WRC | Rally d’Arabia Saudita 2025, PS9/11: Fourmaux resiste ma Sesks e Pajari lo braccano. Evans fora ed affonda nel deserto

Autore: Edoardo Scialanga
@edosciala03 edoardo_scialanga
Pubblicato il 28 Novembre 2025 - 10:00
Tempo di lettura: 5 minuti
WRC | Rally d’Arabia Saudita 2025, PS9/11: Fourmaux resiste ma Sesks e Pajari lo braccano. Evans fora ed affonda nel deserto
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Fourmaux comanda, Sesks e Pajari accorciano mentre Evans precipita dopo una sfortunata foratura: il campionato prende una direzione inattesa nella tappa più dura dell’anno

Il venerdì del Rally d’Arabia Saudita apre una nuova fase della stagione: il deserto divora certezze, ribalta le gerarchie e trasforma la corsa al titolo in un equilibrio instabile. Adrien Fourmaux difende la leadership con maturità, mentre Mārtiņš Sesks risponde con un ritmo feroce e riduce il margine speciale dopo speciale. Sami Pajari resta pienamente in gioco, costruendo una tappa solida che lo mantiene nel gruppo di testa.

Dietro, però, esplode il caos. Elfyn Evans vive la giornata, forse, più difficile del suo mondiale: prima perde secondi pesanti su un fondo che non gli concede aderenza, poi una nuova foratura lo costringe a fermarsi in prova e a cambiare una ruota, erodendo ulteriormente le sue chance iridate.

Kalle Rovanperä rimane bloccato nelle retrovie dopo il danno del giovedì, mentre Sébastien Ogier gestisce con relativa tranquillità senza mai trovare il passo necessario per rientrare realmente in gioco.

Le speciali più dure del rally mostrano anche i limiti del materiale tecnico, con un numero di forature che incide pesantemente sullo svolgimento della tappa. Il risultato è un venerdì mattina crudele, in cui i distacchi si allargano e ogni equipaggio deve combattere tanto contro il cronometro quanto contro un fondo imprevedibile.

Il mondiale, ora, cambia volto: Fourmaux guida, Sesks incalza e la corsa iridata si stringe in un vortice di colpi di scena che promette un pomeriggio ancora più teso.

CRONACA

SS9 Alghullah 1 – 11,69 km

Adrien Fourmaux consolida il comando del Rally d’Arabia Saudita aprendo il venerdì con un’altra zampata. Il francese firma il miglior tempo e amplia il margine su Pajari e Sesks, che restano comunque incollati alla lotta al vertice.

Elfyn Evans continua a perdere terreno: soffre il ruolo di apripista, fatica a trovare grip e lascia altri 17 secondi in una speciale corta ma molto tecnica. Per il gallese il mondiale si allontana sempre di più.

Rovanperä continua a spingere a un gran ritmo, ma resta intrappolato nelle retrovie per la foratura di ieri che gli ha compromesso il rientro in classifica. Ogier non incide per lo stesso problema di grip che penalizza Evans, ma a lui basta: con questo risultato sarebbe virtualmente campione del mondo.

SS10 Um Al Jerem 1 – 30,58 km

Sesks firma un’altra prova di forza e supera Pajari nel generale, riportandosi a soli 4″2 da Fourmaux. Il lettone continua a martellare un passo altissimo sulla lunga Um Al Jerem, mentre il leader del rally gestisce senza prendersi rischi. Pajari scivola in terza posizione ma resta pienamente nel duello di vertice. Tänak torna alla vittoria di speciale con un riferimento pesante, ma la sua rimonta resta appesa ai tempi di ieri. Evans e Ogier faticano ancora: grip precario per entrambi e nessun recupero significativo.

PS11 – Wadi Almatwi 1 (24,90 km)

Evans fora e deve cambiare una ruota: cambiano gli equilibri nel mondiale

La prova più dura della giornata presenta il conto: Elfyn Evans incappa in una foratura e viene costretto a fermarsi per sostituire una ruota. Un colpo pesantissimo per le sue speranze iridate.

