Evans, Ogier e Rovanperä approdano in un territorio inesplorato per giocarsi un Mondiale già leggendario
Dal 26 al 29 novembre il Mondiale Rally chiude l’ultima pagina della stagione più intensa dell’era Rally1 e lo fa in un territorio nuovo, affascinante e tremendamente insidioso: il deserto dell’Arabia Saudita, che accoglie per la prima volta un round WRC con base a Jeddah. Un debutto che coincide con un finale da brividi: tre piloti, tutti Toyota, si giocano il titolo in un weekend che non concede appigli a nessuno.
Ed è anche un appuntamento carico di significati: l’ultima gara (almeno per ora) di due campioni del mondo come Ott Tänak e Kalle Rovanperä, e una sfida che chiuderà un campionato già destinato a rimanere negli annali.
Un finale così non si vedeva da anni
Qualunque sarà il risultato di Jeddah, il Mondiale 2025 è già destinato a restare negli annali. In corsa per il titolo sono rimasti in tre, tutti vestiti di rosso, nero e bianco Toyota, e ognuno di loro porterebbe in dote un pezzo di storia se riuscisse a spuntarla. Per l’occasione, il costruttore nipponico nove volte iridato, tornerà a sfoggiare su tutte le Yaris in gara, la livrea argentata, utilizzata per la stagione estiva.

Per Elfyn Evans sarebbe la consacrazione definitiva: il gallese coronerebbe finalmente il sogno di una vita, diventando campione del mondo per la prima volta e riportando il titolo in Gran Bretagna 24 anni dopo l’impresa di Richard Burns.
Per Sébastien Ogier il discorso è diverso ma altrettanto pesante: il francese, ormai icona assoluta del rallismo, può agganciare Sébastien Loeb nel conto dei titoli iridati, con in più la particolarità di riuscirci da pilota part-time. Una combinazione che trasformerebbe il suo eventuale successo in qualcosa di praticamente irripetibile. È vero che anche Loeb nel 2006 saltò diverse gare per infortunio, ma in quel caso si trattò di un imprevisto, non di una stagione programmata a mezzo servizio.
Infine Kalle Rovanperä, ancora dentro al discorso titolo nonostante il distacco. Le sue chance sono meno lineari, ma non inesistenti. Ed è proprio il contesto a renderle affascinanti: questa sarà l’ultima apparizione del finlandese nel WRC, nonostante la giovane età.
L’ormai ex bimbo prodigio è pronto a proiettarsi verso il mondo delle ruote scoperte con l’obiettivo dichiarato di inseguire la Formula 1, ma prima ha ancora la possibilità di chiudere la parentesi rally da campione, salutando da imbattuto e mettendo il punto esclamativo su una carriera già da fuoriclasse.

