realizzarsi lo scopriremo soltanto dal prossimo marzo.

Immagine: Media Red Bull

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