Segue la review di fine stagione del team Alpine per il mondiale 2025 di F1
La classifica del 2024 non deve ingannare nel raffronto con quello che Alpine ha portato a casa in questa stagione, ovvero pochissimo. Nella scorsa stagione il team transalpino aveva conquistato 65 punti e il sesto posto nel Costruttori, soprattutto grazie all’incredibile e bagnatissimo weekend brasiliano nel quale Esteban Ocon e Pierre Gasly erano giunti, rispettivamente, secondo e terzo alle spalle di Max Verstappen.
Senza quel risultato i punti in campionato sarebbero stati 32, appena dieci in più rispetto a quelli del 2025. La differenza sta nel fatto che, ipotizzandone proprio 32, Alpine sarebbe giunta comunque davanti a Williams (17) e Sauber (4), mentre con i 22 di quest’anno ha chiuso ultimissima e distante dalla nona squadra, la Sauber con 70 punti.
Questo per inquadrare in un modo più coerente il declino vissuto dalla compagine di Enstone nelle ultime due stagioni: nel 2023 i punti erano stati 120 (6° posto), nel 2022 erano stati 173 con il quarto posto in classifica. Non c’è dubbio che, a questa discesa, abbia contribuito in modo netto la costante rivoluzione interna vissuta dal team, con avvicendamenti costanti in tutte le aree, dall’aerodinamica alla guida tecnica e fino alle alte sfere.
L’arrivo di Flavio Briatore, che avrebbe dovuto dare una spinta in più, non ha sortito gli effetti sperati almeno nel medio termine, ovvero fino alla fine di questo ciclo regolamentare. In quest’ultima stagione, Alpine ha vissuto anche la fine del suo reparto motoristico di Viry-Chatillon, con il team che dal 2026 sarà spinto dalla Power Unit Mercedes. Una decisione che ha sollevato tantissime critiche in Francia e posto fine all’era da motorista Renault in F1, dopo quasi cinquant’anni di presenza e una miriade di titoli mondiali vinti, gli ultimi con Red Bull tra 2010 e 2013.
Rimanendo nel contesto di questa stagione, sono appunto solo 22 i punti conquistati. Alpine è l’unico team il cui secondo pilota, prima Doohan e poi Colapinto, non ha conquistato neanche un punto in tutta la stagione, con il solo Pierre Gasly a raccogliere tutto il magro bottino conquistato e non senza fatica, viste le qualità indiscusse del pilota francese.
Anche qui, la gestione della seconda guida è stata simile a quella di Red Bull: con la differenza che, perso ( o allontanato) Ocon, difficilmente con un pilota non al livello di Gasly si sarebbe fatto molto meglio con il materiale a disposizione. L’avventura di Jack Doohan è stata condizionata sin dal suo arrivo dalle voci di sostituzione. Che l’australiano fosse a tempo l’aveva capito chiunque e, tutto sommato, il più considerato Franco Colapinto non ha fatto meglio, anzi. Il peso della sua scelta, probabilmente, è dato più dalla dote portata con sé che da altro.
A questo punto, vista la rivoluzione totale e il cambio di PU, non rimane che sperare nel 2026 e che il sacrificio di queste ultime due stagioni non sia stato vano. Però attenzione: un altro fallimento all’inizio del nuovo ciclo regolamentare potrebbe rappresentare una sentenza non di poco conto su un team che, vent’anni fa, era sul tetto del mondo ed ora lo guarda dal basso. Staremo a vedere.
Immagine: Media Alpine
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