Le combinazioni per il titolo
La matematica, stavolta, non è complicatissima, anche se i nomi in ballo sono tre.
Il distacco tra Evans e Ogier è di tre punti:
- per il gallese, la chiave è semplice da dire ma complicata da realizzare – non deve perdere più di due punti dal francese nell’arco del weekend;
- per Ogier, al contrario, l’obiettivo è recuperare almeno tre punti a Evans per ribaltare la situazione a proprio favore.
Il discorso si fa più articolato per Rovanperä. Kalle paga 24 punti di ritardo da Evans e 21 da Ogier. Tradotto: deve firmare il weekend perfetto, ossia incassare tutti i 35 punti disponibili (gara + Super Sunday + Power Stage), e poi sperare in un mezzo crollo dei compagni di squadra. Al finlandese serve un vero e proprio capolavoro per chiudere la sua già gloriosa parentesi nel WRC.
Il bicampione del mondo è chiamato ad un checkout dalla lunga distanza, quello che nel mondo delle freccette viene definito “Big Fish“.
Uno schema possibile, rimanendo sull’idea di un Kalle da 35 punti, è questo:
- se Rovanperä fa il bottino pieno, Evans deve fermarsi a 10 punti o meno e Ogier a 13 punti o meno;
- se Kalle dovesse fermarsi a 34 punti, Evans non dovrebbe andare oltre 9 punti, mentre Ogier dovrebbe restare entro 12;
- con 33 punti per il finlandese, il limite diventerebbe 8 punti per Evans e 11 per Ogier; e così via, scalando.
Esiste anche lo scenario “tutto o niente”:
se Evans e Ogier dovessero chiudere a zero la trasferta saudita, a Rovanperä sarebbero sufficienti 25 punti, cioè una vittoria “semplice” senza altri bonus, oppure qualsiasi altra combinazione che gli permetta di arrivare a quel totale.
È sottinteso che tutte queste ipotesi funzionano solo se vengono rispettate contemporaneamente sia da Evans che da Ogier.
Un foglio bianco per tutti
In Arabia Saudita si parte davvero da zero: nessuno ha esperienza pregressa su questo tipo di prove, nessuno può contare su riferimenti storici o su assetti “di casa”. Ed è ossigeno puro per la lotta al titolo, perché elimina a priori il fattore “evento favorevole”.
I tre pretendenti possono tranquillamente puntare alla vittoria assoluta, ma il debutto saudita può diventare anche un perfetto terreno di caccia per qualche outsider in cerca di gloria nell’ultima passerella stagionale.
Uno su tutti: Ott Tänak. L’estone è sempre stato una certezza quando si tratta di rally sterrati tosti, dove bisogna stringere i denti fino all’ultimo metro. Per lui – esattamente come per Rovanperä – si tratta dell’ultima apparizione in carriera (almeno allo stato attuale delle cose), e salutare con una vittoria sarebbe il modo migliore per chiudere il cerchio. Sarebbe anche una boccata d’aria fresca per Hyundai in un’annata durissima, sempre che la i20 N Rally1 non decida di fermarsi come già accaduto in alcuni appuntamenti su terra, Kenya in primis.
Thierry Neuville cercherà a sua volta un lampo che possa dare un minimo di senso a una stagione da dimenticare. I numeri parlano chiaro: su asfalto, il suo passo medio al chilometro è stato addirittura peggiore rispetto al 2012, al debutto in WRC con la DS3 del Junior Team Citroën. A questo punto il belga può solo sperare in un buon risultato che gli lasci almeno un ricordo positivo di questo 2025 complicatissimo.
Più sfumato, ma potenzialmente interessante, il quadro per Adrien Fourmaux. Su un rally tutto nuovo la sua tenacia può diventare un’arma importante: nelle ultime gare il francese è spesso stato il più rapido del lotto Hyundai, oscillando stabilmente in zona podio. Per trasformare tutto questo in un grande risultato, però, servirà una i20 affidabile e una gara pulita, senza errori.
Nel pacchetto degli “infiltrati” c’è anche il solito Takamoto Katsuta, fresco di conferma nel programma Toyota anche per il 2026. Il giapponese ha sempre trovato nel Safari Rally una delle sue zone di comfort e il contesto mediorientale, vicino geograficamente e per filosofia alle tappe “da Dakar”, potrebbe esaltarlo. L’unico punto interrogativo potrebbe arrivare dal garage Toyota qualora dovessero entrare in gioco ordini di squadra non così logici ma da non escludere a priori.
Sami Pajari, dal canto suo, dovrà capitalizzare il “momentum” costruito con il podio del Rally del Giappone e provare a restare agganciato alle posizioni che contano.