Va però riconosciuto il merito: Evans e Scott completano il cambio in tempi record, limitando il danno a 1’38’’ — un lavoro fenomenale sotto pressione.

Il problema è che, in chiave titolo, la botta resta:

Il big picture è chiaro: la PS11 potrebbe essere il momento in cui l’equilibrio della stagione si spezza.

Nel racconto della gara emerge ancora una volta un tema che ha attraversato l’intera stagione: la gestione degli pneumatici. Troppi episodi, troppe forature, troppe situazioni in cui la differenza non l’ha fatta il passo dei piloti ma la tenuta — spesso fragile — delle gomme.
Un fattore esterno che ha finito per incidere più del dovuto sulle strategie e perfino sulle classifiche, trasformando ogni prova più ruvida in una lotteria.

È un aspetto che, al termine di questo campionato, lascia una sensazione chiara: in un mondiale di questo livello, gli equipaggi dovrebbero poter combattere tra loro, non contro i limiti del materiale tecnico.

WRC2 – Greensmith fa il vuoto

Greensmith comanda la categoria con autorevolezza, gestendo senza sbavature e mantenendo un ritmo costante su tutte le prove. Alle sue spalle si accende la battaglia: Gryazin risale in seconda posizione grazie a una mattinata pulita e priva di errori, mentre Kajetanowicz resta pienamente in gioco nonostante una penalità di 10″.

Virves perde terreno ma resta quarto, pagato soprattutto il passo inferiore sulla long stage. Più staccati Al-Kuwari e Domínguez, rallentati da qualche sbavatura e dalla complessità delle condizioni del primo giro.

La lotta per il podio resta apertissima, ma Greensmith chiude la mattinata con un margine solido e un controllo totale del ritmo.

WRC3 – Distacchi senza senso nella mattinata saudita

Fontana domina in modo irreale: ritmo pulito, zero errori, gestione da categoria superiore. Il risultato è un margine che non ha alcuna logica competitiva: oltre 15 minuti su Al-Mouri e più di 17 minuti su Puligilla.

La seconda parte della classifica si sfalda già dalle prime prove: Çetinkaya e Vasilakis accumulano distacchi abissali, complice un mix di difficoltà tecniche, ritmo insufficiente e un percorso che perdona pochissimo.

Una mattinata che certifica un gap prestazionale enorme: Fontana di un’altra categoria, gli altri semplicemente lontanissimi.

Classifica Generale dopo PS11

  1. Fourmaux Adrien – Coria A. (Hyundai i20 N Rally1) – 2:00:46.1
  2. Sesks Mārtiņš – Francis R. (Ford Puma Rally1) – +2.9
  3. Pajari Sami – Salminen Marko (Toyota GR Yaris Rally1) – +4.5
  4. Tänak Ott – Järveoja Martin (Hyundai i20 N Rally1) – +9.2
  5. Neuville Thierry – Wydaeghe M. (Hyundai i20 N Rally1) – +43.1
  6. Katsuta Takamoto – Johnston A. (Toyota GR Yaris Rally1) – +58.3
  7. Ogier Sébastien – Landais V. (Toyota GR Yaris Rally1) – +1:32.1
  8. Rovanperä Kalle – Halttunen J. (Toyota GR Yaris Rally1) – +1:52.0
  9. Munster Grégoire – Louka Louis (Ford Puma Rally1) – +3:56.6
  10. Evans Elfyn – Martin Scott (Toyota GR Yaris Rally1) – +4:08.4
  11. McErlean Josh – Treacy Eoin (Ford Puma Rally1) – +5:08.5
  12. Al-Attiyah Nasser – Carrera C. (Ford Puma Rally1) – +11:08.3

nb: con questa classifica Ogier diventerebbe Campione del Mondo per la nona volta in carriera

Immagini: Red Bull Content Pool e officialwrc on Instagram

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