M-Sport: line-up XXL e un ritorno di gran spessore
Da seguire con attenzione anche il mondo M-Sport, che in Arabia Saudita arriva con una formazione decisamente allargata.
Il duello interno tra Grégoire Munster e Josh McErlean per chi chiuderà davanti in classifica è tutt’altro che finito: il lussemburghese si è preso un margine utile, ma non decisivo. L’inedito della gara potrebbe aiutare entrambi ad avvicinarsi ai big e a ritagliarsi qualche piazzamento pesante.
A loro si aggiunge Mārtiņš Sesks. Il lettone ha vissuto un 2025 sotto le aspettative, senza dare continuità a quanto visto nel 2024. Il debutto saudita è l’occasione ideale per dimostrare che l’anno precedente non è stato un’apparizione casuale e che i risultati mancati negli ultimi mesi sono stati più figli della sfortuna che di una reale flessione di prestazioni.
La quarta Puma sarà affidata a Nasser Al-Attiyah, già ex pilota ufficiale part-time con Citroën nel 2012 e con M-Sport nel 2013, andando a punti in 8 gare su 13, con un quarto posto e tre quinti posti come picchi di risultato. Nel 2014 e nel 2015 ha poi conquistato due titoli mondiali WRC-2, con 7 successi in due stagioni.
E questo è solo il fronte WRC: nel Medio Oriente ha vinto 20 volte il campionato regionale, quello che tra anni ’90 e primi 2000 vedeva dominare Mohammed Ben Sulayem, attuale presidente della FIA.
Come se non bastasse, in bacheca ci sono 5 vittorie alla Dakar (2011, 2015, 2019, 2022 e 2023) e una medaglia di bronzo nel tiro al volo alle Olimpiadi di Londra 2012, così, per non farsi mancare nulla.
WRC2: una entry list da applausi
Anche la seconda categoria del Mondiale si presenta in Arabia Saudita con una lista iscritti ricchissima, ideale per una gara nuova e selettiva.
Al via, pur senza punti in palio, ci sarà Oliver Solberg, all’ultima apparizione su una Rally2 dopo il titolo WRC2 e la promozione in Rally1 con Toyota.
Tra i nordici ritroveremo il velocissimo finlandese Roope Korhonen, vincitore di categoria in Finlandia e l’estone Robert Virves, trionfatore anche lui nel rally di casa in Estonia in classe RC2.
Capitolo Škoda: presenti Gus Greensmith e Nikolay Gryazin, con quest’ultimo accostato sia a un possibile futuro in Hyundai che al progetto Lancia in WRC2.
La bandiera spagnola sarà difesa da Jan Solans e da Alejandro Cachón che ha centrato il suo primo successo nel WRC2 proprio all’ultimo appuntamento della serie in Giappone.
Vista la durezza del percorso, torna anche Kajetan Kajetanowicz, affiancato dal connazionale Daniel Chwist.
Per la Francia ci sarà Pablo Sarrazin, mentre completano il gruppo nomi come Fabio Schwarz, di ritorno nella serie cadetta dopo la sfortunata parentesi in Centro Europa, il paraguayo Diego Dominguez ed il campione MERC 2024 Abdulaziz Al-Kuwari, già vincitore di quattro round WRC2 e ora di nuovo sulla scena mondiale.
Una griglia fitta, varia e con tutti gli ingredienti per offrire una grande battaglia anche alle spalle delle Rally1.

WRC3 – Fontana chiude da campione, ultimo round per gli outsider
La categoria WRC3 arriva in Arabia Saudita con i giochi per il titolo già archiviati: Matteo Fontana si presenta a Jeddah da neo campione del mondo, forte di una stagione dominata con solidità, velocità e una gestione impeccabile nelle tappe più insidiose. L’italiano, navigato da Alessandro Arnaboldi sulla Ford Fiesta Rally3, correrà senza pressioni e potrà permettersi di puntare esclusivamente alla prestazione pura su un terreno completamente nuovo, ideale per mettere ancora una volta in mostra la maturità tecnica che lo ha portato al titolo.

Alle sue spalle, però, non mancherà la concorrenza: il greco George Vasilakis, affiancato da Allan Harryman, tenterà di chiudere la stagione con un risultato di prestigio dopo una campagna in crescita; la turca Burcu Çetinkaya farà altrettanto sulla Renault Clio Rally3 insieme a Fabrizia Pons, mentre il campione saudita Saeed Al-Mouri, ben supportato dal pubblico di casa, cercherà di sfruttare la conoscenza dei terreni mediorientali per puntare a un piazzamento importante. Completa la lista il giovane indiano Naveen Puligilla, deciso a raccogliere esperienza preziosa su un round che metterà alla prova tutti, dai più navigati ai debuttanti.
Con un percorso che alterna tratti sabbiosi, fondi rocciosi e velocità pure nel deserto, la sfida WRC3 in Arabia Saudita promette una lotta interessante tra chi ha già raggiunto i propri obiettivi stagionali e chi, invece, è alla ricerca dell’ultimo acuto dell’anno.
L’ultimo precedente in Medio Oriente: la folle storia del Rally di Giordania 2011
Per ritrovare l’ultima tappa del Mondiale Rally in Medio Oriente bisogna tornare al Rally di Giordania 2011, una delle edizioni più controverse e imprevedibili dell’intera storia WRC. L’evento rischiò seriamente la cancellazione a causa di un guasto alla nave cargo partita dal Portogallo con le vetture e il materiale dei team. Il rally poté svolgersi solo grazie a un trasferimento d’emergenza tramite cargo aerei – tre volte più lento – con un viaggio che passò perfino da Trieste prima dell’arrivo ad Haifa.
A complicare ulteriormente il quadro, la tradizione locale impediva lo svolgimento delle prove la domenica: gli organizzatori furono quindi costretti a ridisegnare l’evento, eliminando l’intera prima giornata e facendo partire la gara direttamente dalla speciale numero 7.
Nonostante il caos, la Giordania 2011 entrò nella leggenda grazie all’epica sfida tra un giovane Sébastien Ogier (Citroën DS3 WRC) e Jari-Matti Latvala (Ford Fiesta RS WRC). I due si alternarono al comando in una battaglia serrata, con tempi al decimo di secondo su sterrati polverosi e tecnici. Tutto si decise nella Power Stage finale, “Baptism Site 2”, dove Ogier riuscì a difendere un margine minimo su Latvala scegliendo una traiettoria rischiosa negli ultimi metri.
L’esito fu storico: Ogier vinse per appena 0,2 secondi, il distacco più ridotto di sempre nel WRC (eguagliato solo in Sardegna 2024). Una vittoria che lanciò definitivamente la sua carriera, mentre per Latvala rappresentò una delle sconfitte più amare.

Dopo quell’edizione travagliata il Mondiale lasciò il Medio Oriente per 14 anni. Il Rally Saudi Arabia 2025 segna dunque un ritorno simbolico nella regione, con un evento ben più stabile e strutturato rispetto alle turbulentissime giornate giordane del 2011.
WRC RALLY SAUDI ARABIA 2025 – ROUND 14/14 (26-29 NOVEMBRE 2025)

PERCORSO
Il debutto saudita nel WRC propone un itinerario tanto affascinante quanto insidioso: 17 prove speciali per un totale di circa 319 km cronometrati, distribuiti su fondi molto diversi tra loro — ghiaia compatta, tratti sabbiosi e porzioni asfaltate. Il quartier generale dell’evento è situato a Jeddah, con il service park allestito nei pressi del Jeddah Corniche Circuit, mentre la gara si sviluppa principalmente a nord della città, dentro un territorio dove la velocità pura convive con passaggi tecnici e fondi imprevedibili.
Il programma si apre mercoledì sera con una spettacolare super speciale in notturna nel cuore di Jeddah, prima di addentrarsi nel vero deserto tra giovedì e venerdì, giorni in cui i piloti affronteranno due loop distinti sulle stesse strade. Il sabato chiuderà i giochi con tre ultime prove, tra cui la Thahban 2, designata come Power Stage e potenziale ago della bilancia per il mondiale.
L’identità del rally è definita dall’alternanza tra piste veloci e aperte, zone di roccia vulcanica, tratti più montani e settori dove la sabbia può cambiare grip in pochi minuti. La luce radente e il vento, che può spostare micro-strati di sabbia sulla traiettoria, aggiungono un ulteriore livello di complessità.
Itinerario completo ed orari – Rally Arabia Saudita 2025
Shakedown – Mercoledì 26 novembre
- Shakedown (Thabhan) – 4.56 km – 11:01
Mercoledì 26 novembre
- SS1: Jameel Motorsport Super Special 1 – 5.22 km – 20:35
Giovedì 27 novembre
- SS2: Al Fasallyah 1 – 19.36 km – 08:08
- SS3: Moon Stage 1 – 20.12 km – 09:06
- SS4: Khulays 1 – 11.33 km – 10:04
- SS5: Al Fasallyah 2 – 19.36 km – 14:22
- SS6: Moon Stage 2 – 20.12 km – 15:20
- SS7: Khulays 2 – 11.33 km – 16:18
- SS8: Jameel Motorsport Super Special 2 – 5.22 km – 20:31
2ª Tappa – Venerdì 28 novembre
- SS9: Alghullah 1 – 11.69 km – 08:26
- SS10: Um Al Jerem 1 – 30.58 km – 09:19
- SS11: Wadi Almatwi 1 – 28.59 km – 10:35
- SS12: Alghullah 2 – 11.69 km – 13:51
- SS13: Um Al Jerem 2 – 30.58 km – 14:47
- SS14: Wadi Almatwi 2 – 28.59 km – 16:05
Sabato 29 novembre
- SS15: Thabhan 1 – 16.29 km – 09:05
- SS16: Asfan – 33.28 km – 10:21
- SS17: Thabhan 2 (Power Stage) – 16.29 km – 13:15
Mappa: RallySaudi on X
Immagini: Red Bull Content Pool; hmsgofficial on Instagram e Flickr
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